Non è stato visitato

Dopo 12 ore d'attesa al Pronto soccorso se ne va (e dall'ospedale manco le scuse)

Il 25enne si sfoga: "Trovo assurda una cosa simile". L'ospedale si giustifica: "Il suo era un infortunio non prioritario".

Dopo 12 ore d'attesa al Pronto soccorso se ne va (e dall'ospedale manco le scuse)
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Era andato al Pronto soccorso a seguito di un infortunio rimediato alla caviglia, ma il suo problema non era particolarmente urgente e quindi gli era stato dato un codice verde. Si è quindi seduto nella sala d'aspetto, mentre gli altri pazienti più gravi gli passavano davanti uno dopo l'altro. Nulla di così scandaloso, se non fosse che l'attesa si è prolungata veramente all'infinito: un'ora, due ore, tre, cinque, sette, dieci... Alla dodicesima ora non ne ha potuto più di aspettare e ha deciso di andarsene, con l'ospedale che non gli ha neanche chiesto scusa.

Attende 12 ore al Pronto soccorso senza essere visitato

L'ultima vicenda che ha a che fare con una sanità pubblica non sempre come la vorremmo, non giunge da un presidio sanitario sperduto in mezzo al nulla, ma dall'evolutissima Lombardia, che s'è sempre fatta vanto del proprio sistema sanitario (salvo scoprire durante l'emergenza Covid che il "gigante" aveva i piedi d'argilla...).

Protagonista della disavventura, come raccontato da Prima Como, è stato Marco Ruggiero, 25enne di Albavilla, che ha raccontato per filo e per segno la disavventura capitatagli lo scorso martedì, 10 gennaio 2023, al Pronto soccorso dell'ospedale Fatebenefratelli di Erba (Como).

Il ragazzo, come affermato in apertura, aveva subito un trauma alla caviglia che si era gonfiata a dismisura. Preoccupato della situazione ha quindi deciso di andare a farsi controllare in Pronto soccorso, scelta che col senno di poi si è rivelata essere nefasta:

"Sono entrato in ospedale alle 9,30 di martedì con una caviglia gonfia e dolorante: ho atteso ben dodici ore per un controllo, ma poi a sera me ne sono andato".

Il 25enne, poi, spiegando la sua situazione, ha poi fatto sapere di aver cambiato ospedale, venendo visitato in tempi decisamente più sopportabili:

"Sapevo di non essere un paziente in situazione di emergenza, ma trovo assurdo dovere aspettare ben dodici ore".

E chi avrebbe mai il coraggio di dargli torno?

Il giorno dopo, il giovane ha deciso di cambiare meta e si è quindi recato all’ospedale di Cantù, dove ha atteso circa quattro ore, ma alla fine è riuscito a effettuare la visita e la radiografia.

Dall'ospedale nessuna scusa

Oltre all'attesa infinita in sala d'aspetto, durata 12 ore, Marco Ruggiero, sfogatosi per il disservizio ricevuto, non ha ricevuto alcuna scusa dall'ospedale di Erba, ma solo spiegazione della situazione venutasi a creare che ha prolungato i tempi per un controllo alla sua caviglia:

"In quella giornata sono transitati in Pronto Soccorso 71 pazienti, di cui 1 codice rosso e ben 23 codici gialli - ha replicato il direttore sanitario Pierpaolo Maggioni - L'infortunio del paziente – si trattava di una distorsione tibiotarsica del giorno precedente –  è da considerarsi codice non prioritario e non soggetto a trattamento preferenziale rispetto a popolazione fragile come possono essere anziani e bambini".

Tutto corretto, direttore Maggioni. Ma anche se l'attesa era inevitabile (pure l'aspirante paziente ne resta per altro consapevole), ciò non toglie che in nessun luogo del mondo civile ci si augura mai debba verificarsi una situazione simile.

Sarebbe stato sufficiente quanto meno ammetterlo e aggiungere una semplice parola: scusa. Basta poco, a volte.

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