Delitto Viareggio, Cinzia Dal Pino e l'ombrello restituito al ristorante. Le sorelle della vittima: "Vogliamo giustizia"
L'imprenditrice 65enne è ai domiciliari con il braccialetto elettronico
Da qualche giorno in Italia non si parla (quasi) d'altro. L'imprenditrice Cinzia Dal Pino, che ha investito e ucciso il 47enne senza fissa dimora Said Malkoun dopo che lui l'aveva derubata a Viareggio, si trova agli arresti domiciliari, con applicazione del braccialetto elettronico.
Delitto Viareggio, Cinzia Dal Pino ai domiciliari
La vicenda oramai la conoscono tutti: il nordafricano le aveva rubato la borsa, lei lo ha inseguito e lo ha colpito con il suo Suv bianco schiacciandolo contro la vetrina di un negozio di via Coppino a Viareggio, passando sopra il suo corpo per ben quattro volte prima di allontanarsi.
Ad inchiodarla le immagini di videosorveglianza - qui sotto il video completo dell'accaduto - con le forze dell'ordine a prelevarla dalla propria abitazione per condurla in procura. Come riporta Prima Firenze, agli inquirenti la donna ha raccontato di essere dispiaciuta di quanto successo, di volerlo solo bloccare per riprendersi la borsa dove dentro aveva effetti personali quali documenti, chiavi di casa e il cellulare. Le modalità hanno però fatto scattare immediatamente l'accusa di omicidio volontario.
Le telecamere riprendono il momento in cui Cinzia Dal Pino investe Said Malkoun
L'ombrello restituito al ristorante
Dal Pino, secondo gli inquirenti, è apparsa fredda tanto di persona quanto appare nel video.
La donna - titolare dello stabilimento balneare bagno Milano di Viareggio - avrebbe in quei momenti drammatici avuto l’accortezza di riportare indietro l’ombrello che le avevano prestato al ristorante dove aveva cenato in precedenza assieme agli amici. Denotando dunque ulteriore freddezza e cinismo nelle sue azioni. Motivazioni che hanno ulteriormente rafforzato l'ipotesi della volontarietà del gesto.
L'Italia si divide
Nel frattempo, come spesso accade in questi casi, l'Italia si divide tra chi le dà ragione e chi la attacca. La maggior parte dei commenti sui social sembra virare verso la donna, eletta a simbolo di una popolazione che ha reagito e si è fatta giustizia da sola, non meritando l'accusa di omicidio volontario. Dall'altra chi invece non perdona la perdita di una vita umana, condannando fermamente l'episodio di estrema violenza.
La condanna dell'arcivescovo Giulietti
Tra chi ha condannato senza appello quanto commesso da Dal Pino vi è l'arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti.
"Il video evidenzia un comportamento sbalorditivo. Come si fa a passare con la macchina più volte sopra il corpo di una persona? Come pensare che una tranquilla e stimata signora, capace imprenditrice, potesse compiere un’azione del genere? Il male vince quando ci rende cattivi: chi esulta perché questo episodio sarebbe un episodio di legittima difesa dimostra come il male vince. Io dico, non esultiamo, questa non è legittima difesa e non è giustizia".
La famiglia chiede giustizia
Intanto, sulla televisione marocchina Chouf Tv, le sorelle del 47enne chiedono giustizia:
"La nostra famiglia è sotto choc e chiede venga fatta giustizia. Soprattutto, non ci capacitiamo del fatto che all’autrice del fatto siano stati dati solo i domiciliari".
"Said era in Italia da 24 anni. Era una persona conosciuta per essere rispettosa di tutti. Quella donna lo ha investito per quattro volte nonostante avesse visto le sue condizioni. E’ andata via senza pietà, senza chiedere aiuto. tutti coloro che lo hanno conosciuto lo confermano. Chiediamo ai fratelli e le sorelle magrebini di aiutare la nostra famiglia ad ottenere giustizia".
Questa donna di sicuro si crede superiore ai comuni mortali dato che ha i soldi...spero rimanga molti anni in carcere
....NON avesse rubato la borsetta NULLA sarebbe successo!!