Ecco la foto del bacio di Saman che ha scatenato la furia omicida dei parenti
Il momento di ingenua e sincera intimità in una piazza di Bologna e poi postato sui social network: lì è scattata la condanna a morte.
Prima la confessione shock ("L'ho uccisa io") in un'intercettazione durante una conversazione telefonica con un parente.
Ora anche la foto, di un bacio con il fidanzato italiano, che ha scatenato tutta la rabbia dei familiari di Saman e li ha ha portati a organizzare la terribile vendetta, decretandone di fatto la condanna a morte.
Saman, ecco la foto che ha scatenato la furia omicida dei parenti
Il fine settimana ha portato drammaticamente di attualità la tragica morte (anche se il corpo della giovane non è ancora stato ritrovato) di Saman Abbas, la ragazza pakistana di cui a Novellara nel Reggiano, non si ha più notizia dalla notte tra il 30 aprile e il 1 maggio dello scorso anno.
Come nel caso dell'intercettazione telefonica tra il padre della giovane e un familiare, la foto è stata messa agli atti del processo che partirà a febbraio a Reggio Emilia.
Imputati uno zio di Saman e due cugini, arrestati tempo fa in Francia e Spagna, mentre i genitori sono latitanti, con tutta probabilità rientrati in Pakistan proprio dal 1 maggio.
Un bacio tra innamorati a Bologna, scatta la vendetta
Come ormai noto, per Saman i familiari avevano organizzato un matrimonio combinato con un cugino più grande di lei.
Una prospettiva di vita che la giovane non accettava, tanto da minacciare il ritorno da sola in Pakistan.
La famiglia, viceversa, non accettava la "ribellione" occidentale di Saman (pettinatura, trucco, abbigliamento) e la relazione con un giovane italiana.
La foto di un normale tenero momento di intimità, per di più con l'ingenuità di pubblicarlo sulle piazze dei social network ha fatto il resto, scatenando ancor di più la furia omicida dei parenti.
Dignità e onore, ecco la condanna a morte
Del resto, nell'intercettazione telefonica agli atti, il padre di Saman, Shabbar, era stato abbastanza eloquente nella sua conversazione con un parente:
"Per me la dignità degli altri non è più importante della mia, non me ne frega più nulla. Io sono già morto, l’ho uccisa io, l’ho uccisa per la mia dignità e per il mio onore. Noi l’abbiamo uccisa".