La decisione della procura

Chiara Ferragni indagata per truffa per il caso pandoro: cosa rischia

La reazione: "Sono serena perché ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini in corso"

Chiara Ferragni indagata per truffa per il caso pandoro: cosa rischia
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Chiara Ferragni è indagata per truffa aggravata  per il caso del pandoro 'Pink Christmas' Balocco. Il procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco ha deciso di iscrivere l'influencer nel registro degli indagati insieme ad Alessandra Balocco, Ad dell'azienda dolciaria piemontese.

Chiara Ferragni indagata per truffa

Dopo la maxi multa da un milione per Ferragni e da 450mila euro per Balocco comminata dall'Antitrust, dunque, l'inchiesta si allarga. E se in un primo momento l'ipotesi della truffa era stata scartata, ora viene presa in considerazione dalla Procura milanese.

La Guardia di Finanza di Milano ha acquisito documenti nella sede dell'azienda milanese e depositato una prima annotazione sugli scambi di mail tra l'influencer e l'azienda, a cui seguirà anche una serie di allegati, al procuratore aggiunto Eugenio Fusco. Che sulla base delle risultanze ha deciso di procedere in questo modo.

Cosa stanno facendo le altre Procure

Sulla vicenda erano state coinvolte anche altre Procure che, dopo aver ricevuto esposti da parte del Codacons, avevano aperto dei fascicoli senza ipotesi di reato. Ora però invieranno gli atti a Milano.

La reazione: "Sono serena"

Ferragni, da parte sua, si è detta serena:

"Sono serena perché ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini in corso. Ho piena fiducia nell’attività della magistratura e con i miei legali mi sono messa subito a disposizione per collaborare e chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto nel più breve tempo possibile. Sono, invece, profondamente turbata per la strumentalizzazione che una parte dei media sta realizzando, anche diffondendo notizie oggettivamente non rispondenti al vero".

Il reato di truffa: cosa rischia Chiara Ferragni

Il reato di truffa è disciplinato dall'articolo 640 del Codice penale:

"Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032.

La pena è della reclusione da uno a cinque anni e della multa da euro 309 a euro 1.549:

1) se il fatto è commesso a danno dello Stato o di un altro ente pubblico o dell'Unione europea o col pretesto di far esonerare taluno dal servizio militare;
2) se il fatto è commesso ingenerando nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario o l'erroneo convincimento di dovere eseguire un ordine dell'Autorità;
2-bis) se il fatto è commesso in presenza della circostanza di cui all’articolo 61, numero 5.
Il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo che ricorra taluna delle circostanze previste dal capoverso precedente".

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