Bambino di 20 mesi ucciso a botte in casa: ergastolo alla mamma e al compagno
Gaia Russo condannata: non fece nulla per impedire l'omicidio del figlio e coprì il compagno.
Il piccolo Leonardo fu ucciso a botte in casa. E ora, dopo la condanna al papà, la Corte d'assise d'appello ha condannato all'ergastolo pure la mamma. Una vicenda che aveva sconvolto non solo la comunità di Novara, ma l'intero Paese, ora arriva a una conclusione giudiziaria. Nella mattinata di mercoledì 28 settembre 2022 è arrivata la sentenza per Gaia Russo, 25 anni.
Bimbo di 20 mesi ucciso a botte in casa: ergastolo alla mamma
Stamattina, la Corte d'assise d'appello, come racconta Prima Novara, ha confermato l'ergastolo per Gaia Russo, accusata dell'omicidio del proprio bimbo di 20 mesi, Leonardo.
I fatti - in molti lo ricorderanno - risalgono al maggio 2019. La mamma raccontò che il piccolo era caduto dal lettino, ma l'autopsia svelò la terribile verità: Leonardo era stato ammazzato di botte da Nicolas Musi, il compagno 23enne (all'epoca dei fatti) della mamma del bimbo. Il tutto senza che lei muovesse un dito.
Era il 23 maggio 2019 quando la mamma aveva chiesto aiuto per il suo bambino, raccontando l'agghiacciante bugia. Ma per Leonardo non c'era stato nulla da fare. Era arrivato in ospedale oramai privo di vita. Ma l'autopsia sul corpo del piccolo aveva mostrato tutta un'altra verità.
Una tragedia che si poteva evitare
La situazione familiare era già segnalata nei mesi precedenti la tragedia. Una zia aveva presentato un esposto segnalando scarsa igiene nell'abitazione della famiglia e lividi sul corpo del piccolo. Ma mentre le indagini erano in corso di svolgimento, la situazione è degenerata sino al delitto. E nei mesi successivi la Polizia aveva trovato materiale che comprovava percosse, botte, offese, minacce.
Durante il processo, in Tribunale erano anche state mostrate le foto del corpo martoriato del piccolo, che avevano di fatto confermato i maltrattamenti.
Una "violenza inaudita, non degna di un essere umano", aveva sostenuto all'epoca delle indagini il procuratore di Novara, Marilinda Mineccia.
La condanna
Sin dalle prime fasi del processo era emerso come fosse stato Nicolas Musi a uccidere materialmente il bambino, ma l’atteggiamento della madre aveva aiutato il comportamento omicida del convivente. Per il pubblico ministero la donna non aveva fatto nulla per impedire l’omicidio e anche per evitare i maltrattamenti, fornendo poi un alibi a Musi, coprendolo fino quando le è stato possibile.
In fase processuale, Gaia Russo aveva chiesto un'assoluzione piena, sostenendo di aver subìto violenze psicologiche, mentre Musi - che pur aveva ammesso le percosse - aveva sostenuto che l'omicidio fosse avvenuto mentre lui si trovava in un'altra stanza.
Questa mattina, mercoledì 28 settembre 2022, è arrivata la conferma dell'ergastolo per Gaia Russo e per Musi.
Possibile, però, che entrambi presentino ricorso in Cassazione.