Salvato a 3.100 metri con vestiti leggeri: "Volevo scalare il Monte Bianco"
L'alpinista 26enne ha raccontato tutti i dettagli della sua drammatica disavventura.
Voleva provare la scalata verso la cima, ma non aveva l'attrezzatura e le conoscenze adatte per affrontare un percorso simile. Il risultato finale è stato abbastanza scontato: sorpreso da una tormenta e rimasto bloccato ad oltre 3mila metri di altitudine sul Monte Bianco, è stato salvato per miracolo dal soccorso alpino. Ristabilito dopo le cure all'ospedale Parini di Aosta, ha dichiarato sorridente dal letto in rianimazione:
"Volevo scalare il Monte Bianco".
Salvato alpinista britannico bloccato sul Monte Bianco
Salvato in extremis, proprio quando era ad un passo dalla morte. Come raccontato da Aostasera, nella mattinata di domenica 2 ottobre 2022, un alpinista 26enne di origini inglesi è stato recuperato ad oltre 3mila metri di altitudine sulla cima del Monte Bianco. I tecnici del Soccorso Alpino Valdostano sono dovuti intervenire sul ghiacciaio di Bionnassay, ritrovato a valle rispetto al bivacco Durier e al col de Miage.
Subito dopo il recupero, il 26enne britannico è stato portato al Pronto soccorso dell'ospedale Parini di Aosta. Le sue gravissime condizioni di salute sono migliorate gradualmente solo dopo il ricovero in rianimazione ed ora pare non essere in pericolo di vita.
"Volevo scalare il Monte Bianco"
Se l'è vista veramente brutta, ma ora che si è ristabilito grazie alle cure dei medici sembrerebbe essere divertito dalla disavventura capitatagli a 3.100 metri di altezza.
"Volevo scalare il Monte Bianco".
Sono state queste le parole che l'alpinista 26enne, originario di Portsmouth, avrebbe riferito sorridente si suoi soccorritori dal letto in rianimazione. Come riportato dall'Ansa, poi, l'escursionista inglese ha descritto integralmente la sua drammatica vicenda:
"Sono partito venerdì dalla Val Veny per compiere l’ascesa della via normale italiana al Monte Bianco che passa dal rifugio Gonella".
Il tutto però senza ramponi e piccozza, strumenti base per riuscire a scalare il ghiacciaio.
"Ho passato la notte tra venerdì e sabato in tenda, sul ghiacciaio del Miage. L’indomani ho ripreso il cammino".
Nel pomeriggio, tuttavia, la situazione è peggiorata:
"Nevicava e il vento era fortissimo. Ho perso la strada per il Gonella così ho pensato di ripiegare sul rifugio Durier. Non ero molto lontano, ma in quella situazione era impossibile raggiungerlo. Mi sono dovuto fermare e ho cercato di ripararmi".
Arrivata la sera, ha preso in mano il suo telefono ha chiesto aiuto.
Un salvataggio complicato
Le operazioni di salvataggio dell'alpinista britannico, tuttavia, sono state più complesse del previsto. Tra l'allarme, lanciato nel tardo pomeriggio di sabato 1 ottobre 2022, e il recupero, infatti, sono trascorse diverse ore, soprattutto a causa delle condizioni metrologiche avverse. Il 26enne britannico avrebbe richiesto aiuto poiché, mentre stava tentando la scalata, è stato sorpreso da una fortissima tormenta.
Raffiche di vento e scarsa visibilità, che purtroppo hanno reso difficoltosi anche i primi tentativi di soccorso sia via terra, sia con l'elisoccorso, terminati alla fine con esito negativo. L'ultimo contatto con l'alpinista, poi, è avvenuto alle 2,30 di notte, mentre il recupero si è verificato solamente alle prime luci dell'alba.
Aveva tentato la scalata con vestiti leggeri
I tecnici del Soccorso Alpino Valdostano, come affermato in precedenza, lo hanno rinvenuto in stato d'incoscienza e di gravissima ipotermia. I soccorritori, inoltre, hanno riferito che, il 26enne britannico non fosse attrezzato a dovere: per affrontare l'ardua scalata, infatti, indossava vestiti particolarmente leggeri, non adatti per "una progressione su un ghiacciaio".
Il suo allarme, ovviamente, è arrivato quando le condizioni meteo si erano fatte critiche, con il suo fisico che non ha più retto il freddo e il forte vento. Il medico che lo ha soccorso in quota ha dichiarato:
"Era a 5 minuti dalla morte".
Il fatto che ora sia vivo, fa parlare di un vero e proprio salvataggio miracoloso.
Gli alpinisti improvvisati e l'ordinanza shock dei francesi
Il recupero dell'alpinista inglese sul Monte Bianco rappresenta solo l'ultimo episodio di una fenomeno che sempre più spesso vede avvicendarsi escursionisti improvvisati in percorsi estremi. Come non dimenticare, infatti, dei cinque giovani milanesi che avevano tentato la scalata sul Monte Due Mani (Prealpi bergamasche) con le scarpe da tennis, portandosi dietro persino una griglia.
Con l'obiettivo di raggiungere il bivacco Locatelli per dormirci dentro, seguendo la poco affidabile mappa di "Google Maps", non avevano però tenuto conto né delle condizioni meteo, né dell'attuale situazione ghiaccio/neve. Sorpresi da una tormenta, quindi, non hanno potuto far altro che lanciare l'allarme. I tecnici del Soccorso Alpino li hanno trovati a circa 150 metri dalla vetta, uno di loro con un principio di congelamento in atto.
Questo episodio, unito all'ultima vicenda del 26enne britannico, testimonia come il fenomeno degli alpinisti improvvisati, purtroppo, è cresciuto considerevolmente nel corso degli anni. Per far fronte alla problematica, di recente è giunta un'ordinanza shock da parte di Jean-Marc Peillex, sindaco del Comune di Saint-Gervais, situato sulla parte francese per scalare il Monte Bianco:
"Non deve essere il contribuente francese a pagare questi costi, se volete scalare il Monte Bianco lasciate 15mila euro di cauzione per soccorsi e funerale".
Provocazione o meno, quel che è certo è che complici il cambiamento climatico e l'estate più torrida di cui abbiamo memoria, salire sulle vette in questo momento non è per niente sicuro. Basta far riferimento alla recentissima tragedia della Marmolada avvenuta lo scorso 3 luglio 2022, quando il distaccamento del ghiacciaio ha provocato una valanga che ha tolto la vita ad 11 escursionisti.