Dieci anni fa il naufragio della Costa Concordia
La tragedia costò la vita a 32 persone. Il comandante Francesco Schettino fu condannato a 16 anni di reclusione.
Il passare del tempo è soggettivo, e gli ultimi due anni hanno modificato certamente il nostro modo di percepire lo scorrere dei giorni. Ma ci sono immagini che non si cancellano mai, che quando le vediamo ci fanno dire immediatamente "Sembra ieri" (o "sembra passata una vita"). Una di queste è certamente la fotografia della Costa Concordia ribaltata sugli scogli dell'Isola del Giglio. Beh, sono passati esattamente 10 anni da quell'episodio che ha fatto discutere (e arrabbiare) l'Italia intera, e non solo.
Costa Concordia: sono passati dieci anni
Era la sera del 13 gennaio 2012. La Costa Concordia, gigantesca nave da crociera, ospitava a bordo 3.208 passeggeri e 1.023 membri dell’equipaggio e avrebbe dovuto percorrere l’ultima tappa di una crociera di otto giorni tra Civitavecchia, Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca, Cagliari, Palermo e Savona, dove sarebbe dovuta arrivare il mattino seguente alle 7.12. Ma non ci arrivò mai.
Già, perché alle 21.45, la nave, urtò uno degli scogli a 500 metri dal porto dell'Isola del Giglio: un incidente che provocò uno squarcio di 70 metri nello scafo e che fece ribaltare la nave. La maggior parte dei passeggeri fu recuperata con lance di salvataggio, mentre alcune centinaia, bloccate dopo il rovesciamento, con motovedette ed elicotteri. Trentadue di loro, però, persero la vita: trenta corpi furono recuperati nei primi due mesi, gli altri due dispersi a ottobre 2013 e a novembre 2014, durante le operazioni di smantellamento della nave.
L'inchino fatale
Fatale alla Costa Concordia fu l'inchino della nave. Una pratica in uso che consiste nell'avvicinarsi a un lembo di terra per salutare qualcuno. Quello della Concordia fu annunciato pochi minuti prima del disastro su Facebook da Patrizia Tievoli, maestra elementare del Giglio e sorella del maitre Antonio. Erano le 21.08 quando scriveva: "Fra poco passerà vicina vicina la Concordia di Costa Crociere, un salutone a mio fratello che a Savona finalmente sbarcherà, per godersi un po’ di vacanza!".
Una serie di errori di comunicazione e valutazione, però, trasformò quel momento che avrebbe dovuto essere di gioia in una tragedia.
Il comandante Schettino
Come è impossibile cancellare dalla mente le immagini della Costa Concordia appoggiata su un lato, altrettanto impossibile è scordarsi il nome del comandante: il capitano Francesco Schettino. Nato il 14 novembre 1960 da una famiglia marinara di Meta, in Campania, Schettino ha frequentato l'istituto nautico a Piano di Sorrento. Nel 2002, all'età di 41 anni, è stato assunto da Costa Crociere, diventando primo ufficiale. È stato promosso a capitano nel 2006.
Fu subito travolto dalle polemiche perché la sera dell'incidente, prima che le operazioni di salvataggio dei passeggeri fossero concluse, fu trovato a terra. Contattato dalla Capitaneria di Livorno, disse di trovarsi su una lancia di dritta su cui era dovuto salire a causa dell'accentuato sbandamento della nave. Rimase celebre il dialogo tra Schettino e il capo della sezione operativa della Capitaneria di porto di Livorno, Gregorio de Falco, in cui quest'ultimo intimava al comandante di tornare sulla nave ("Vada a bordo, c...")
Riguardo all'abbandono della nave, Schettino spiegò di essere scivolato dall'imbarcazione cadendo in una scialuppa di salvataggio
Il 23 febbraio 2013, la Procura di Grosseto ha comunicato di aver avviato un procedimento giudiziario nei confronti di Schettino. Tra le accuse, omicidio colposo plurimo e l'abbandono di nave con passeggeri a bordo. La richiesta di patteggiamento è stata respinta. Per lui fu chiesta una condanna a 26 anni di carcere. Dopo un processo durato 19 mesi, l'11 febbraio 2015 fu condannato a sedici anni di reclusione (10 per omicidio colposo, 5 per avere causato il naufragio e uno per abbandono dei passeggei) e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Il 31 maggio 2016, la Corte d'Appello di Firenze ha confermato i sedici anni di reclusione per Schettino. Lo stesso ha fatto la Cassazione in via definitiva il 12 maggio 2017.