Da prima Firenze

Bimba di un anno ingerisce una pila: i medici le salvano la vita

L'appello degli esperti: "State attenti alle pile. Sono oggetti pericolosissimi”

Bimba di un anno ingerisce una pila: i medici le salvano la vita
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Una bambina di un anno ha rischiato la vita per aver ingerito una pila a bottone. La piccola è stata salvata grazie alla collaborazione tra i medici dell’AOU Meyer IRCCS e dell’Ospedale del Cuore di Massa. Pochi giorni fa ha lasciato la rianimazione dell’ospedale, in provincia di Massa-Carrara dopo un ricovero in terapia intensiva.

Si tratta del terzo caso che si verifica in Toscana nell’arco di soli due mesi. Il più tragico avvenne a Siena, dove a novembre una bambina di 18 mesi perse la vita dopo il ricovero proprio all'ospedale di Massa.

Salvata bimba di un anno che aveva ingerito una pila

La piccola è arrivata al Pronto Soccorso dell’ospedale pediatrico Meyer nel tardo pomeriggio di giovedì scorso, il 9 gennaio 2025. I genitori si erano accorti che aveva problemi nella deglutizione e ai medici hanno segnalato che la figlia, prima di addormentarsi, aveva giocato con una pila.

Come riporta Prima Firenze, consapevoli del pericolo, i medici del Meyer hanno immediatamente effettuato una radiografia che ha evidenziato la presenza del corpo estraneo – di due centimetri di diametro – nello sfintere esofageo superiore. Anche se nella letteratura scientifica il punto più pericoloso è considerato quello della parte mediana dell’esofago (per la vicinanza con l’arco aortico che può essere lesionato), gli operatori del pediatrico fiorentino hanno deciso di procedere con la massima urgenza.

“La presenza di una pila nella cavità dell’esofago – spiega Roberto Lo Piccolo, il chirurgo dell’AOU Meyer che ha eseguito l’intervento salvavita – provoca infatti tre tipologie di danni: elettrico, meccanico e chimico. In primo luogo, in una cavità così ristretta quale è quella dell’esofago, l’anodo e il catodo presenti nella pila si attivano e in tempi rapidissimi sono capaci di lesionare gravemente le mucose delle pareti, provocando ulcerazioni anche molto estese. A questo si aggiunge la possibile perdita di acido con conseguenze ancora più gravi”.

Trasferimento a Massa

Dato che la lesione può raggiungere e danneggiare in tempi molto brevi i vasi aortici, mettendo in pericolo la vita dei pazienti, è necessaria la presenza di cardiochirurghi pronti a intervenire. Di qui la decisione di trasportare la piccola all’Ospedale del Cuore di Massa. A partire dal Meyer è stata un’équipe formata dal chirurgo-endoscopista Roberto Lo Piccolo, l’anestesista Elena Lenares e una strumentista di sala, Bernadetta De Rosa.

In Monasterio la piccola è stata accolta in Sala ibrida da uno staff multidisciplinare composto da anestesisti e intensivisti pediatrici (dott.ssa Elisa Barberi, dott. Pierantonio Furfori, dott. Michele Collareta e dott. Paolo Del Sarto), da cardiochirurghi (dott. Leonardo Torracchi, dott.ssa Vera Cetera), dal cardiologo (dott. Massimiliano Cantinotti), oltre a infermieri di sala, di anestesia e tecnici di circolazione extracorporea e di radiologia. Dopo l’ecocardiografia che ha escluso danni vascolari e cardiaci, lo staff di Monasterio ha eseguito la preparazione per l’anestesia generale e il monitoraggio della piccola.

“Abbiamo scelto di accogliere la piccola paziente in Sala ibrida perché – spiega il dott. Paolo Del Sarto, direttore dell’Unità di Anestesia e Rianimazione di Monasterio – quella sala consente di eseguire, in caso di bisogno, non solo un intervento cardiochirurgico salvavita, ma anche eventuali indagini radiologiche e angiografiche per documentare eventuali lesioni vascolari”.

L’intervento, eseguito in endoscopia dal dottor Lo Piccolo, non è stato facile: la pila si era già incuneata nei tessuti dell’esofago e aveva creato una lesione. È stato quindi necessario inserire degli strumenti di 5 millimetri di diametro nella cavità orale della paziente e utilizzare delle pinze minuscole per rimuovere il corpo estraneo. Per fortuna il danno aortico non c’è stato, ma la bambina è stata comunque trasferita per alcuni giorni in terapia intensiva. Le sue condizioni sono progressivamente migliorate e ha potuto essere trasferita nel reparto di degenza pediatrica dell’Ospedale del Cuore.

Lo scorso novembre una bambina è deceduta e un altro bimbo è stato fortunatamente salvato. Il dott. Lo Piccolo lancia un appello ai genitori:

“State attenti alle pile. Sono oggetti pericolosissimi”.

Precedenti analoghi

Non soltanto le pile (ed in generale in piccoli oggetti) vanno tenuti fuori dalla portata dei bambini, soprattutto così piccoli, ma anche i farmaci. Due episodi di cronaca recente, testimoniano l'importanza di mettere in campo una serie di provvedimenti a tutela degli infanti.

Paura in provincia dell'Aquila, in Abruzzo, nell'agosto 2023, per un bimbo di due anni che ha ingerito uno psicofarmaco prescritto alla nonna. Ad allertare il numero di emergenza del 118 sono stati alcuni familiari dopo aver avvertito segnali di malessere da parte del bambino. Il piccolo, prontamente soccorso, si è salvato.

Due mesi prima, nel giugno 2023, in vacanza con la famiglia a Bibione, provincia di Venezia, una bimba di un anno è finita in ospedale dopo aver ingerito le pillole della mamma. Pochissimo tempo dopo la madre si è accorta di quanto accaduto e immediatamente ha contattato i soccorritori del 118. La situazione è parsa molto grave fin dall'inizio, motivo per il quale è stato reso necessario il trasporto in elicottero al nosocomio di Vicenza.

Partiamo da un presupposto: che siano psicofarmaci, o farmaci generici, i piccoli sono i soggetti più a rischio per intossicazione da molteplici sostanze le più frequenti sono i farmaci e i prodotti domestici. Essendo curiosi, ed imitando gli adulti, se vedono un familiare assumere una compressa saranno tentati di fare lo stesso. L’80% delle intossicazioni avviene in ambiente domestico e più di un terzo in cucina. L’età più a rischio è quella tra 1 e 4 anni, quando il bambino comincia a esplorare l’ambiente circostante ma anche nei primi mesi ci possono essere rischi di intossicazione per errore nella somministrazione di farmaci, sovraddosaggio o scambio per confezioni simili.

Se nonostante tutte le precauzioni prese, il contatto è avvenuto, o anche è solo sospetto, non si deve perdere la calma: è consigliabile prendere contatto con i sanitari. Nell’attesa assolutamente non far vomitare il bambino o rimuovere forzatamente compresse presenti nella bocca del bambino perché questa manovra potrebbe provocare lo scivolamento del corpo estraneo nelle vie aeree. Nel caso in cui il bambino non manifesti alcun disturbo, non possiamo escludere l’intossicazione perché alcuni farmaci hanno un periodo di latenza prima di manifestare i loro effetti; in questo caso è comunque necessario identificare la sostanza implicata, cercare di calcolare almeno approssimativamente la dose potenzialmente assunta, quanto tempo potrebbe essere passato dal contatto e chiamare il Centro antiveleni.

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