FIRENZE

Chi ha preso Cataleya era già dentro l'albergo: il video prima che la bimba scompaia

Non si hanno più notizie dallo scorso 10 giugno: La piccola di 5 anni sembra inghiottita nei misteri dell'Astor, sgomberato e sequestrato solo dopo una settimana dalla scomparsa

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Ha ancora i due codini, il passo lento e quasi indeciso nel salire le scale dell'ex hotel Astor. Si guarda intorno Cataleya, quasi a cercare qualcuno. Allunga le gambe e va verso l'alto, passando le scale due alla volta. Forse cerca con chi giocare. Chissà.

Emergono nuove immagini, diffuse dai carabinieri, della piccola Cataleya di cinque anni di cui non si hanno più notizie dallo scorso 10 giugno 2023. A oltre un mese dalla scomparsa, i militari hanno diffuso altri frame dove la piccola prima sale le scale, poi le scende più decisa. Sono le 15.11 di sabato 10 giugno 2023. Da allora sparisce inghiottita nei misteri dell'ex albergo di via Maragliano, sgomberato.

Appena due minuti

Edlira Mamutaj per Prima Firenze

Sono pochi i minuti dove si vede la bambina salire verso i piani alti della struttura e poi scendere verso il cortile. Alle 15.13 ha il fare più deciso Cata. Appoggia appena la mano sul muro e scivola via velocemente. A riprenderla è la telecamera di via Boccherini.

Le immagini, diffuse solo ieri, giovedì 13 luglio 2023, dai carabinieri, delegati alle indagini coordinate dalla Dda di Firenze, sono in mano agli uomini dell'Arma già da diverso tempo. Al setaccio anche le altre telecamere della zona per capire da dove sia uscita la piccola di cinque anni.

Poco prima di quel video si era visto Cataleya con gli amici e poi rientrare all'interno da sola, di quella che era la sua casa. L'ipotesi per gli inquirenti rimane sempre la stessa: sequestro di persona a scopo di estorsione. Un'ipotesi, però, che ha qualche punto interrogativo. O meglio uno su tutti.

Come mai fino ad ora nessuno ha chiesto un riscatto?

Un'incognita che cozza con quanto trapelato fino ad oggi dagli inquirenti. Certo è che i misteri dell'Astor sono molti.

«Chi sa parli», avevano fatto appello i genitori nei giorni scorsi in una delle tante manifestazioni. «Non lo faccia per noi, ma lo faccia per la bambina».

Appelli che fino ad ora sono rimasti inascoltati.

Ma che fine ha fatto Cataleya?

Gli oltre tremila metri quadrati dell'Astor sembrano aver inghiottito quell'essere minuscolo di appena un metro e 15 centimetri di altezza, dagli occhi e capelli castani.

Forse ha pagato o paga ancora - e se fosse così significherebbe che sia ancora viva -  le colpe dei grandi.

Un'inchiesta che zoppica

Ma l'inchiesta è nata male. Sì, perché nessuno ha pensato sin da subito di procedere allo sgombero dell'Astor. E' passata una settimana perché venisse rotto il retaggio del racket dell'affitto, droga e chissà cos'altro.

Adesso, a un mese di distanza un altro video racconta che Cataleya è stata presa da qualcuno che era già dentro l'albergo. Una vicenda dalle peggiori sfaccettature dei libri gialli, ma che più passa il tempo e più diventa terribile.

Tante, troppe le domande senza risposta

Perché? Come? Cata aveva mai visto i suoi aggressori? Anche chi l'ha presa viveva all'interno dell'ex albergo?

L'auspicio è che la piccola di cinque anni non diventi la protagonista di uno di quei  romanzi gialli di Patricia Highsmith o di Cornell Woolrich. Un noir, una di quelle storie dove una persona tranquilla viene improvvisamente travolta da un destino che sta nascosto, in agguato e che improvvisamente balza fuori, pronto a sconvolgere un’intera esistenza.

Anche il giornalista Gigi Paoli, in un articolo de La Nazione, poneva qualche dubbio sulle indagini. Ovvero l'errore nell'aver concentrato tutte le energie  all'interno dell'Astor e non fuori.

«Si fa quello che non si dovrebbe mai fare - scriveva qualche settimana fa Paoli - come insegnava anche un magistrato sopraffino come Pier Luigi Vigna: non si cerca di confutare la propria tesi, di falsificarla come diceva l’epistemologo Karl Popper di cui Vigna (laureato anche in filosofia) era un grande estimatore, ma ci s’innamora della propria teoria».

Adesso le certezze si sgretolano sempre di più, con la speranza che questa non sia una di quelle storie dove non c'è mai una fine.

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