Una storia macabra

Bestie di Satana, vent'anni fa l'omicidio di Mariangela Pezzotta: che fine hanno fatto i componenti della setta

In carcere sono rimasti solo Nicola Sapone e Paolo Leoni. Andrea Volpe, Elisabetta Ballarin e gli altri si sono rifatti una vita

Bestie di Satana, vent'anni fa l'omicidio di Mariangela Pezzotta: che fine hanno fatto i componenti della setta
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Era il 24 gennaio 2004 quando veniva scoperto un brutale omicidio, quello di Mariangela Pezzotta. Ma non si trattava di un delitto come tanti altri. Quel giorno l'Italia (e il mondo) scopriva le Bestie di Satana.

Bestie di Satana, vent'anni fa l'omicidio di Mariangela Pezzotta

Mariangela Pezzotta era la ex fidanzata di Andrea Volpe, che si scoprì essere uno dei personaggi di spicco della setta satanica insieme a Nicola Sapone.

Quel giorno Volpe ricevette da Sapone l'ordine di uccidere Mariangela, dato che la ragazza conosceva troppi dettagli sulla scomparsa di Fabio Tollis e Chiara Marino, le prime due vittime accertate della setta. Con il pretesto di una videocassetta da farsi restituire, Volpe invitò a cena la Pezzotta nella baita di Golasecca. Mentre Elisabetta Ballarin, la sua nuova fidanzata, era in cucina a preparare due dosi di speedball, Volpe, dopo una violenta discussione con la sua ex compagna, le sparò due colpi al volto, senza però ucciderla.

Volpe e la Ballarin, in condizioni alterate a causa delle droghe assunte, chiamarono in aiuto Sapone, il quale finì la vittima a colpi di badile nella serra antistante lo chalet e, subito dopo, tornò a casa propria a Dairago, presso Legnano. Prima di andarsene, ordinò di lavare via ogni traccia di sangue, di seppellire la Pezzotta nel giardino e di spingere nel fiume la sua automobile. Sapone dirà poi di non essere stato lui a commettere quel delitto, ma di essere stato chiamato da Volpe a omicidio già commesso.

Una volta seppellita la Pezzotta, la Ballarin guidò l'auto della vittima per farla scivolare nel canale Villoresi vicino alla diga di Panperduto a Somma Lombardo, con Volpe che la seguì con la sua auto. La ragazza, però, a causa delle condizioni psicofisiche alterate per l'assunzione di cocaina ed eroina, non riuscì a condurre nel fiume la macchina e andò a incastrarsi su un muretto. Volpe scese dalla sua auto, si accorse delle condizioni della Ballarin ormai prossima al collasso, e si recò verso un parcheggio poco distante, invocando soccorso e dando in escandescenze.

A una pattuglia dei carabinieri accorsa sul posto inizialmente dichiarò che lui e la fidanzata erano stati aggrediti da alcuni balordi, mentre si trovavano appartati in auto, ma i carabinieri si resero velocemente conto che in realtà la coppia aveva avuto un incidente d'auto causato dall'assunzione di stupefacenti e alcol e fece trasportare entrambi i giovani in ospedale. Qui Elisabetta, ancora sotto l'effetto della droga, cominciò a mugugnare e ripetere frasi, apparentemente sconnesse, riguardanti la morte di una certa "Mariangela". A questo punto i carabinieri, assieme alla procura, iniziarono a indagare e il giorno successivo venne ritrovato il corpo della Pezzotta nella serra dello chalet dei Ballarin, dove era stata sepolta che ancora respirava, come dichiarato da Volpe durante gli interrogatori.

Bestie di Satana: i delitti

Oltre alla morte di Pezzotta, le Bestie di Satana sono state autrici di almeno altri tre delitti accertati. Il primo, nel gennaio 1998, fu l'uccisione di Fabio Tollis e Chiara Marino, attirati nei boschi del Varesotto e sepolti in una fossa scavata giorni prima. I cadaveri furono ritrovati oramai mummificati durante le indagini seguite al delitto Pezzotta.

A quell'esecuzione avrebbe dovuto partecipare anche un altro membro della setta, Andrea Bontade, che però non se la sentì. Il "rifiuto" fu la sua condanna a morte. Dopo vari tentativi di ucciderlo, una sera alcuni membri delle Bestie gli intimarono:

"Se non lo fai tu lo facciamo noi".

Il 21 settembre 1998 Bontade, al termine di una serata trascorsa in un locale con gli altri membri, durante la quale aveva bevuto parecchi alcolici e assunto stupefacenti, salì sulla sua Fiat Punto e si schiantò contro un muro ad alta velocità, morendo sul colpo.
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Altri delitti sono stati nel tempo attribuiti alla setta, senza però essere provato alcun coinvolgimento. L'unico caso non risolto è quello di Christian Frigerio, 23enne di Brugherio, scomparso nel novembre 1996 e mai ritrovato.

Che fine hanno fatto i componenti della setta: Sapone e Leoni gli unici in carcere

Sono soltanto due gli appartenenti alle Bestie di Satana ancora in carcere. Si tratta di Nicola Sapone, uno dei leader, e Paolo Leoni, detto Ozzy, l'ideologo della setta.

Sapone è stato condannato a due ergastoli ma continua a professarsi innocente.

Leoni, Ozzy (come Osbourne), non partecipò direttamente ad alcun delitto, ma è stato condannato all'ergastolo in qualità di "ispiratore" degli atti criminosi della setta. E' in carcere a Sanremo, lavora come falegname e si è visto negare dalla Corte per i diritti dell’uomo la revisione del processo.

Che fine hanno fatto Andrea Volpe ed Elisabetta Ballarin

Protagonisti di quel delitto furono come detto Andrea Volpe ed Elisabetta Ballarin. Volpe, altro personaggio di rilievo nella setta insieme a Sapone, ha scontato 16 dei vent'anni a cui era stato condannato. Vive in provincia di Ferrara, ha studiato Scienze filosofiche e dell'educazione e ha intrapreso un cammino di conversione al cattolicesimo.

A differenza di Volpe, per il quale Silvio Pezzotta, il papà di Mariangela, ha espresso parole ancora durissime ("Sarà a posto con la legge, ma Andrea Volpe non ha pagato il debito che ha verso le famiglie"), il padre della ragazza ha avuto parole di sostegno per Elisabetta Ballarin, convinto che se non fosse uscita la verità avrebbe fatto la stessa fine di sua figlia.

In carcere si è laureata in Didattica dell’artee ha trovato lavoro nel Bresciano.

Gli altri: Maccione, Monterosso e Guerrieri

La setta era composta (quantomeno nel nucleo "storico") da altre tre persone. Si tratta di Eros Monterosso, che è stato condannato in via definitiva a 27 anni e 3 mesi, ma è fuori dal carcere dal 2021, quando ha ottenuto l'affidamento in prova ed è stato assegnato al un ufficio del Tribunale di Pavia, Mario Maccione e Pietro Guerrieri.

Maccione è un altro personaggio molto controverso. Considerato il medium della setta, è libero dal 2017. Ha scritto un libro dal titolo "L'inferno tra le mani", in cui racconta la sua storia.

Guerrieri, detto Wedra, ha finito di pagare il suo debito con la giustizia ed è tornato nella sua città d'origine, Brugherio (Monza), dove fa l'operaio e il tatuatore.

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