da prima firenze

Assunti per 40 ore, lavorano 7 su 7 per 12 ore al giorno: protestano con un picchetto e li minacciano pure di morte

I feriti hanno raccontato che gli assalitori sarebbero italiani, probabilmente legati a un sistema mafioso che, secondo i sindacati, controlla il distretto di Prato e tenta di soffocare le proteste

Assunti per 40 ore, lavorano 7 su 7 per 12 ore al giorno: protestano con un picchetto e li minacciano pure di morte
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Non hanno scelto la giornata di domenica 6 ottobre 2024 a caso. La domenica è il giorno in cui, tradizionalmente, non si lavora: ma a Prato non funziona così. Le molte aziende a conduzione cinese del distretto tessile sito nel capoluogo toscano, il più grande d’Europa, sono conosciute, però, anche per il sistema consolidato di sfruttamento della manodopera.

Al via, dunque, uno sciopero ad oltranza in cui, come denunciato dai sindacati, si è però registrato un grave attacco a danno dei manifestanti: presi a mazzate con spranghe di ferro.

Il videoservizio di Italia7, televisione del nostro gruppo editoriale Netweek:

Sciopero nel distretto tessile cinese di Prato: manifestanti aggrediti

Il sindacato Sudd Cobas ha denunciato un grave "attacco squadrista" avvenuto durante un picchetto di protesta organizzato presso i cancelli della pelletteria Confezione Lin Weidong, situata a Seano, una frazione di Carmignano, in provincia di Prato. Nella notte tra martedì 8 e mercoledì 9 ottobre 2024, intorno all'1:30, un gruppo di cinque persone armate di mazze di ferro ha aggredito quattro manifestanti che partecipavano al presidio.

Le vittime dell'aggressione sono due italiani, tra cui il coordinatore del sindacato Luca Toscano, e due lavoratori pakistani.

Tutti sono stati trasportati all'ospedale di Prato per essere medicati. Durante l'assalto, i membri del gruppo aggressore avrebbero minacciato i presenti dicendo: "La prossima volta vi spariamo".

Indagine in corso

Come racconta Prima Firenze, le forze dell'ordine, coordinate dalla Procura di Prato, hanno avviato un'indagine per lesioni e minacce gravi. I feriti hanno raccontato che gli assalitori sarebbero italiani, probabilmente legati a un sistema mafioso che, secondo Sudd Cobas, controlla il distretto e tenta di soffocare le proteste dei lavoratori. Questi ultimi, infatti, lottano per ottenere condizioni di lavoro dignitose, come un orario settimanale di 40 ore, in contrasto con il lavoro estenuante di 12 ore al giorno, 7 giorni su 7.

La notizia dell'attacco ha scatenato una reazione immediata: i lavoratori della Acca di Seano e di altre aziende si sono fermati, organizzando uno sciopero spontaneo per l'intera durata del turno notturno. Decine di operai hanno sfilato nel centro storico di Prato in segno di solidarietà.

Sfruttamento

Il sindacato ha sottolineato il ruolo centrale degli operai delle piccole imprese, che spesso subiscono condizioni di sfruttamento ancora più dure a causa della frammentazione del processo produttivo.

Sono soprattutto persone dal Pakistan, un’altra comunità da cui è ampiamente popolata la zona dopo quella predominante cinese: capita spesso che a essere più sfruttati siano i richiedenti asilo, persone per cui è più difficile trovare lavoro e dunque accettano di tutto.

Scioperi a Seano

Non è la prima volta che il Sudd Cobas denuncia aggressioni ai picchetti nel distretto pratese. Il sindacato attribuisce questi attacchi al successo degli scioperi, che stanno lentamente cambiando le dinamiche lavorative della zona. Recentemente, la fabbrica Zipper di Seano ha firmato un accordo che prevede un orario di lavoro di 8 ore al giorno per 5 giorni a settimana. Anche altre aziende, come la Tessitura Sofia e la Stireria Tang, hanno raggiunto accordi simili. Lo sciopero continua anche presso la pelletteria Confezioni Lin, e il sindacato ha invitato tutti i solidali a unirsi al picchetto.

Scioperi a Seano

Manifestazione antimafia

Oltre alle iniziative sindacali, il Sudd Cobas ha organizzato per domenica 13 ottobre 2024 una manifestazione antimafia, che si terrà a Seano in via Galileo Galilei, luogo simbolico dell’ultimo attacco. L’obiettivo è denunciare pubblicamente l’aggressione e mobilitare il territorio contro il sistema di sfruttamento, chiedendo con forza il rispetto del diritto a lavorare 40 ore a settimana e non 84.

La manifestazione tornerà a sollecitare la fine del sistema 12x7, ribadendo il bisogno di un cambiamento nelle fabbriche che lavorano anche di domenica.

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