Assolto in appello lo psicoterapeuta Foti, coinvolto nel caso di Bibbiano. E adesso?
"Per non aver commesso il fatto e perché il fatto non sussiste". Parallelamente il processo ad altri 17 indagati
Ribaltamento clamoroso, in secondo grado, della sentenza per Claudio Foti, lo psicoterapeuta coinvolto nell'inchiesta “Angeli e Demoni” sui presunti affidi illeciti nella Val d'Enza Reggiana. Il caso che è noto, all’opinione pubblica, come “Bibbiano”, dopo essere stato oggetto di un forte braccio di ferro politico tra il Partito Democratico, che amministrava la città, e Lega, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle, che accusarono il centrosinistra locale e l’intero sistema dei servizi sociali dell’Emilia- Romagna, regione a sua volta governata dal PD. La frase “parliamo di Bibbiano” è stata un piatto forte dell’opposizione quando è scoppiato lo scandalo nel 2019. Dopo una prima sentenza, che andava a confermare le accuse a uno dei grandi protagonisti del caso, il dott. Foti, arriva la piena assoluzione in secondo grado.
Bibbiano: assolto lo psicoterapeuta Foti
La Corte di Appello di Bologna ha assolto Foti da tutte le accuse: per non aver commesso il fatto dall'abuso di ufficio e perché il fatto non sussiste dal reato di lesioni dolose gravi. Confermata anche l'assoluzione dall'accusa di frode processuale. In primo grado a Reggio Emilia era stato condannato a quattro anni. Il fondatore della onlus torinese Hansel & Gretel ha accolto la sentenza, con commozione:
"Hanno vinto la verità e la giustizia, dopo quattro anni di gogna. Ho pianto perché si è incrinato il teorema accusatorio", ha detto lo psicoterapeuta.
La Procura generale, con il procuratore reggente Lucia Musti, ha spiegato che dopo la lettura delle motivazioni si valuterà se sussistono spazi per un ricorso in Cassazione.
Parallelamente è in corso il processo a Reggio Emilia per altri 17 imputati, quelli che hanno scelto il rito ordinario e non l'abbreviato. Questa sentenza può essere significativa perché l'abuso di ufficio contestato a Foti è stato commesso, in ipotesi di accusa, in concorso con il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, in relazione all'affidamento senza gara, alla sua associazione, del servizio di psicoterapia nell'Unione Val d'Enza. Le lesioni invece riguardavano i danni psicologici subiti, sempre per l'accusa, da una giovanissima paziente: ansia, depressione e altri disturbi, provocati dalle sedute a cui aveva partecipato.
Foti in particolare era accusato di aver instillato in lei il convincimento di aver subito abusi sessuali dal padre e di averla sottoposta alla discussa tecnica della Emdr, "in totale violazione dei protocolli di riferimento". Fu questo uno degli episodi di cui si parlò di più, quando scoppiò il caso nell'estate del 2019.
"Il caso Foti poteva diventare un secondo caso Braibanti, anche Foti è stato accusato di aver plagiato una propria paziente - ha aggiunto il difensore dello psicoterapeuta - e invece abbiamo dimostrato che l'ha curata nel modo migliore e più efficace e abbiamo ricordato che nessun tribunale, nessun magistrato possono legittimamente pretendere di giudicare una psicoterapia o come deve essere condotta una psicoterapia. Foti dopo 4 anni di persecuzione viene restituito alla vita, chi muore oggi sono invece coloro i quali con cinismo hanno speculato e sfruttato un'accusa infondata per rendite politiche e personali".
La vicenda e le accuse
Foti si è sempre professato innocente, "Io con gli affidi non c'entro nulla. Ho dedicato 40 anni della mia vita all'ascolto attento e rispettoso di bambini e di ragazzi" ha sempre detto. Nonostante i 4 anni di condanna in primo grado, ora cancellati con tanto di riabilitazione del suo nome.
Bibbiano è un centro con poco più di 10.000 abitanti a 16 km da Reggio Emilia. Quando, il 26 giugno 2019, 16 persone - tra amministratori, assistenti sociali e psicoterapeuti furono oggetto di misure cautelari, e 24 in totale - finirono nel registro degli indagati sospettate di aver redatto o agevolato relazioni false per allontanare bambini dalle loro famiglie e darli in affido, in alcuni casi, ad amici e conoscenti, la vicenda assunse rilievo nazionale. Secondo la Procura di Reggio Emilia le false relazioni erano state compilate dopo sedute di psicoterapia che avevano suggestionato i minori, alterando i loro ricordi tanto da indurli, in alcuni casi, ad accusare ingiustamente i genitori di molestie sessuali.
Claudio Foti, responsabile della onlus Hansel e Gretel di Moncalieri, in provincia di Torino, finì agli arresti domiciliari e così pure il sindaco di Bibbiano.
L’inchiesta era iniziata nell’estate del 2018 ed era incentrata su due tipologie di reati. Da una parte l’indagine voleva accertare le modalità di assegnazione da parte del comune di Bibbiano di sedute di psicoterapia, convegni, corsi di formazione alla comunità Hansel e Gretel. Dall’altra parte si concentrò sulle sedute di psicoterapia dei bambini e sui metodi utilizzati per verificare gli eventuali abusi.
Con questa sentenza la partita si riapre.