UNA BRUTTA STORIA

Arma, amori e corna: il brigadiere "soffia" la moglie al comandante e viene silurato

Il sottoufficiale è stato punito e trasferito. Ma il suo superiore è stato condannato per falso ideologico: di quanto raccontato non tutto era vero

Arma, amori e corna: il brigadiere "soffia" la moglie al comandante e viene silurato
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Una vicenda di corna e tradimenti. Mettici poi la divisa dei Carabinieri e addirittura le stellette e i gradi di comandante ed ecco tutti gli ingredienti per una vicenda decisamente spinosa.

Che non poteva non fare discutere e alzare un polverone. Anche perché "vittima" delle "corna" è proprio il Comandante dell'Arma.

E così sono scattati punizioni e trasferimenti e la vicenda è finita addirittura a carte bollate in Tribunale.

Il comandante, la moglie e le corna

Essere diventato l’amante della moglie del comandante non poteva passare sotto traccia. Specie se il comandante è un tuo collega, anzi un tuo superiore.

Ecco allora che a Verona un brigadiere dell’Arma a causa di questa condotta ritenuta "disonorevole e poco opportuna" è stato punito disciplinarmente.

Per lui è scattato un giorno di consegna (la privazione della libera uscita con l'obbligo di rimanere in Caserma) e, soprattutto, il trasferimento ("incompatibilità ambientale", la motivazione messa nero su bianco dal suo superiore) in un’altra sede, sempre nel Veronese.

Epilogo a carte bollate davanti al giudice

Ma la vicenda non si è esaurita con questi provvedimenti. Con il tempo, sono infatti seguite anche due denunce e altrettante condanne a tre anni e 4 mesi per "falso ideologico in atto pubblico".

Una delle quali è poi stata cancellata per prescrizione.

Arma, amori e tradimenti

La vicenda risale al 2008 quando la moglie del comandante iniziò una relazione extraconiugale con un collega del marito, brigadiere.

Fino a quando il sottoufficiale venne beccato dal marito della donna e da un altro comandante di stazione.

Nella fattispecie, il brigadiere era stato visto con la moglie del comandante in una gelateria mentre bevevano una bibita in atteggiamenti molto intimi. Per di più davanti alle figlie minori del comandante e della moglie-amante.

Le cose che non tornano

Una "fotografia" che sarebbe stata poi smentita perché era emerso che in quei giorni le figlie della coppia erano in vacanza con i nonni. 

Per questo nei confronti dei due comandanti scattò la denuncia per "falso ideologico in atto pubblico" che si tradusse nella condanna di entrambi in primo e secondo grado a tre anni e 4 mesi di reclusione.

Una condanna cui il comandante tradito aveva rinunciato a far ricorso, mentre il collega-amico in Cassazione si era visto annullare il provvedimento nel frattempo andato in prescrizione.

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