Giallo a Treviso

Confermato: sono due gli assassini di Margherita Ceschin, la 72enne che ha sorpreso i ladri in casa

Sono stati immortalati da una telecamera mentre arrivavano in bici e mentre si allontanavano 50 minuti dopo: cosa hanno fatto in qutto quel tempo?

Confermato: sono due gli assassini di Margherita Ceschin, la 72enne che ha sorpreso i ladri in casa
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Gli inquirenti hanno sciolto le riserve. E il quadro indiziario ipotizzato ora si cristallizza: Margherita Ceschin, la 72enne di Conegliano, in provincia di Treviso, Veneto, trovata due sabati fa senza vita in casa, è stata uccisa da due ladri che sono entrati nel suo appartamento al primo piano di una palazzina in via 28 Aprile 15.

Non uno, ma due. La telecamera di videosorvegliana comunale poco distante dal condominio li ha immmortalati nella serata di venerdì 23 giugno 2023: sono arrivati in bicicletta, hanno scavalcato la recinzione perimetrale del palazzo, hanno usato l'utilitaria bianca della pensionata, posteggiata sotto il balcone, per arrampicarsi, poi sono stati ripresi 50 minuti dopo mentre lasciavano la zona, sempre in bicicletta.

Conegliano: due gli assassini di Margherita Ceschin

Insomma, la tesi del furto trasformatosi in rapina e poi fino in tragedia in base a questi elementi sembra far scartare tutte le altre ipotesi prese in considerazione inizialmente dagli investigatori, ritrovatisi alle prese con alcuni dettagli anomali, che in realtà alla luce del nuovo quadro potrebbero comunque trovare spiegazione.

Quello che più colpisce è il tempo di permanenza all'interno dell'appartamento della Ceschin: ben 50 minuti. Alla faccia del colpo lampo... Cosa hanno combinato i due ladri dell'ultim'ora - presumendo in base a tutti i dettagli che fossero alle prime armi, o forse ancor peggio al loro primo colpo - in tutto quel tempo, è difficile stabilirlo con certezza, anche malgrado tutta la tecnologia dei Ris.

Ma se accettiamo che il delitto sia stato innescato dallo spavento e dalla perdita di controllo da parte dei due, sorpresi  in salotto dall'anziana, che non si aspettavano di trovarsi di fronte, allora qualche ipotesi si può delineare.

Se una volta balzati sul balcone e entrati i casa i malviventi si sono subito imbattuti nella povera vittima, è probabile che il delitto sia stato consumato in pochi minuti, il tempo di bloccare la donna sul divano (col ginocchio, tanto da fratturarle lo sterno) e soffocarla con un cuscino. Azione che potrebbe essere stata compiuta insieme dal duo omicida.

A quel punto la frittata era fatta. Nei successivi 45 minuti i due criminali in erba si sono probabilmente arrovellati su come uscire da una situazione ben diversa rispetto ai potenziali rischi presi in considerazione prima di vestire i panni dei topi d'appartamento.

Hanno avuto il tempo di distruggere il telefonino della pensionata e metterlo a mollo nel lavandino della cucina (forse perché lei aveva tentato di chiamare il 112), poi di mettere a soqquadro la casa, ma alla fine hanno deciso di andarsene senza bottino, lasciando gioielli nei cassetti e catenina al collo della vittima. Insomma, ritrovarsi di colpo sulle spalle un omicidio dev'essere stato abbastanza: hanno frugato in giro, ma in mancanza di qualcosa di imperdibile da rubare, devono aver deciso che avevano già abbastanza di cui preoccuparsi... E poi quasiasi maltolto sarebbe stato difficile da rivendere nel giro della ricettazione, dato che gli inquirenti sarebbero stati con le orecchie drittissime proprio per cercare di risalire all'identità degli autori del delitto.

Si sono tenuti solo il portafogli, forse pensando di rallentare le indagini, non di sicuro per la fretta, a questo punto. Ma in tutto quel tempo c'è da scommettere che abbiano cercato di cancellare anche eventuali impronte lasciate in giro, le stesse che gli uomini del Ris hanno cercato con meticolosità nei giorni scorsi, anche sulla macchina usata come scala improvvisata.

La telecamera li ha filmati all'arrivo e anche dopo

"Scandagliando le riprese delle videocamere della zona risalenti alla notte dell’omicidio emergerebbero infatti i fotogrammi di due sagome che, nella notte di venerdì, si aggiravano nella zona con fare sospetto. Le immagini non sono nitide e al momento i carabinieri agli ordini del comandante del Nucleo Investigativo di Treviso, Giovanni Mura, non sono stati ancora in grado di effettuare l’identificazione. Ma il riconoscimento dei due individui sarebbe soltanto questione di ore".

Così il procuratore di Treviso, Marco Martani.

A questo punto, dicevamo, anche altri elementi ancora oscuri della vicenda andrebero riletti secondo la tesi dei balordi poco preparati. Come la porta d'ingresso non chiusa a chiave semplicemente perchè invece che ridiscendere dal balcone, i ladri sono più agevolmente usciti dalla porta principale (la 72enne non avrebbe aperto la porta al proprio assassino).

Chi era Margherita Ceschin

Margherita Ceschin, originaria di San Pietro di Feletto (accanto a Conegliano), aveva trascorso gran parte della sua vita una trentina di chilometri più a sud a Ponte di Piave, dove si era sposata con un noto imprenditore agricolo originario di Negrisia, dal quale si era separata qualche anno fa. A quel punto si era trasferita a Conegliano avvicinandosi a una delle figlie, alla anziana madre (mancata poi durante il Covid) e al fratello Paolo, titolare dell'azienda vitivinicola di famiglia fondata dal padre Rino. I funerali della 72enne si sono tenuti venerdì 30 giugno, alle 11 nella chiesa di San Pietro di Feletto, suo paese natale.

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