Cosa rischiano i The Borderline per l'incidente costato la vita al piccolo Manuel Proietti
Intanto emerge una testimonianza agghiacciante: "Continuavano a filmare anche dopo che Manuel era morto"
L'incidente di Casal Palocco, Roma, costato la vita al piccolo Manuel Proietti di 5 anni è sulla bocca di tutta Italia da giorni. E non potrebbe essere altrimenti. Perché non è "soltanto" una tragedia figlia della fatalità, qui c'è molto molto di più.
Al momento c'è soltanto un indagato: si tratta di Matteo Di Pietro, il ventenne alla guida della Lamborghini urus che ha travolto l'auto su cui viaggiavano Manuel, la mamma Elena Uccello e la sorellina. Dovrà rispondere del reato di omicidio stradale e lesioni. Non è stato arrestato nonostante gli esami abbiano accertato la positività alla cannabis, perché la positività è risultata piuttosto bassa e dunque c'è la concreta possibilità che abbia assunto cannabinoidi nei giorni precedenti e al momento del sinistro fosse completamente lucido.
Incidente Manuel: cosa rischiano Matteo Di Pietro e i The Borderline
Come detto, il reato contestato a Di Pietro, vent'anni, studente universitario, è l'omicidio stradale. Ma cosa prevede la legge per questo genere di reato?
L'omicidio stradale fu introdotto con la legge 41 del 23 marzo del 2016 dal Governo guidato da Matteo Renzi, che proprio in queste ore ha ricordato quel momento con un tweet (che peraltro non è piaciuto a tutti, attirandogli anche qualche critica).
Quando ero a Palazzo Chigi ho firmato la legge sull’omicidio stradale, per punire chi si mette alla guida sotto effetto di alcool o stupefacenti. Ricordo le critiche di allora ma anche la commozione delle famiglie delle vittime. Quello che è successo a Roma ieri, con la morte del… pic.twitter.com/ewFCshL2Ta
— Matteo Renzi (@matteorenzi) June 15, 2023
Di fatto si tratta di una specifica dell'omicidio colposo, categoria in cui già venivano compresi gli incidenti mortali, che introduce però alcune aggravanti per chi guida sotto effetto di alcol o stupefacenti o per chi scappa dopo un incidente in cui ci sia una vittima. In particolare l'articolo 589-bis (quello proprio relativo all'omicidio stradale) prevede:
- è confermata la fattispecie generica di omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla circolazione stradale (la pena rimane la reclusione da 2 a 7 anni);
- è punito con la reclusione da 8 a 12 anni l'omicidio stradale colposo commesso da conducenti un veicolo a motore in stato di ebbrezza alcolica grave (tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro) o di alterazione psico-fisica conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope; se si tratta di conducenti professionali, per l'applicazione della stessa pena è sufficiente essere in stato di ebbrezza alcolica media (tasso alcolemico compreso tra 0,8 e 1,5 grammi per litro);
- è invece punito con la pena della reclusione da 5 a 10 anni l'omicidio stradale colposo commesso da conducenti di un veicolo a motore in stato di ebbrezza alcolica media, autori di specifici comportamenti connotati da imprudenza: superamento di limiti di velocità, attraversamento di incroci con semaforo rosso; circolazione contromano; inversione di marcia in prossimità o in corrispondenza di intersezioni, curve o dossi; sorpassi azzardati.
La pena è diminuita fino alla metà quando l'omicidio stradale, pur cagionato dalle suddette condotte imprudenti, non sia esclusiva conseguenza dell'azione (o omissione) del colpevole.
La pena è invece aumentata se l'autore del reato non ha conseguito la patente (o ha la patente sospesa o revocata) o non ha assicurato il proprio veicolo a motore.
E' poi previsto un aumento della pena nel caso in cui il conducente provochi la morte di più persone ovvero la morte di una o più persone e le lesioni di una o più persone. Anche qui si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo; il limite massimo di pena viene però stabilito in 18 anni (il limite massimo attuale è di 15 anni).
E' stabilita, infine, una specifica circostanza aggravante nel caso in cui il conducente, responsabile di un omicidio stradale colposo, si sia dato alla fuga. In tale ipotesi, la pena è aumentata da 1/3 a 2/3 e non può, comunque, essere inferiore a 5 anni.
A Di Pietro, dunque, potrebbe essere contestata l'aggravante dei comportamenti imprudenti, se venisse effettivamente accertato il superamento dei limiti di velocità (pare che il Suv Lamborghini con a bordo i ragazzi viaggiasse oltre i 100 chilometri orari).
Decisiva però sarà anche la ricostruzione della dinamica del sinistro. Stando a quanto ha affermato l'avvocato del giovane youtuber, sarebbe stata la Smart a dover dare la precedenza al Suv Lamborghini. Ovviamente il tutto è ancora al vaglio degli inquirenti e potrebbe volerci parecchio tempo per capire effettivamente cosa è accaduto.
Il pm incaricato dell'indagine si occuperà dunque di ordinare una perizia che dovrà valutare tutto quanto: velocità, diritti di precedenza, stato dei veicoli.
Cosa rischiano gli altri ragazzi che erano a bordo del Suv Lamborghini
Al momento non ci sono indagini sugli altri quattro ragazzi che erano a bordo del Suv Lamborghini. I loro telefoni sono però stati sequestrati dalla Polizia intervenuta sul luogo del sinistro. Dalle analisi degli smartphone potrebbe emergere - ma è bene chiarire che siamo nel campo delle ipotesi - un eventuale "incitamento" ad andare più forte o a compiere qualche manovra azzardata. Difficile però pensare che per loro la pena possa essere elevata.
L'accusa shock: "Filmavano anche dopo l'incidente"
Intanto emergono altri particolari shock sugli istanti seguenti il sinistro. Un testimone, amico della famiglia Proietti e papà di un compagno di asilo di Manuel, ha raccontato che dopo l'incidente alcuni dei ragazzi continuavano a filmare, quasi indifferenti per il dramma che si stava consumando sotto i loro occhi.
Nelle chat del quartiere circola anche una foto in cui si vede di spalle (riconoscibile con la maglia verde con il logo del gruppo di youtuber) Vito Loiacono, uno dei cinque ragazzi, con in mano un cellulare proprio di fronte alla scena dell'incidente.
Proprio Loiacono nelle ore immediatamente seguenti la tragedia era stato accusato di essere alla guida del mezzo. Lui stesso sui social aveva smentito la cosa, con un messaggio di vicinanza alla famiglia di Manuel.
Un messaggio che però non placa la rabbia della gente del quartiere, tanto che si temono possibili ritorsioni nei confronti dei ragazzi, come hanno testimoniato alcuni dei loro amici.
Le parole di Salvini
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che proprio in questi giorni sta portando avanti una revisione del Codice della Strada che prevede inasprimenti delle pene per chi guida sotto effetto di alcol o stupefacenti.
"Ritiro della patente a chi uccide al volante sotto effetto di stupefacenti. Nessuna tolleranza, la droga è morte. In queste ore, penso solo a quell’angioletto di 5 anni che non c’è più, alla mamma e alla sorellina ferite, al dolore indicibile di quel papà di fronte alla scena straziante di un incidente insensato che ha distrutto un’intera famiglia. È mio dovere di ministro - ed è dovere di tutti i legislatori, a prescindere dalle appartenenze politiche -, fare tutto il possibile per prevenire queste tragedie: è e sarà il mio impegno".
Ritiro della patente a chi uccide al volante sotto effetto di stupefacenti.
Nessuna tolleranza, la droga è morte.In queste ore, penso solo a quell’angioletto di 5 anni che non c’è più, alla mamma e alla sorellina ferite, al dolore indicibile di quel papà di fronte alla scena… pic.twitter.com/ncky4errL1
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) June 15, 2023
In queste ore, poi, Salvini ha rincarato la dose.
"Entro la prossima settimana porteremo, come promesso, il disegno di legge sulla sicurezza stradale. Anche stanotte uno trovato positivo ad alcol e droga ha ucciso un ragazzo sulle strisce pedonali, piuttosto che cinque imbecilli che per fare una gara hanno ucciso un bimbo di cinque anni, quindi ci saranno norme di assoluta severità".
"Visto che il buon senso non basta a gente dovrà avere paura, paura, di mettersi al volante drogato o ubriaco".
"Sul telefonino ho chiesto alla polizia stradale una stretta particolare. Buona parte degli incidenti deriva da distrazione e se ti becco a chattare o a usare il telefonino ti fermi. Non è che ti faccio la multa ma ti fermi con la macchina lì. Abbiamo anche previsto che i neopatentati per i primi tre anni non possano guidare auto di grande cilindrata perché uno che ha la patente da un anno se gli metti in mano una Lamborghini, Porsche o altro non è cosa intelligente da fare. Dovrai aspettare".