Dopo gli ultimi due atroci femminicidi, Meloni risponde a Schlein: "Dobbiamo fare di più, tutti insieme"
Nel momento in cui Paese e istituzioni fanno i conti con i due femminicidi in poche ore, si è consumato uno sfregio alla memoria di Ilaria Sula, altra giovane vittima di femminicidio

La morte di Martina Carbonaro, uccisa a soli 14 anni dall'ex fidanzatino 19enne, ha lasciato una ferita profonda nelle coscienze e in un'opinione pubblica sgomenta e incredula. Poco dopo di lei Fernanda Di Nuzzo, 61 anni, maestra d’asilo, aggredita a coltellate dal marito Pasquale Piersantinel loro appartamento aGrugliasco, alle porte di Torino. Dopo una notte di agonia, Fernanda è morta nella mattinata del 29 maggio 2025, all’ospedale Molinette di Torino.
Una piaga trasversale.
La segretaria del Pd, Elly Shlein, nelle scorse ore - in seguito ai due drammatici femminicidi, invitava la premier Giorgia Meloni a mettere da parte le divergenze politiche al fine di unire le forze.
"Facciamo una legge insieme sul femminicidio". La democratica ha posto l'accento sull'urgenza di educare le giovani generazioni a relazioni sane. "La repressione non basta, serve prevenzione". Questo invito alla consapevolezza sembra cadere, amaramente, nel vuoto.
La risposta di Meloni e Schlein
Meloni ha ricordato gli sforzi legislativi messi in campo dal Governo per contrastare la violenza di genere, ma ha anche ammesso che le norme da sole non bastano.
“Serve una svolta culturale e sociale profonda. I passi avanti non sono sufficienti. Dobbiamo fare di più, tutti insieme. Per Martina. Per tutte”.

Il caso ha scatenato una forte reazione pubblica.
La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha denunciato la radice culturale della violenza di genere:
"Il patriarcato pervade la nostra società, anche tra i più giovani. Serve una battaglia culturale ed educativa che parta dalle scuole".
Schlein ha poi rivolto un appello alla premier Giorgia Meloni, invocando un’azione comune per contrastare l’emergenza femminicidi:
"Serve una legge che renda obbligatoria l’educazione al rispetto in tutte le scuole, in tutti i cicli scolastici. Mettiamo da parte lo scontro politico".
La premier Giorgia Meloni è intervenuta con un messaggio carico di dolore, sottolineando la necessità di una reazione forte e condivisa contro la violenza che colpisce, ancora una volta, le donne, anche le più giovani.
“Martina aveva solo 14 anni. Aveva la vita davanti, i sogni, le amicizie, la scuola”, scrive Meloni. “Le è stata tolta con una violenza che lascia senza fiato. Un delitto spietato, che colpisce ogni genitore, ogni cittadino, ogni essere umano”.
La presidente del Consiglio ha espresso vicinanza alla famiglia della ragazza, ribadendo che spetta alla giustizia agire con la massima severità e alle istituzioni “il dovere di non voltarsi dall’altra parte”.
Martina aveva solo 14 anni.
Aveva la vita davanti, i sogni, le amicizie, la scuola. Le è stata tolta con una violenza che lascia senza fiato, uccisa brutalmente da chi diceva di volerle bene. Un delitto spietato, che colpisce nel profondo ogni genitore, ogni cittadino, ogni… pic.twitter.com/OllCpbTGhV— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) May 29, 2025
Sfregio a Ilaria Sula
Nel momento in cui Paese e istituzioni fanno i conti con i due femminicidi in poche ore, si è consumato uno sfregio alla memoria di Ilaria Sula, altra giovane vittima di femminicidio.
Un gesto simbolico, che ha scosso l’Università del Salento. Un semplice foglietto commemorativo, affisso sullo schienale di una sedia nell’aula dello Studium 6, recava la scritta: “Questo posto è riservato a Ilaria Sula, uccisa per femminicidio. Oggi sarebbe dovuta essere a lezione anche lei”.
Ma la parola “femminicidio” è stata cancellata a penna da ignoti.

In un'aula dell'Università del Salento, è stata deturpata una targa dedicata a Ilaria Sula, studentessa ventiduenne uccisa a Roma e per il cui delitto ha confessato l'ex fidanzato Mark Samson. Dal cartello, che dedica alla giovane un posto nella sala, è stata cancellata la penna la parola "femminicidio".

A denunciare l'accaduto è stato il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell'ateneo, che ha espresso "sconcerto e ferma disapprovazione" per quello che è accaduto nell'aula dello Studium 6.
"Ricordiamo che la lotta contro ogni forma di violenza di genere è per noi un impegno concreto, non solo teorico, e il Dipartimento - per il tramite di tutte le sue componenti - continuerà a promuovere consapevolezza e responsabilità attraverso iniziative, studi e spazi di confronto. Il DISUS rinnova il proprio impegno nella difesa dei diritti fondamentali e nella costruzione di una comunità universitaria sempre più attenta, solidale e libera da ogni forma di discriminazione".
Il padre di Ilaria:
"Mi dispiace per Ilaria, così offendono la sua memoria e quella delle altre ragazze uccise come lei", ha commentato il padre della studentessa, Flamur Sula. "Sono senza parole - ha aggiunto -, purtroppo in questo mondo esistono anche persone del genere".