Suo un movimento antiviolenza

Chi è l'attentatore del premier slovacco Fico e perché voleva ucciderlo

Juraj Chintula, poeta ed ex guardia giurata, di 71 anni, avrebbe dichiarato di aver sparato perché in disaccordo con la politica del leader sovranista

Chi è l'attentatore del premier slovacco Fico e perché voleva ucciderlo
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L'ha chiamato, con un diminuivo del suo nome: "Robo", poi ha fatto fuoco. Secondo le notizie più recenti, il primo ministro slovacco Robert Fico non sarebbe in pericolo di vita dopo l'attentato subito mercoledì 15 maggio 2024, nella cittadina di Handlová, 180 chilometri a nord-est della capitale Bratislava.

Gli istanti dell'attentato a Fico

Trasportato in ospedale in condizioni critiche, si è parlato per tutta la giornata di ieri in bilico tra la vita e la morte.

Ora sarebbe stabilizzato e in coma farmacologico: secondo il suo entourage "sopravviverà".

La security di Fico lo trascina in auto dopo il ferimento

Ma chi è Juraj Chintula, il 71enne che ha esploso tre colpi contro il leader del partito populista filorusso Smer? Pare si tratti di un'ex guardia giurata, con la passione per la poesia. Le ragioni del tentato omicidio? Cintula non condivideva le scelte politiche di Fico.

Juraj Chintula

Chi è Juraj Chintula, l'uomo che ha sparato a Fico

La buona notizia è che - stando alle dichiarazioni del vicepremier slovacco e ministro dell'ambiente, Tomas Taraba - Robert Fico dovrebbe farcela:

"Penso che alla fine sopravviverà. Al momento non è in pericolo di vita".

Fico assistito dai sanitari sul luogo dell'attentato

Fico era stato raggiunto da tre colpi d’arma da fuoco , ed era subito stato portato in ospedale, dove le sue condizioni erano state descritte come critiche. Giovedì 16 maggio, la direzione dell’ospedale ha fatto sapere che l’operazione chirurgica di Fico è durata cinque ore ed ha coinvolto due squadre di medici.

Panico dopo gli spari

Quello di ieri è stato il primo tentativo di assassinio di un politico così importante nella storia recente della Slovacchia, un paese indipendente dal 1993.

A sparare, mentre il leader populista salutava i suoi supporter, celandosi fra loro, è stato il 71enne Juraj Chintula. Lo ha chiamato da dietro le transenne usando l’appellativo “Robo”, e poi ha esploso cinque colpi d’arma da fuoco: tre hanno colpito Fico. Dopo essere caduto a terra, il politico è stato subito caricato su un’auto dagli agenti del suo servizio di sicurezza, mentre gli agenti bloccavano l'attentatore a terra.

Juraj Chintula bloccato a terra

Ha sparato perché "non d'accordo con le politiche di questo governo", questo il movente dello scrittore e autore di numerose poesie, fondatore del club letterario Duha (che vuol dire "arcobaleno") e membro dell'associazione ufficiale degli scrittori slovacchi.

Arresto Juraj Chintula

I media slovacchi sottolineano come Chintula avesse fondato un movimento antiviolenza nella sua città natale (Levice, a una cinquantina di chilometri da Handlová) nel 2015, sostenendo che “ogni persona normale rifiuta la violenza. Il nostro obiettivo è unire le persone, preservare la pace e ripristinare la democrazia. Ma è molto difficile perché nessuno si fida più di nessuno. Il mondo è pieno di caos e odio".

Arresto Juraj Chintula

Sulla sua pagina Facebook, il 'Movimento contro la violenza' si descrive come un “partito politico emergente il cui obiettivo è prevenire la diffusione della violenza nella società. Per prevenire la guerra in Europa e la diffusione dell'odio". L'ultimo post è dell'aprile 2022, poche settimane dopo l'inizio della guerra in Ucraina. La tv slovacca Markíza ha resto noto che, alcune settimane fa, l’uomo aveva criticato il governo di Fico in alcuni video pubblicati su YouTube, e in particolare la sua proposta di abolire la Slovacchia Televisione e Radio (STVR), l’emittente pubblica del paese.

Video della confessione di Fico agli agenti

L'attentatore sarebbe una ex guardia di sicurezza. L'arma con la quale ha sparato sarebbe stata regolarmente detenuta.

La politica sovranista e conservatrice di Fico sul modello Orban

Fico, 59 anni, è il leader del partito populista Smer ed è il primo ministro della Slovacchia dallo scorso ottobre, ma aveva già ricoperto il ruolo dal 2006 al 2010 e dal 2012 al 2018. Nato il 15 settembre 1964 a Topolcany, si è laureato in legge a Bratislava per poi iscriversi al Partito Comunista. Dopo la Rivoluzione di Velluto che portò alla nascita della Repubblica Ceca e della Repubblica Slovacca, è entrato nel Partito della Sinistra Democratica (Sdl). Dal 1994 al 2000 ha rappresentato Bratislava presso la Corte europea dei diritti dell'uomo e negli stessi anni ha iniziato la sua ascesa nell'agone politico: lasciata la Sinistra Democratica ha fondato lo Smer, presentandosi agli elettori come un'alternativa ai comunisti e ai socialisti, una sorta di sinistra più centrista. Poi la virata populista e sovranista.

Robert Fico

Negli ultimi mesi, l'UE non ha nascosto una certa preoccupazione rispetto alle posizioni di Fico, paragonabili a quelle dell'Ungheria di Viktor Orban (al punto da guadagnarsi il nomignolo di "Orban di sinistra").

A preoccupare la malcelata tendenza filorussa - giudicata pericolosa a Bruxelles - accompagnata da una certa nostalgia per l'Unione Sovietica. Nella sua ultima campagna elettorale ha attaccato più volte l'Ue per il sostegno a Kiev ma anche per le sanzioni a Mosca. Senza nascondere una certa vicinanza a Putin.

Nonostante Smer all'Europarlamento siede assieme a Socialisti e Democratici, le posizioni sui migranti del partito sono tendenzialmente di destra. Fico, al riguardo, ha preso posizioni nette:

"Useremo anche la forza per proteggere il nostro Paese dai migranti".

Robert Fico

Anche sulle adozioni di figli da parte di coppie omosessuali il leader ha assunto posizioni fortemente conservatrici qualificandole come "perversione" e dichiarando che "mai" sarebbe stato a favore dei matrimoni fra persone dello stesso sesso. 

Fico - Orban

Gli alleati di Fico hanno imputato arte delle responsabilità dell’attacco al primo ministro ai "media progressisti" accusandoli di aver creato un ambiente ostile nei suoi confronti e nei confronti delle sue politiche populiste.

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