Uccide il padre a coltellate, "una tragedia annunciata"
E' successo a Cavernago nel primo pomeriggio di oggi, venerdì 4 agosto 2023. Federico Gaibotti, 30 anni, ha ucciso il padre Umberto, 64 anni, al termine dell'ennesima lite
"In questi ultimi sei mesi il ragazzo ha dato segnali di instabilità dovuti a problemi di tossicodipendenza".
Parla così Giuseppe Togni, sindaco di Cavernago, Comune in provincia di Bergamo (Lombardia) dove nel primo pomeriggio di venerdì 4 agosto 2023, si è consumato un brutale omicidio: Federico Gaibotti, 30 anni, ha ucciso a coltellate il padre Umberto di 64 anni. Una tragedia che, da quanto ricostruito, era annunciata.
Bergamo, uccide il padre a coltellate in casa
L'allarme è scattato nel primo pomeriggio di venerdì 4 agosto 2023, poco dopo le 13. Come raccontato da Prima Treviglio, a Cavernago, provincia di Bergamo, il 30enne Federico Gaibotti ha ucciso a coltellate in casa il padre Umberto, 64 anni.
Il tragico omicidio si è consumato nella loro abitazione di via Verdi.
L'aggressione sarebbe scattata al culmine dell'ennesima lite, iniziata in casa e proseguita poi in giardino. Lì, le urla dell'uomo hanno attirato l'attenzione dei vicini, i primi poi a dare l'allarme.
Sul posto è giunta un'ambulanza insieme ai carabinieri di Bergamo, ma per il 64enne non c'è stato nulla da fare. Il figlio, invece, è stato fermato e traferito in caserma.
I militari dell'Arma hanno effettuato i rilievi all'interno dell'appartamento di via Verdi al fine di ricostruire con esattezza quanto accaduto in quei pochi attimi prima della tragedia.
Una tragedia annunciata
Una tragedia annunciata. A definirla così è il sindaco di Cavernago Giuseppe Togni da qualche mese a conoscenza della situazione delicata della famiglia.
"In questi ultimi sei mesi il ragazzo ha dato segnali di instabilità dovuti a problemi di tossicodipendenza - ha spiegato - In diversi casi si è dovuti intervenire con un Tso e si stava valutando l'inserimento in una comunità di recupero. Si erano già verificati dei momenti in cui era andato fuori controllo, ma quella di oggi è una tragedia. Una tragedia annunciata".
Il 30enne viveva con il padre, separato dalla moglie che vive a Seriate e con cui il ragazzo aveva vissuto per un po' di tempo.
"Il nostro ordinamento è claudicante sul tema - ha aggiunto Togni - alle famiglie che vivono queste situazioni difficili non vengono forniti strumenti adatti.
Gli stessi ricoveri in neuropsichiatria durano dai 7 ai 15 giorni, ma non risolvono il problema. L'inserimento in comunità, poi, è un percorso volontario e difficile da gestire. Le famiglie vengono abbandonate a loro stesse. Noi facciamo il possibile, ma questi sono temi che devono essere affrontati a livelli più alti. Le famiglie non devono rimanere sole. Davanti a queste tragedie si resta davvero molto male".