L'incredibile storia della famiglia Rossini

Cosa sappiamo della coppia che ha seppellito 8 milioni in contanti in giardino

Una vita "modesta", senza dare nell'occhio. Eppure avevano un tesoro sottoterra.

Cosa sappiamo della coppia che ha seppellito 8 milioni in contanti in giardino
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Una famiglia che non ha mai dato nell'occhio e che, probabilmente proprio per questo, è riuscita ad accumulare un tesoro da otto milioni di euro seppellito in giardino.  Sembra una storia da romanzo, ma è successo davvero. Teatro dell'incredibile vicenda Gussago, paese nel Bresciano dove vivono Giuliano Rossini e la moglie Silvia. Ma la vicenda coinvolge anche tante altre persone.

La coppia che ha seppellito 8 milioni in contanti in giardino

Come racconta Prima Cremona,  Giuliano Rossini sarebbe il capo di un collettivo di evasori fiscali in cui sono coinvolti la moglie Silvia, il figlio Emanuele, la cognata Marta e oltre 100 persone.

Ma andiamo con ordine per ricostruire questa storia (o perlomeno quello che sappiamo finora). Nel 2019 i Carabinieri di Gardone Val Trompia ricevono la segnalazione su alcuni bonifici sospetti a favore di cinesi in banche straniere. Si parla di fatture false per circa mezzo  miliardo di euro, con un'evasione totale attorno ai 93 milioni. E a quel punto scattano le indagini.

Il ritrovamento

Della vicenda si è occupata naturalmente anche la Guardia di Finanza, che ha ricostruito una serie di movimento sospetti attorno all'abitazione della famiglia Rossini. E a quel punto è scattato il blitz, che ha permesso di fare l'incredibile scoperta: i cani addestrati a fiutare il denaro, infatti, hanno rinvenuto 8 milioni di euro rinchiusi in buste di plastica seppellite in giardino. 

Quando gli investigatori sono arrivati la famiglia  Rossini si trovava in Austria, dove era solita trascorrere un po' di tempo. Tramite le telecamere di sicurezza dell'abitazione, moglie e marito si sono accorti che avevano "ospiti" e hanno chiamato i carabinieri per capire cosa stesse succedendo.

A quel punto, consapevoli del fatto che erano stati scoperti, hanno preso la decisione di consegnarsi in carcere. Lei si trova in quello di Verziano mentre il marito a Cremona e saranno interrogati dal gip.

Chi sono i coniugi Rossini

Ma chi sono i membri della famiglia Rossini e come hanno fatto ad avviare indisturbati questo incredibile giro di soldi? Innanzitutto partiamo dal denaro, che sarebbe più degli 8 milioni rinvenuti.  Durante il primo interrogatorio i due coniugi hanno comunicato che avrebbero fatto trovare altri soldi. E così è stato. La Guardia di Finanza ha già trovato in un sottotetto della loro casa 1,6 milioni di euro, tutti in tagli da 20, 50 e 100 euro. Ben divisi in mazzette e protetti da sacchetti di plastica.

La peculiarità di questa storia è che normalmente da chi possiede una somma così elevata di denaro ci si aspetta meravigliose ville da milioni di euro, macchine lussuose, yacht e abiti firmati. Ma la famiglia Rossini non ha niente di tutto questo, vive in una casa normalissima. La moglie guida un'utilitaria e non va quasi mai a fare shopping.

Il vicinato nel quale erano perfettamente mimetizzati non avrebbe mai sospettato che nascondessero tutti quei soldi. Il capofamiglia e, per l'accusa, mente di questa associazione criminale è Giuliano Rossini rappresentato dall'avvocato Lorenzo Cinquepalmi. Ha 46 anni ed è titolare di alcune aziende che vendono materiali ferrosi. Per il gip è il vertice di questo affare illecito.

L'avvocato difensore ha spiegato che il suo assistito "ha ammesso le proprie colpe e si riserva di precisare le sue condotte in fase di interrogatorio". Precisa, inoltre, che agli atti ci sono circa 6.000 pagine di fascicolo da analizzare e solo dopo si potrà arrivare a stilare la condotta tenuta dal Rossini.

Poi c'è Silvia Fornari, la moglie 40enne che negli ultimi quattro anni si sarebbe occupata di creare fatture false per oltre mezzo miliardo di euro ed evadere il Fisco per 93 milioni di euro, garantendo il compito più basilare dell'intera organizzazione.

A quanto pare la Fornari faceva molto altro. Per esempio controllava i conti e gestiva i trasferimenti dei bonifici ricevuti dai clienti a pagamento delle fatture sui conti aperti all'estero, di cui uno a Hong Kong. Le imprese e le società costruite dal marito sono state costruite soltanto per emettere fatture, quella della vendita di ferro era una copertura. Dopo aver creato le fatture trovavano dei prestanome per far credere a tutti che le aziende erano operative.

Secondo l'indagine la coppia sarebbe a capo di un gruppo che avrebbe evaso oltre mezzo miliardo di euro ed evaso il Fisco per 93 milioni di euro.

Il figlio e la cognata

Anche il figlio Emanuele dà poco nell'occhio. Niente vizi da 22enne ricco, né bravate sopra le righe.

Sempre secondo l'accusa, il ragazzo ha partecipato con la madre alle consegne di denaro, al ritiro del contante e collaborava nel dare i documenti ai finti clienti complisti dell'attività criminale.

Ultimo membro della famiglia è Marta, la sorella di Silvia, anche lei agli arresti domiciliari. Gli inquirenti sostengono che la zia di Emanuele si sarebbe occupata di restituire i soldi ai clienti degli uffici interni di una delle aziende di famiglia di cui è avvocato.

Presto altre novità

La coppia a capo dell'organizzazione, dopo essersi consegnata, si dichiara pronta a spiegare come sono andati realmente i fatti. Nei prossimi giorni, quindi, come già detto, ci potranno essere importanti novità. Questa storia di una famiglia che non ha mai dato nell'occhio ci insegna ancora una volta che non dobbiamo giudicare il libro dalla copertina e che anche i nostri vicini di casa potrebbero nascondere un tesoro del genere nel giardino.

 

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