STORIA A LIETO FINE

Colpo di calore mentre brucia sterpaglie: lo salva un trapianto di fegato

L'uomo aveva iniziato a fare dei lavori in un campo in pieno pomeriggio sotto un sole rovente, accendendo per di più il fuoco.

Colpo di calore mentre brucia sterpaglie: lo salva un trapianto di fegato
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Un colpo di calore mentre bruciava delle sterpaglie poteva essergli fatale: lo ha salvato un trapianto di fegato per quello che è poi stato dopo tanta paura il più classico "lieto fine".

Per la prima volta un uomo salvato con un trapianto di fegato per insufficienza epatica fulminante da "colpo di calore". Fondamentale è stata la prontezza d'intervento e il lavoro di squadra messo in campo dall'equipe di medici e infermieri.

Colpo di calore mentre brucia sterpaglie: lo salva trapianto di fegato

Come racconta Prima Torino, la drammatica storia a lieto fine arriva dall'ospedale Molinette di Torino, Città della Salute.

Qui un 57enne è stato strappato da morte certa grazie ad un trapianto di fegato eseguito in emergenza nazionale per una gravissima insufficienza epatica insorta nelle sequele di un colpo di calore patito tre giorni prima in quest'estate all'insegna del caldo e della siccità senza precedenti come da 60 anni non si registrava nel nostro Paese.

Colpo di calore, l'allarme e la corsa in ospedale

L'uomo, residente nell'astigiano, corporatura sana e robusta da ex atleta, era stato colto da malore nei pressi di casa sua in un rovente pomeriggio.

Un malore che non gli ha però impedito di gridare "Aiuto!". Da lì, la richiesta d'intervento al 118.

I soccorritori al loro arrivo hanno trovato riverso a terra, privo di sensi, vicino ad un rogo di rovi e sterpaglie.

Colpo di calore da allarme rosso, oltre 40 di febbre

La prima temperatura corporea rilevata sull'uomo in sede di intervento è stata di 41 gradi, conseguenza appunto di un "colpo di calore", causato dall'essersi messo al lavoro in pieno pomeriggio e per di più aver acceso anche il fuoco per bruciare le sterpaglie.

Le condizioni cliniche dell'uomo sono apparse immediatamente critiche, tali da necessitare l'intubazione tracheale sul posto ed il trasporto in elisoccorso verso la Rianimazione dell'ospedale di Alessandria.

Le prime cure e la decisione per il trapianto

Nelle ore successive, dopo il raffreddamento del corpo con ghiaccio sul corpo, infusioni endovenose fredde e l'applicazione di terapie per sostenere le funzioni vitali, le condizioni del paziente si sono progressivamente stabilizzate, con iniziali segni di miglioramento.

Ma il sospiro di sollievo è stato di breve durata perché gli indici relativi allo stato del fegato a partire da 24 ore dopo l'evento acuto hanno registrato un evidente e progressivo peggioramento.

Tanto che il 57enne è finito in coma senza dare segni di ripresa e in uno stato di grave insufficienza epatica acuta.

Dopo ulteriori accertamenti, il paziente è stato quindi trasferito (nuovamente in eliambulanza) verso la Rianimazione 2 delle Molinette e inserito in lista d'attesa per trapianto di fegato in "super-urgenza nazionale" a circa 48 ore dall'iniziale colpo di calore.

L'intervento per il trapianto di fegato

La Rete Trapianti italiana si è immediatamente attivata e, grazie al Coordinamento del Centro Regionale Trapianti del Piemonte-Valle d'Aosta e del Centro Nazionale Trapianti, dopo pochi minuti è stato individuato un donatore d'organi compatibile, da poco resosi disponibile ad Udine. L'équipe dei chirurghi del Centro Trapianto di Fegato di Torino si è quindi mobilitata, recandosi nell'ospedale friulano per eseguire il prelievo d'organi.

Attualmente il paziente si trova ancora degente presso la terapia intensiva del dottor Balagna, ma ha già normalizzato i valori della funzione epatica e sta dando significativi, seppur iniziali, segni di risveglio dal coma.

Eccezionalità dell'intervento

Un intervento che è stato descritto nella sua eccezionalità d'emergenza dal Giovanni La Valle, Direttore Generale della Città della Salute di Torino:

"Per la sua estrema rarità, il quadro di severo danno epatico secondario a colpo di calore pone particolari criticità nella sua valutazione e nella sua scelta di trattamento. Quando il grado di compromissione funzionale epatica supera i limiti di non ritorno, allora inizia una vera corsa contro il tempo, alla quale solo l'eccellenza del sistema trapianti a livello locale e nazionale permette di dare una risposta efficace".

 

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