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Beve dalla bottiglietta presa al supermercato e si sente male: incubo acquabomber a Pavia

Per precauzione, la catena ha deciso di ritirare dagli scaffali la marca apparentemente responsabile dell'accaduto

Beve dalla bottiglietta presa al supermercato e si sente male: incubo acquabomber a Pavia
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Per motivi di sicurezza, la catena di market ha ritirato tutte le bottiglie di acqua di quella marca in attesa di indicazioni più precise.

Malore dopo aver bevuto

Un 52enne aveva comprato qualche giorno fa delle bottigliette di acqua da mezzo litro in un punto vendita di una nota catena di supermercati a Vigevano. Nel corso della giornata di ieri, venerdì 16 giugno 2023, ha bevuto dell'acqua proprio da una di quelle bottiglie.

Come racconta Prima Pavia, nel giro di pochi minuti, il 52enne ha iniziato ad accusare i sintomi di un malore. I familiari si sono subito allarmati cercando di aiutarlo ma rendendosi conto che il malessere non passava hanno preferito chiamare rapidamente il 118. Gli operatori sanitari si sono presentati poco dopo con un'ambulanza e hanno ritenuto che fosse il caso di ricoverarlo immediatamente.

Bottiglie di acqua ritirate

Così sono partiti per l'ospedale di Vigevano. Una volta arrivati, il 52enne è stato sottoposto a tutti gli esami necessari per capire se sia effettivamente stata l'acqua a provocargli il malore come pensa la vittima (e non solo).

Fortunatamente le condizioni del soggetto non sono particolarmente gravi ma se l'è vista brutta.

Per precauzione, la catena di supermercati ha deciso di ritirare tutte le bottiglie della marca di acqua apparentemente responsabile dell'accaduto in attesa di dati più approfonditi in merito.

Torna l'incubo Acquabomber?

Leggendo questa notizia, la memoria non può non tornare ai primi anni del nuovo millenno, quando in tutta Italia era scoppiato l'incubo soprannominato acquabomber. Con una siringa di insulina, interi lotti di bottigliette di acqua minerale erano stati contaminati.

Nell'acqua venivano inseriti composti di ammonio come ammoniaca o varecchina e in molti si sentivano male subito dopo aver bevuto. Accusavano i sintomi di un malore proprio come il 52enne di Vigevano.

Tutto ebbe inizio il 19 novembre 2004, mercoledì, in un paese della provincia di Mantova, Ostiglia, salito così alla ribalta delle cronache. Un ragazzo di undici anni, Luca Toniolo, mostrò sintomi di avvelenamento, dopo aver ingerito qualche sorso di acqua minerale. Poi, nei giorni seguenti, alcuni altri casi fra Mantova e Verona, in quella fascia di territorio ai confini fra Lombardia e Veneto. Ancora disturbi e sintomi di intossicazione, ancora bottiglie di acqua minerale

Singolare il metodo impiegato per adulterare le bottiglie di minerale: un buchino vicino al collo, praticato con una siringa contenente ammoniaca, varechina, acetone, detersivo, o sostanze similari.

Inizialmente si pensò che le siringhe nelle bottiglie di acqua minerale fossero opera di una persona isolata, una specie di serial killer: una mente malata, un paranoico, animato magari da spirito di vendetta personale per qualche sgarbo subito. Non è obiettivamente facile entrare in un supermercato, infilare una siringa in una bottiglia, e andarsene come se nulla fosse. Non è facile, ed è anche molto pericoloso.

Il Codice Penale, per un reato del genere, prevede 15 anni di carcere. Dopo i primi giorni la vicenda si complicò maledettamente. Perché i casi si moltiplicarono in tutto il territorio nazionale. Assurdo, a quel punto, pensare a un pazzo solitario che attraversasse l’Italia, dal Piemonte alla Sicilia, al solo scopo di creare panico.

Probabilmente un malato spirito di emulazione: venne coniato il neologismo “Acquabomber”, con riferimento al più cruento terrorista americano Unabomber, proprio per designare un attentatore che inietta sostanze tossiche nelle bottiglie di acqua minerale in vendita nei supermercati.

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