Da Prima Firenze

Inscenò la sua morte (carbonizzato in auto) e ritornò in Italia come naufrago

L'incredibile storia di Davide Pecorelli, imprenditore ed ex arbitro

Inscenò la sua morte (carbonizzato in auto) e ritornò in Italia come naufrago
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Un "piano" piuttosto articolato, che però alla fine è stato scoperto. E ora è stato pure condannato a quattro anni. Davide Pecorelli, 49enne di San Giustino (Perugia), imprenditore del settore beauty ed ex arbitro della sezione Aia di Arezzo, ha provato a improvvisarsi novello "Mattia Pascal", inscenando la propria morte. Ma alla fine è stato smascherato.

Davide Pecorelli e la finta morte in Albania

L'ex arbitro finse infatti la propria morte in Albania, dove fu dato per carbonizzato, prima di ricomparire in Italia come presunto naufrago nel mar Tirreno. Il 49enne raccontò la storia di un presunto tesoro, spacciandosi per un novello conte di Montecristo. Alla base della sua fuga dall'Albania, ci sarebbe invece una storia di debiti e conti non saldati.

Stando alle indagini, nel gennaio del 2021 Pecorelli avrebbe dato fuoco ad un'auto da lui noleggiata in Albania, al cui interno fece ritrovare resti di ossa umane per simulare così il proprio decesso e darsi alla fuga. L'imprenditore avrebbe accumulato debiti tali da non avere altra soluzione che scappare.

Davide Pecorelli: il servizio di Italia7

Nel video il servizio di Italia7, una delle televisioni del gruppo Netweek.

La fuga e la condanna

Smascherato, è stato processato in Albania, dove è stato condannato a 4 anni per incendio doloso, violazione dei confini nazionali albanesi da clandestino e ostacolo al raggiungimento della verità. Pecorelli è stato invece assolto per le accuse più gravi di vilipendio di cadavere e truffa.

Per i reati di cui era accusato in Albania era stato sottoposto ad arresto provvisorio in Italia ed è stata chiesta l'estradizione. La corte di appello di Perugia ha però accolto l'istanza della difesa rinviando a maggio il processo in cui verrà trattato il caso. I reati per i quali è stato condannato comunque non prevedono la carcerazione, con gli avvocati che ora saranno impegnati nella revoca della richiesta di misura cautelare per ottenere una pena alternativa.

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