Carenza di vigili urbani a Roma? Sì, ma su 6mila agenti quasi mille si sono esentati dal servizio
Un vigile su sei è inidoneo. I motivi sono disparati: c'è chi non può stare in piedi per un tot di minuti, chi non può mettersi al volante e chi non può lavorare di notte
La carenza di vigili urbani è una tematica che riguarda da vicino moltissime città della nostra Penisola, eppure, se si guarda a Roma tale circostanza si fa ancora più problematica: con una superficie di 1.278 metri quadrati e una popolazione di ben 2,7 milioni di abitanti, la Capitale necessita di alto numero di agenti al fine di garantire un discreto servizio di sicurezza per la cittadinanza. Accade però che, in questi primi mesi del 2023, lungo le sponde del Tevere sia emerso uno spinoso caso che è andato ad aggravare ulteriormente la mancanza di personale tra le fila delle forze di polizia: il quotidiano La Repubblica, infatti, ha fatto sapere che su 6mila agenti in servizio, quasi mille si siano esentati dal servizio presentando un certificato medico con i motivi più disparati. A pagarne le spese più alte, oltre ai colleghi rimasti sul campo, sono quindi la città e i cittadini.
Vigili urbani a Roma: uno su sei è inidoneo
Un organico già sottostimato, ridotto ancora di più all'osso. Non sembrerebbe andare per il meglio la situazione dei vigili urbani di Roma dopo l'ultima fotografia resa nota dal quotidiano La Repubblica che parla di una valanga di certificati medici a sancire la non possibilità per alcuni di loro di non poter lavorare.
In questi primi mesi del 2023, infatti, su totale dei 6mila agenti di polizia locale presenti sul territorio, ben 945 non sarebbe idoneo al servizio, col numero di esenzioni salito quindi a 1.023. Nella Capitale, quindi, un vigile urbano su sei è inidoneo. Una condizione che non rende di certo onore al corpo di polizia, ma che inevitabilmente si traduce in un peggioramento dei controllo per le vie di Roma.
I motivi delle esenzioni
Ma per quali ragioni sarebbero emerse un così alto numero di esenzioni dal servizio? I motivi, citati sui certificati medici, sarebbero i più disparati.
Nel dettaglio, sono state depositate 331 richieste per chiedere l’esenzione dal servizio in esterna, 193 per non occuparsi della viabilità sotto le intemperie, altre 214 per non lavorare di notte e 23 per evitare pure il turno semi notturno. Quindi 166 certificati per chi non può stare in "stazione eretta" e 26 per non restare in sala radio. Sul fronte dei mezzi, invece, in 8 non possono guidare le auto della flotta del corpo, in 2 moto e bici.
Per quanto riguarda il fatto di non poter operare in esterna, nei certificati medici sono stati segnalati problemi di postura, ossia il non poter stare troppo tempo in piedi, allergie che impediscono di stare all'aperto e il non potersi esporre allo smog della Capitale.
Tra le esenzioni temporanee, invece, La Repubblica fa sapere che una fetta importante di questi vigili urbani con diverse problematiche fisiche non possano addirittura indossare né la casacca d'ordinanza, né le mascherine.
In 195, infine, hanno un'esenzione permanente da una particolare tipologia di servizio e non potranno mai diversificare il loro operato andando magari a tappare quei buchi derivanti da altre assenze.
"Numeri impietosi"
Sulla situazione dei vigili urbani a Roma si è espresso Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Campidoglio:
"Questi numeri sono impietosi e confermano quanto ci riferiscono i cittadini sulla mancanza dei vigili urbani in strada e nei parchi per la lotta al degrado. Paghiamo gli errori della passata amministrazione e oggi quelli di una giunta e di un consiglio comunale immobile. Mancano più di duemila agenti, serve un nuovo concorso. Ma il sindaco Gualtieri non si rende conto dell'importanza dei vigili urbani. E l'Assemblea capitolina non ha mai avviato una commissione Sicurezza".