A Verona

"Ecco la sua cena", ma alla porta c'è un uomo col fucile che rapina il rider

Subito ha denunciato il caso ai carabinieri che hanno arrestato un 27enne per rapina aggravata

"Ecco la sua cena", ma alla porta c'è un uomo col fucile che rapina il rider
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L'ennesima disavventura che vede come vittima un rider. Arrivato a destinazione per consegnare la cena a  un cliente, alla porta si è trovato un uomo col fucile che lo ha rapinato di tutti i guadagni fatti durante la serata. L'incredibile vicenda è avvenuta a Verona, ma per il rapinatore non è finita bene. E onestamente appare difficile comprendere come pensasse di farla franca...

Rider rapinato dal cliente (col fucile) a cui ha portato la cena

Un'altra vicenda sconvolgente che riguarda da vicino un rider, avvenuta sempre nella stessa città dove, due mesi fa, era esplosa un'accesa polemica relativa alle precarie condizioni di lavoro a cui sono sottoposti i lavoratori del food-delivring.

Come raccontato da Prima Verona, un rider è stato rapinato dallo stesso cliente a cui doveva consegnare la cena. La spiacevole disavventura si è verificata nella serata di sabato scorso, 25 marzo 2023. Il fattorino, infatti, appena giunto a destinazione davanti il portone di casa in attesa di poter consegnare il suo ordine, anziché trovarsi la donna con cui un attimo prima aveva parlato al telefono per avvisare del suo arrivo, si è imbattuto in un uomo che, aperta la porta, gli ha puntato un fucile addosso.

Alla vista del fucile, il rider spaventatissimo non ha potuto far altro che indietreggiare, lasciando cadere a terra lo zaino in cui aveva le consegne e il denaro guadagnato nel corso della serata. Impietrito, ha visto l’uomo impossessarsi del suo zaino e richiudere la porta portandolo dietro con sé.

Il fattorino, tuttavia, ha subito chiamato i Carabinieri: la pattuglia della Radiomobile giunta sul posto ha immediatamente individuato l’appartamento, situato al terzo piano, in cui era rincasato l’uomo armato di fucile.

Arrestato un 27enne

Una volta fatto accesso, in casa vi erano l’arrestato e la donna (da cui era partito l’ordine), nonché, dopo la perquisizione, sono stati trovati il fucile ad aria compressa privo di tappo rosso utilizzato per spaventare il rider, una mannaia ed un grosso coltello da caccia e, nella lavatrice, i sacchetti in cartone in cui era imballato l’ordine appena recapitato dal malcapitato rider, oltre che le banconote da 20 e 10 euro appena sottrattegli.

L’uomo, ventisettenne con diversi precedenti di polizia, è stato perciò arrestato per rapina aggravata e tradotto presso la casa circondariale di Montorio, dove si trova tuttora in regime di custodia cautelare in carcere.

Le misure sono state adottate d’iniziativa da parte del Comando procedente e, per il principio della presunzione d’innocenza, la colpevolezza della persona sottoposta alle indagini in relazione alle attività in questione sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna o forme analoghe.

50 km in bici per consegnare un panino

Come affermato in precedenza, Verona era stata scenario a gennaio di una vicenda che aveva riguardato da vicino un altro rider. La storia in quel caso era divenuta di dominio pubblico dopo la denuncia social pubblicata su Facebook da Andrea Bassi, ex assessore leghista della città scaligera, il quale aveva raccontato, oltre di aver ricevuto la cena in ritardo rispetto all'orario previsto, che a consegnargliela era stato un rider che si è fatto addirittura 50 km in bici.

"Alle 21.10 circa, finalmente, l'applicazione inizia a segnalare l'avvicinamento (molto lento) del fattorino alla mia abitazione. Scendo bellicoso in strada pronto per chiedergli se fosse andato a farsi prima un giro sulla Luna, ma ad un tratto rimango di sasso, basito: il ragazzo (italianissimo) era a bordo di una bicicletta, tra l'altro parecchio carente sotto il profilo della sicurezza.

Ho poi pure capito che era oberato di consegne e che ha dovuto attraversare praticamente l'intera città di Verona, per correre al fast-food, prendere la mia cena, portarmela sotto casa e poi tornare nel capoluogo per chissà quale altro giro. Ovviamente l'incazzatura si è subito trasformata in pena e quasi angoscia che, se lo avessi avuto, gli avrei prestato pure un motorino...

Morale? Ho deciso che mai e poi mai più utilizzerò questo tipo di servizio. Non tanto per il rischio di ritardi o disguidi (che possono accadere, ci mancherebbe), ma soprattutto per non rischiare di avallare, seppur inconsapevolmente, un simile sistema che in queste condizioni rasenta lo schiavismo!".

La sua storia aveva fatto il giro del Web diventando virale e venendo ripresa da qualsiasi testata giornalistica. Al centro delle polemiche era finito il fatto che spesso i fattorini dei servizi di food-delivery lavorano in condizioni veramente precarie. A distanza di pochi giorni, tuttavia, sulla vicenda ha voluto dire la sua proprio il rider veronese che ha effettuato la consegna del panino.

Fabio Bezerla, sui social, ha sottolineato che a fare quel lavoro non si sente per nulla sfruttato:

"Il povero rider che fa la città da est a ovest e che arriva alle 21,10 sono io. Quando si dice che siamo sfruttati, che guadagniamo miseramente. E' vero. Ma attenzione... Io non mi sento sfruttato.

Non conta la quantità di denaro nel mio modo di essere, quanto piuttosto la qualità del tempo in cui vivo. In soldoni, se vado in ufficio e devo stare in silenzio 8 ore, per fare 2 ore di pausa pranzo, insomma queste cose alienanti e per me almeno tristi, io rifiuto. L'ho sempre fatto e sempre lo farò!

Se ho accettato quella consegna, è perché amo il mio lavoro, posso rifiutarle se voglio, ed inoltre l'app è Deliveroo nel caso di specie, quindi non era neanche vero che vengo penalizzato rifiutando. L'ho anche detto all'assessore che il problema era che non c'erano altri rider a parte me! Ma ripeto come ho rifiutato 3 volte potevo farlo 4 o 5".

La polemica di Aranzulla contro Deliveroo

Anche Salvatore Aranzulla, il più celebre divulgatore informatico italiano, di recente era stato al centro di un'aperta polemica nei confronti di Deliveroo, una delle più famose aziende di food-delivering al mondo.

Aranzulla ha raccontato per filo e per segno sui social la vicenda che lo ha riguardato da vicino.

"Faccio un ordine su Deliveroo per ordinare una pizza da un ristorante vicinissimo a casa: l'app, per non so quale motivo, mi fa fare l'ordine da un punto vendita dalla parte opposta di Milano.

Quando me ne accorgo, provo a sentire l'assistenza: sono disposto a pagare per l'ordine e la consegna, ma non a riceverlo perché non ha senso fare pedalare una persona dall'altra parte di Milano. Risposta: non è possibile e ti chiudono la chat".

A quel punto, la staffilata contro la nota azienda di food delivery.

"Insomma, hanno fatto pedalare per mezza Milano una persona per consegnare una pizza che è immangiabile. Ma andatevene a quel paese!".

Deliveroo ha spiegato che l’ordine è stato rimandato all’altro punto vendita poiché quello scelto per l’ordinazione era ancora chiuso al momento della prenotazione.

Il marchio di consegne a domicilio ha replicato, inoltre, che la consegna è stata effettuata in meno di mezz’ora e che la pizza era già stata preparata quando è stato chiesto l’annullamento dell’ordine.

Centinaia, comunque, sono stati i commenti sotto il post del blogger. Alcuni apprezzano la sensibilità di Aranzulla nei confronti del rider, altri sottolineano la “lamentela” sulla pizza immangiabile perché fredda, altri ancora spingono l’esperto informatico a “scendere e andare a comprartela da solo, visto che è così vicino il locale”. Insomma, la storia del blogger è diventata virale, scatenando, come sempre, pareri e giudizi degli utenti social.

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