Il più giovane dei tre arrestati, Kevin Pellecchia, era crollato in lacrime davanti al suo legale. L’avvocato Andrea Vella aveva poi precisato che il suo assistito non ha alcun legame con il neofascismo, a differenza degli altri due accusati di omicidio volontario colposo.
Lo stesso 20enne tifoso reatino, nella giornata di giovedì 23 ottobre 2025 avrebbe poi ammesso di aver lanciato il sasso che ha colpito a morte l’autista. Secondo quanto emerso da una captazione ambientale negli uffici della Questura, il giovane avrebbe detto: “Era quello più appuntito”, riferendosi al sasso che avrebbe scagliato contro il parabrezza del bus. Una frase che, per gli investigatori, potrebbe rappresentare un’ammissione cruciale.
Possibile dilemma giudiziario?
Con queste parole, intercettate negli uffici della Questura, Kevin Pellecchia avrebbe ammesso di aver scagliato la pietra che ha ucciso l’autista Raffaele Marianella. Una frase semplice, ma che ora pesa come un macigno sulle indagini. Per la Procura di Rieti, la confessione – unita alle testimonianze e alle ricostruzioni video – potrebbe essere la chiave per attribuire la responsabilità diretta dell’omicidio al ventenne.
Tuttavia, stabilire chi abbia materialmente lanciato il sasso fatale non è affatto semplice: quella sera, lungo la statale Rieti-Terni, più mani hanno afferrato pietre e le hanno scagliate contro il pullman dei tifosi del Pistoia. Tutti e tre gli ultrà arrestati, secondo il gip Giorgia Bova, “hanno partecipato con piena consapevolezza all’azione punitiva”.

Potrebbe aprirsi così un delicato dilemma giudiziario: se tutti hanno lanciato, ma solo uno ha ucciso, come si stabilisce la colpa individuale? Gli investigatori stanno cercando di ricostruire la traiettoria e l’impatto del sasso-killer, anche grazie ai rilievi tecnici sul parabrezza e alle perizie balistiche richieste dalla Procura.
Ma, al di là della pietra che ha colpito il volto dell’autista, la linea della magistratura sembra orientata a contestare a tutti e tre il concorso morale e materiale nell’omicidio volontario aggravato. Perché, come scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare, “la condotta di ciascuno si inserisce in un’unica azione, ideata e condivisa, culminata in un evento tragico prevedibile e accettato da tutti”.
Assalto del pullman del Pistoia: daspo per 9 tifosi reatini
A pochi giorni dalla tragedia che è costata la vita al 65enne Raffaele Marianella, autista del pullman dei tifosi del Pistoia Basket – colpito a morte da un mattone durante un agguato sulla superstrada Rieti Terni – il questore Pasquale Fiocco ha emesso nove Daspo nei confronti dei supporter della Real Sebastiani Rieti.

Il provvedimento, scattato dopo un’attenta valutazione degli elementi raccolti dalla Polizia di Stato, vieta agli ultras reatini di accedere a manifestazioni sportive per un periodo di cinque anni.
Per uno di loro, già colpito da un divieto simile, la sanzione sale a otto anni, a causa della recidiva.
I tre accusati di omicidio volontario colposo
In carcere con l’accusa di omicidio volontario in concorso si trovano Manuel Fortuna (31 anni), Kevin Pellecchia (20 anni) e Alessandro Barberini (53 anni), tutti noti nell’ambiente ultras reatino e due di loro legati a gruppi di estrema destra.
Nei loro profili social compaiono simboli fascisti, tatuaggi e foto di gruppo con saluti romani. Due di loro, Fortuna e Barberini, risultano affiliati all’associazione neofascista “La Roccaforte Rieti”, già monitorata dall’antiterrorismo.
Accanto ai tre arrestati, emerge un quarto indagato per favoreggiamento che avrebbe aiutato alcuni aggressori a fuggire. Ma gli inquirenti sospettano che il commando fosse composto da almeno otto persone, alcune delle quali ancora non identificate.
Decisivo un testimone minorenne
L’inchiesta, coordinata dal pm Lorenzo Francia e dal procuratore capo Paolo Auriemma, ha preso una svolta decisiva grazie a un testimone minorenne.
Il ragazzo, ascoltato in audizione protetta dalla Squadra Mobile e dalla Digos di Rieti, si trovava sull’aiuola spartitraffico della superstrada insieme agli ultras della Curva Terminillo quando è avvenuto l’assalto.
Il giovane ha fornito nomi, ruoli e dinamiche dell’agguato, descrivendo dettagli che solo chi era presente poteva conoscere. Le sue parole hanno permesso agli investigatori di ricostruire una scena di violenza pianificata.
Un’azione premeditata
Non una rissa tra tifoserie, ma un’azione premeditata.
Secondo la Procura, il bus dei tifosi pistoiesi è stato attirato in un punto isolato, costretto a rallentare e poi bersagliato da una dozzina di uomini incappucciati armati di sassi, mattoni e pezzi di cemento.
Uno di quei sassi ha infranto il parabrezza, colpendo Marianella in pieno volto e uccidendolo sul colpo.
Kevin Pellecchia in lacrime
Il più giovane dei tre arrestati, il 20enne Kevin Pellecchia, è crollato in lacrime davanti al suo legale, l’avvocato Andrea Vella.
“È molto provato e dispiaciuto – ha dichiarato il difensore all’ANSA – Vorrebbe chiedere scusa e parlare con i familiari della vittima”.
Il legale ha poi precisato che il suo assistito non ha alcun legame con il neofascismo e ha aggiunto di averlo incontrato per pochissimo tempo e di non essere ancora entrato nel merito dei fatti.

Indagini ancora in corso
Il drammatico episodio, avvenuto domenica 19 ottobre 2025 dopo la partita Real Sebastiani Rieti – Pistoia Basket 2000, ha sconvolto il mondo dello sport italiano, riportando in primo piano il tema della violenza ultras.
Il questore Fiocco, che ha parlato di agguato vile e premeditato, ha assicurato che le indagini proseguiranno fino a individuare tutti i responsabili.