Braccialetto elettronico

Dopo aver scontato 16 anni per l'omicidio di Meredith, Rudy Guede accusato di violenza e lesioni dalla ex

Il 36enne, precedentemente coinvolto nell'omicidio di Meredith Kercher, ora al centro di gravi accuse da parte della sua ex compagna

Dopo aver scontato 16 anni per l'omicidio di Meredith, Rudy Guede accusato di violenza e lesioni dalla ex
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Rudy Guede torna incredibilmente protagonista della cronaca. Il 36enne originario della Costa d'Avorio precedentemente coinvolto nell'omicidio di Meredith Kercher nel 2007, è stato colpito da un provvedimento restrittivo dopo le accuse di violenza e lesioni avanzate dalla sua ex fidanzata.

Insomma dopo aver scontato 16 anni di pena per quel caso d'omicidio mai chiarito fino in fondo, non ha fatto quasi in tempo a tornare in libertà che è finito in un'altra brutta vicenda che ha sempre a che fare con la violenza sulle donne, proprio nel momento in cui il tema è diventato più sensibile dopo la triste fine di Giulia Cecchettin.

Meredith Kercher

Braccialetto elettronico per Rudy Guede

Il provvedimento è scaturito da una denuncia presentata da una 23enne viterbese, con la quale Guede ha convissuto dopo essere stato scarcerato nel novembre 2021. La scarcerazione, avvenuta con qualche mese di anticipo sul termine della pena per buona condotta e partecipazione a programmi rieducativi fino al 2023, ha segnato l'inizio di un periodo tumultuoso tra i due, caratterizzato da presunte vessazioni e episodi di violenza.

Le accuse, documentate dalla squadra mobile durante le indagini condotte tra il 2022 e il 2023, includono lesioni fisiche per le quali la giovane avrebbe richiesto cure mediche a seguito degli attacchi subiti da Guede. La denuncia estiva della 23enne ha evidenziato non solo gli episodi di aggressione ma anche presunte costrizioni a rapporti sessuali non consensuali durante la turbolenta convivenza.

La procura di Viterbo, guidata dalla pm Paola Conti, aveva inizialmente richiesto gli arresti domiciliari, ma il giudice per le indagini preliminari ha optato per un divieto di avvicinamento di 500 metri dalla ex fidanzata, con l'applicazione di un braccialetto elettronico. È importante notare che il giudice non ha riconosciuto l'accusa di maltrattamenti.

La misura cautelare è stata notificata a Guede nella mattina del 6 dicembre 2023, quando gli agenti lo hanno raggiunto presso il Centro Studi Criminologici di piazza della Rocca, dove collabora grazie alla laurea conseguita durante la sua detenzione in carcere.

Le parole di Knox e Sollecito

Da quando è stato rilasciato alla fine del 2021, Guede è rimasto a Viterbo, lavorando come cameriere in un ristorante pizzeria sulla Cassia nord. Unico condannato in via definitiva per l'omicidio Kercher, Guede ha costantemente sostenuto la sua innocenza.

rudy guede
Guede, Knox, Sollecito

Nel commentare la situazione, Amanda Knox, precedentemente coinvolta nel caso, ha dichiarato:

"Spero che la sua ex compagna abbia tutto il sostegno necessario."

Tuttavia, Raffaele Sollecito, anch'egli precedentemente accusato e successivamente assolto, sostiene che Guede non si sia "pentito" e che la sua condotta sia rimasta invariata rispetto a prima della detenzione.

Il passato di Guede

Infanzia e adolescenza di Rudy sono state tumultuose. Il padre in Costa d'Avorio è un insegnante che a un certo punto decide di provare a cercare fortuna in Europa. Parte nel 1987, quanto Rudy ha pochi mesi, e approda in Italia, dove troverà lavoro come muratore. Si stabilisce vicino a Perugia e nel 1992 fa arrivare la famiglia in Italia.

La casa teatro dell'assassinio di Meredith

Là deve affrontare molte difficoltà e il piccolo Rudy viene in pratica "adottato" due volte, prima da una sua insegnante e poi da una facoltosa famiglia di Perugia. Nell'inchiesta per l'omicidio di Kercher viene dipinto come un bugiardo seriale.

E' giocando nel playground di fronte l'Università per Stranieri di piazza Grimana (ora ribattezzata piazza Braccio Fortebracci) a Perugia, che si mescola con la comunità studentesca di Perugia e conosce i ragazzi che vivevano al piano inferiore della casa di Meredith.

Iniziò così la frequentazione della casa che fu poi teatro di quell'orribile delitto per il quale Guede, al termine di un complicato percorso giudiziario, fu indicato come l'unico responsabile dell'omicidio della giovane inglese.

Si è sempre dichiarato innocente, al Corriere, Guede ha affermato:

“Io c'ero in quella casa, chi lo nega? C'erano le mie tracce sul luogo del delitto, certo. Mica stavo fermo in un angolo. Ero con Meredith, ci siamo scambiati effusioni, abbiamo avuto un approccio sessuale, sono andato al bagno, ho provato a fermare il sangue che le usciva dal collo... Ovvio che ci fossero le mie tracce in giro. Ma l'ho detto quando credevano che mentissi per evitare la condanna, lo ripeto più che mai adesso che ho finito di pagare il mio conto alla Giustizia: io non ho ucciso Meredith”.

E ancora:

“Se le mie mani sono macchiate di sangue è perché ho tentato di salvare Meredith. La paura ha preso il sopravvento e sono scappato come un vigliacco lasciando Mez forse ancora viva. Di questo non finirò mai di pentirmi".

Il 36enne ha inoltre raccontato il trauma del suicidio di un suo compagno di cella, durante la detenzione:

“Il momento più brutto è stato quando il mio compagno Roberto si è tolto la vita. Stavo rientrando in cella, ho aperto lo spioncino e ho visto che i suoi piedi penzolavano, si era impiccato con il mio scaldacollo, ho rivisto di nuovo la morte da vicino. Una volta venni picchiato dai compagni di cella. Mi imposero di pulire la stanza, dissi no, mi colpirono all’occhio sinistro. Piangevo senza farmi vedere. Quante volte mi sono svegliato nel cuore della notte, ingannato dal sogno di essere libero, di stare coi miei amici, con la mia famiglia. In quei momenti l’unico modo di reagire era aggrapparmi a quelle ali che si chiamano ricordi e volare ai tempi dell’infanzia”.

A Viterbo ha trovato lavoro alla biblioteca del centro studi criminologici. E alla sera fa il cameriere in un ristorante.

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