La piaga degli incidenti sul lavoro continua a segnare il Paese e non si arresta neppure nel fine settimana. Nelle stesse ore in cui i dati aggiornati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega certificano un 2025 drammatico sul fronte delle morti bianche, due gravi eventi accaduti in Lombardia e in Puglia riportano in primo piano la fragilità dei sistemi di prevenzione (immagine copertina repertorio).
Ventenne precipita da un capannone nel Bresciano
A Calvagese della Riviera, in provincia di Brescia, in Lombardia, un ragazzo di vent’anni è ricoverato in condizioni critiche dopo essere precipitato dal tetto di un capannone in via Trieste, nella frazione di Carzago. Come racconta Prima Brescia, l’incidente è avvenuto nel pomeriggio del 6 dicembre 2025: il giovane stava lavorando sul tetto quando, per cause ancora da chiarire, ha perso l’equilibrio precipitando per dieci metri.
Le sue condizioni hanno richiesto l’intervento dell’elisoccorso decollato da Bergamo, che lo ha trasportato d’urgenza in ospedale. Sulla dinamica indagano i carabinieri della Compagnia di Desenzano, impegnati anche nella verifica del rispetto delle norme di sicurezza sul luogo di lavoro.
Ascoli Satriano: bracciante di 30 anni travolto da un trattore
Un’altra tragedia si è consumata nelle campagne di Ascoli Satriano, in provincia di Foggia, in Puglia, dove un bracciante straniero di 30 anni ha perso la vita dopo essere stato schiacciato da un trattore durante alcune attività agricole. Secondo la ricostruzione iniziale, il mezzo sarebbe stato manovrato da un altro operaio che non si sarebbe accorto della presenza della vittima. Inutili i tentativi di rianimazione dei soccorritori. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il magistrato di turno.
Morti sul lavoro: i dati da gennaio a ottobre 2025
Le tragedie di queste ore si inseriscono in un quadro nazionale già allarmante. Secondo l’ultimo report dell’Osservatorio Vega, nei primi dieci mesi del 2025 si contano 896 vittime sul lavoro, 6 in più rispetto al 2024.
“La sicurezza sul lavoro rimane una problematica irrisolta nel nostro Paese”, commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio.
Le regioni più a rischio
Secondo i dati dell’Osservatorio, più della metà delle regioni italiane rientra in zona rossa o arancione per indice di rischio.
A ottobre 2025 finiscono in zona rossa (rischio superiore al +25% rispetto alla media nazionale) Basilicata, Umbria, Puglia, Campania, Sicilia e Liguria.
In zona arancione: Marche, Veneto, Trentino-Alto Adige, Piemonte, Calabria, Abruzzo ed Emilia-Romagna.
In zona bianca, cioè con rischio più basso: Lombardia, Lazio, Molise, Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia.
Le vittime in occasione di lavoro
Da gennaio a ottobre i decessi in occasione di lavoro sono 657. La Lombardia è la regione con più morti (86), seguita da Veneto (70), Campania (62), Emilia-Romagna (56) e Piemonte (55).
Il settore più colpito resta quello delle Costruzioni con 119 vittime, seguito da Manifattura (98), Trasporti e Magazzinaggio (84) e Commercio (57).

Le fasce d’età e i gruppi più a rischio
Gli over 65 sono i più esposti, con un’incidenza di 86,9 morti per milione di occupati.
Numericamente la fascia più colpita è quella tra 55 e 64 anni, con 240 vittime.
Gli stranieri registrano un rischio più che doppio rispetto agli italiani: 57,7 morti per milione contro 23,9.
Le donne decedute nei primi dieci mesi dell’anno sono 74: calano le vittime in occasione di lavoro (36, -11 rispetto al 2024) ma aumentano quelle in itinere (38, +10).
Giorni più pericolosi e denunce di infortunio
Il lunedì è il giorno con più incidenti mortali (22,8%), seguito dal venerdì (20,2%).
Le denunce totali di infortunio aumentano dell’1,2%: 497.341 contro le 491.439 del 2024.
Il caso Lombardia: emergenza cronica
A confermare la situazione particolarmente critica della Lombardia (che è anche la regione con la popolazione lavorativa più numerosa, va detto), arrivano in queste ore anche i dati Inail.
La Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di denunce di infortunio e malattia professionale: 91.719 tra gennaio e ottobre 2025, di cui 128 con esito mortale.
Milano è l’area più colpita (30.500 denunce), seguita da Brescia (13.198) e Bergamo (oltre 10.000). In crescita anche gli infortuni tra gli studenti, con 15.146 casi (+7,1%): 14.748 durante attività didattiche o percorsi scuola-lavoro.
“Questi numeri confermano che la sicurezza sul lavoro in Lombardia viene affrontata con strumenti insufficienti”, denuncia Eloisa Dacquino, Segretaria Confederale della UIL Lombardia.
“Non possiamo accettare che la nostra regione mantenga, mese dopo mese e anno dopo anno, il primato nazionale per numero di infortuni e malattie professionali. Non si tratta soltanto di un effetto dimensionale: gli incrementi registrati in diversi territori e in specifici settori, unitamente all’aumento dei casi tra gli studenti, è un segnale inequivocabile che qualcosa non funziona nei sistemi di prevenzione e controllo e che la responsabilità è diffusa. Non possiamo accettare che i percorsi di formazione – scolastici o professionali – diventino un ulteriore ambito di rischio. La scuola deve essere un presidio di sicurezza, non un luogo in cui si aggiunge vulnerabilità”.