Danni per migliaia di euro

I tabaccai denunciano chi si è servito ai distributori automatici di sigarette hackerati con tutto a dieci centesimi

In tanti hanno approfittato della protesta anarchica: sigarette vendute ad un prezzo 50/60 volte inferiore rispetto alla norma

I tabaccai denunciano chi si è servito ai distributori automatici di sigarette hackerati con tutto a dieci centesimi
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Un attacco hacker di matrice anarchica ha colpito nel weekend diversi distributori automatici di sigarette nella nostra Penisola, con i pacchetti che venivano erogati al prezzo di vendita di soli 10 centesimi. Con l'obiettivo di portare di nuovo l'attenzione sul caso Cospito, alla fine è successo che il messaggio è passato quasi del tutto inosservato, mentre i distributori di sigarette sono stati completamente svuotati da clienti che hanno approfittato della situazione. E che ora rischiano grosso. I tabaccai infatti hanno

Attacco ai distributori di sigarette: venduti a soli 10 centesimi

Fare una stima esatta dei distributori colpiti è ancora difficile, ma certo è che l'attacco informatico ha riguardato diverse città di tutta Italia da Nord a Sud. Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo 2023, la nostra Penisola è stata teatro di una protesta degli anarchici in solidarietà con Alfredo Cospito, esponente del movimento anarchico detenuto al 41-bis e protagonista di uno sciopero della fame contro il carcere duro da oltre 150 giorni.

Sui distributori automatici di sigarette, in tantissime città italiane, le schermate iniziali sono state infatti sostituite con delle immagini recanti la scritta "Fuori Alfredo dal 41bis" con sullo sfondo la sagoma rossa di un uomo con il pugno alzato e altre sagome grigie di alcuni poliziotti.

Una volta toccato il touchscreen, però, dopo aver proceduto con le regolari modalità di acquisto delle sigarette, ciascun pacchetto veniva venduto a soli 10 centesimi anziché al prezzo intero. Tale iniziativa è andata avanti per diverse ore, con la possibilità di comprare sigarette a prezzi 50/60 volte inferiori rispetto al normale.

Come affermato in precedenza sono state diverse le città italiane colpite dall'attacco anarchico: ad esempio, Prima La Riviera e Prima Bergamo hanno segnalato casi di questo tipo sia a Bordighera (Liguria), sia a Treviglio, Caravaggio e Misano Gera d'Adda (Lombardia).

Stando alle prime informazioni sulla vicenda, pare che gli anarchici, anche se non hanno rivendicato pubblicamente ancora l'attacco hacker, abbiano affondato il colpo solo sui distributori automatici dell’azienda mantovana Laservideo, che però per il momento non ha commentato la vicenda (un’altra azienda, la AM Distributori, ha invece smentito sul proprio sito di essere stata coinvolta).

In tanti ne hanno approfittato

I pacchetti di sigarette sono stati venduti a 10 centesimi fino alle prime ore di domenica 26 marzo. Tantissimi tabaccai, per evitare di fare altre grosse perdite (al momento se ne contano per migliaia di euro), hanno subito raggiunto le loro attività disattivando i distributori automatici.

Ovviamente, i clienti che si sono accorti di questa falla nel sistema hanno immediatamente approfittato della situazione acquistando in maniera spasmodica quanti più pacchetti di sigarette hanno potuto. Una circostanza che non ha portato neanche beneficio al messaggio degli anarchici che è stato rapidamente scalzato davanti alla prospettiva di accaparrarsi sigarette quasi praticamente gratis.

Gianfranco Labib, presidente nazionale di AssoTabaccai, ha detto al Corriere della Sera che "parlando con alcuni tecnici abbiamo compreso come Laservideo utilizzi un sistema per cui è il server centrale a inviare informazioni ai distributori. Quindi hackerando il server centrale, è stato possibile entrare contemporaneamente in tutti i distributori". La polizia postale, al momento, è al lavoro per risalire ai responsabili di questo attacco.

Il rischio denuncia

I danni per i tabaccai (e pure per lo Stato) sono ingenti, diverse centinaia di migliaia di euro. E ora chi ha approfittato della situazione rischia una denuncia (d'altronde non sarebbe neppure complicato risalire a chi ha acquistato le "bionde" a 10 centesimi, dato che per l'acquisto nei distributori automatici è necessaria la tessera sanitaria).

In molti, peraltro, hanno già agito da sé, andando a pagare la differenza sulle sigarette acquistate a prezzo di "saldo".

Caso Cospito, gli ultimi sviluppi

A proposito del caso Alfredo Cospito, proprio ieri, lunedì 27 marzo 2023, il tribunale di sorveglianza di Milano e quello di Sassari hanno rigettato l'istanza della difesa di Alfredo Cospito e dunque l'anarchico resterà al 41 bis nel reparto protetto del San Paolo di Milano. I legali di Cospito avevano indicato come residenza per gli eventuali arresti domiciliari la casa della sorella, a Viterbo. In entrambi i casi la richiesta era stata fatta per gravi motivi di salute.

Alfredo Cospito

Come risaputo, infatti, l'anarchico sottoposto al 41-bis (in carcere dal 2012 per aver gambizzato a Genova l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, e per l’invio di due pacchi bomba alla scuola allievi carabinieri di Fossano nel 2006) sta portando avanti, dal reparto protetto del San Paolo di Milano, uno sciopero della fame da più di 150 giorni per chiedere la fine del carcere duro. Per questo motivo è da diverso tempo che le sue condizioni di salute sono gravemente peggiorate, ragione per cui è tenuto sotto costante controllo da parte dei medici.

"L'attuale condizione di salute gravemente compromessa è conseguenza dell'esercizio del suo diritto all'autodeterminazione attraverso il rifiuto, con scelta programmata, volontaria e autonoma, della nutrizione, affiancato alla dichiarazione delle sue motivazioni" come la "contrarietà al regime speciale del 41 bis", scrivono i giudici nell'ordinanza di rigetto del differimento pena ai domiciliari.

Cospito "è lucido e collaborante ed è consapevole dei rischi connessi alla prosecuzione del regime dietetico": dalle relazioni sanitarie e dall'accertamento psichiatrico "non emergono alterazioni della percezione né acuzie psichiatriche in atto", sottolinea sempre il Tribunale di Sorveglianza di Milano.

"Da nessun elemento in atti, neppure da alcuna deduzione difensiva - evidenziano i giudici - si trae che la scelta di Cospito di intraprendere e, attualmente, proseguire nello sciopero della fame, possa essere ricondotta a tratti disfunzionali di personalità". L'anarchico in sciopero della fame da 5 mesi per protestare contro il regime di 41 bis "appare determinato nel rifiuto delle terapie proposte, esprimendo così il suo spazio di autodeterminazione, al fine di provocare gli effetti di cambiamento a livello giudiziario, politico e legislativo dallo stesso auspicati.

Perciò la motivazione dello sciopero della fame, rinnovata e gestita in maniera altalenante, con assunzione al bisogno ovvero occasionale degli integratori e comunque di acqua, sale e zucchero, è frutto di un ragionamento preordinato e consapevole". Anzi, è stato "proprio il rifiuto dell'alimentazione che ha determinato l'attuale condizione clinica, allo stato ancore reversibile e che sta determinando inesorabilmente il suo peggioramento", si legge ancora nel provvedimento dei giudici di Sorveglianza che puntualizzano: "L'attuale ricovero in un reparto ospedaliero (seppur in regime carcerario) è stato disposto proprio per garantire ad Alfredo Cospito il massimo grado di tutela del suo diritto alla salute".

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