Cinque vittime in quattro giorni nei fiumi lombardi: ignorati i divieti di balneazione
Dal Ticino al Po, passando per l’Adda e i canali: raffica di tragedie nel ponte di Ferragosto. Un giovane è ricoverato in condizioni gravissime

Un ponte di Ferragosto che si è trasformato in tragedia lungo i corsi d’acqua lombardi: in soli quattro giorni sono cinque le vittime accertate tra Adda, Ticino, Po e canali, mentre un altro giovane lotta in ospedale in condizioni disperate. Un drammatico bilancio che riporta in primo piano i pericoli dei fiumi, troppo spesso frequentati nonostante i chiari divieti di balneazione e le continue raccomandazioni delle autorità.
Due morti in 48 ore ne L'Adda
Sabato 16 agosto, in zona Belgiardino (tra Lodi e Montanaso Lombardo), un 27enne romeno residente a Milano è stato trascinato sotto dalle correnti mentre tentava di recuperare un pallone caduto in acqua. Come riportato da Prima Lodi, si rivelati inutili i soccorsi di amici, passanti e vigili del fuoco: il giovane è stato recuperato ormai privo di vita.

Due giorni prima, giovedì 14, la stessa sorte era toccata a Karim Ahmed Mandi, 16 anni, di origini egiziane e ospite di una comunità per minori a Spino d’Adda, sempre in provincia di Lodi. Il ragazzo si era tuffato nell’Adda a Comazzo, in località Bocchi, senza più riemergere. Individuato dall’elicottero dei vigili del fuoco, era stato portato al San Raffaele di Milano, dove, come scritto sempre da Prima Lodi, è deceduto poche ore dopo il ricovero.
Le vittime a Moglia e Linarolo
Non c’è stato scampo neppure per Laurentiu Gorea, 23 anni, romeno residente a Modena e autotrasportatore. Venerdì di Ferragosto si era tuffato nel canale Mondine a Moglia, in provincia di Mantova, dopo aver bevuto una birra con gli amici. Non è più riemerso: il corpo - come raccontato da Prima Mantova - è stato ritrovato soltanto 36 ore dopo, domenica mattina, quando le turbine dell’impianto idrovoro sono state riattivate.

Sempre domenica 17 agosto, a Linarolo, in provincia di Pavia, ha perso la vita un 23enne moldavo. Come spiegato da PrimaPavia, giovane si era tuffato nel Po all’altezza del ponte della Becca: dopo pochi secondi ha iniziato ad annaspare e a chiedere aiuto. Recuperato da alcune imbarcazioni di passaggio, è stato portato a riva e rianimato, quindi trasferito d’urgenza al Policlinico San Matteo di Pavia. Ma ogni tentativo è stato inutile: i medici hanno constatato il decesso poco dopo.
Tragedia anche nel Ticino
A completare il drammatico bilancio, la morte di un 24enne di origini romene in provincia di Varese, residente nel Legnanese. Il giovane, dopo aver trascorso la notte di Ferragosto con alcuni amici sulle rive del Ticino in località Panperduto, non è più stato visto al risveglio. Il suo corpo è stato recuperato dai vigili del fuoco nel fiume la mattina seguente. La Procura di Busto Arsizio ha disposto l’autopsia per chiarire le cause del decesso.
Giovane in gravi condizioni, un 14enne salvato
Non tutte le storie, fortunatamente, si sono concluse con un epilogo fatale. Venerdì 15 agosto, ad Abbiategrasso (a pochi passi da Vigevano, ancora in provincia di Pavia), un 23enne si è tuffato nel Ticino perdendo conoscenza subito dopo l’ingresso in acqua. Soccorso dai vigili del fuoco e dal 118, è stato trasportato in gravissime condizioni al San Matteo di Pavia, dove resta ricoverato.

Sabato 16 agosto, invece, attimi di paura sul lago di Garda, davanti alla sponda veneta di Malcesine (Verona), per un windsurfista tedesco di 14 anni trascinato al largo dal vento dopo aver perso vela e albero. A salvarlo è stata la Guardia Costiera, che lo ha individuato a quasi un chilometro dalla riva e riportato a terra sano e salvo.
I divieti ignorati
Cinque giovani vite spezzate, una ancora appesa a un filo e decine di soccorritori mobilitati: un bilancio che riaccende i riflettori sulla pericolosità dei fiumi. Tratti d’acqua che nascondono correnti, mulinelli e improvvisi dislivelli, da anni interdetti alla balneazione ma troppo spesso presi d’assalto durante le giornate estive.