Carbonella per barbecue prodotta con sostanze tossiche: ritirata dal mercato
La bricchette pericolose sono state distribuite in tutta Italia. I prodotti sono stati ritirati ma qualcuno potrebbe essere già stato acquistato
D'estate - e con l'avvicinarsi del Ferragosto ancora di più - un grande classico sono le grigliate. Ma occhio alla carbonella. Sì, perché oggi, martedì 6 agosto 2024, i Carabinieri del Comando per la tutela ambientale e la sicurezza energetica, hanno smantellato una rete che tra Trentino Alto-Adige, Austria, Germania, Croazia, Serbia e Svizzera ha introdotto sul mercato bricchette per barbecue pericolose per la salute e distribuite in tutta Italia.
Bricchette per barbecue tossiche: sequestri in tutta Italia
Le bricchette erano prodotte con ceneri derivanti dai processi di piro-gassificazione, quindi con valori elevati di idrocarburi policiclici aromatici e diossine, pericolose per la salute umana.
Per capirci, le ceneri decadenti dai processi di piro-gassificazione di alcuni cogeneratori dell'Alto Adige, contenenti idrocarburi e diossine, anziché essere smaltite come rifiuti venivano trasferite in alcuni impianti croati, dove venivano unite con plastiche e leganti non naturali per ottenere saponette per barbecue e commercializzarle con false certificazioni in Italia e all'estero.
Le imprese coinvolte
Nell'inchiesta del Noe sono coinvolte la Laaser Eyrser Energiegenossenshaft Leeg, impresa che gestisce l'impianto di Lasa (in Alto Adige), la Versciaco srl che gestisce l'impianto di Versciaco (provincia di Bolzano), la società austriaca Syncraft GmbGH e la società croata Krizevci Produkt.
Obi Italia, noto marchio di distribuzione, è invece parte lesa e ha già annunciato che ha ritirato i prodotti dal mercato e che si costituirà parte civile nella vicenda.
La Procura trentina, inoltre, ha chiesto e ottenuto il sequestro preventivo della merce con ritiro immediato delle confezioni in tutta Italia.
Nove indagati
Sono intanto nove le persone indagate, sei italiani e tre austriaci, che dovranno rispondere dei reati di traffico illecito di rifiuti e frode in commercio. Come ha spiegato la procuratrice Federica Iovine gli accertamenti sono ancora in corso per capire quanti ne sono stati venduti, quanti ce n'erano ancora in magazzino.
Tutti quelli che si sono rovinati la salute utilizzando questi prodotti tossici non sono parte lesa e come possono rivalersi per i danni subiti?