Caso Saman, ritrovato frammento osseo nel Po: serve il dna, in campo i Ris
Possibile svolta nelle indagini dell'inquietante sparizione della giovane per la quale i familiari ordinarono la condanna a morte.
Caso Saman, la fine dell'anno porterà a un'ulteriore svolta? Lo diranno le analisi del Dna di un frammento osseo ritrovato nel fiume Po. Gli inquirenti pensano possa essere parte del cranio della ragazza pakistana.
La Procura di Reggio Emilia ha infatti affidato ai Ris (Reparto Investigazioni Scientifiche) di Parma l'analisi di un frammento osseo, presumibilmente di un cranio umano, trovato a Lido Po (località balneare dei Lidi di Comacchio, in provincia di Ferrara) che potrebbe appartenere a Saman Abbas, la diciottenne pachistana scomparsa il primo maggio da Novellara, nella Bassa Reggiana.
Caso Saman, la vicenda
La vicenda è ormai tristemente nota. La giovane era scomparsa dal paese dove viveva, per aver rifiutato un matrimonio islamico combinato con un cugino che ancora viveva in patria.
Un rifiuto dettato anche dal fatto di essermi completamente integrata nella comunità italiana ed essersi anche fidanzata con un giovane del posto.
Vendetta familiare per punire la figlia "occidentale": gli indagati
In questa drammatica vicenda, sono cinque gli indagati accusati in concorso di omicidio premeditato, sequestro di persona, occultamento di cadavere: oltre allo zio Danish Hasnain (ritenuto l'esecutore materiale del delitto e che ora, dopo essere stato arrestato a settembre in Francia, si trova in carcere a Parigi in attesa di estradizione), il cugino Ikram Ijaz è in carcere in Italia. Mentre sono latitanti l'altro cugino Nomanhulaq Nomanhulaq e i genitori Shabbar e Nazia Shaheen, fuggiti in Pakistan con un volo dall'aeroporto di Milano Malpensa proprio il primo maggio e dei quali fino a questo momento non si hanno avuto più notizie.
Caso Saman, le ricerche del cadavere
Fatta luce sui motivi della sparizione della giovane (una vendetta ordita dai familiari appunto per aver rifiutato il matrimonio con il cugino), le ricerche degli inquirenti si sono concentrate in questi ultimi mesi ancor di più nell'obiettivo di ritrovare il corpo della giovane.
Una ricerca non facile in mezzo al muro di omertà dei parenti. Ecco perché la Procura di Reggio Emilia confida che il ritrovamento del frammento osseo possa rappresentare un'ulteriore svolta alle indagini.
Il ritrovamento del frammento osseo e gli esami specialistici sul Dna
Il ritrovamento da parte dei carabinieri del frammento osseo risalirebbe all'inizio di novembre nell'area del Lido Po di Boretto.
Ora, il sostituto procuratore Laura Galli, pubblico ministero titolare dell'inchiesta, ha ordinato l'esame specialistico per estrarre il profilo biologico del Dna per capire se possa essere comparabile a quello della giovane.
Le ricerche degli uomini dell'Arma si sono concentrate sul Po dopo che in un'interrogatorio, il fratello minore di Saman avevo riferito di aver sentito i suoi familiari "parlare del corpo e del fiume".
Gli esami sul frammento osseo verranno "incrociati" con altri rilievi effettuati su alcuni indumenti sequestrati proprio allo zio, ritenuto autore materiale del delitto.