Ennesima tragedia

Arianna Sittoni, uccisa a 30 anni da una valanga: era scampata alla strage della Marmolada

E' successo in Trentino: la giovane, appassionata di montagna, non ha avuto scampo. Miracolosamente salvo l'amico che era con lei

Arianna Sittoni, uccisa a 30 anni da una valanga: era scampata alla strage della Marmolada
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L'esperienza e l'amore per la montagna nulla hanno potuto contro la furia della valanga che l'ha travolta. Arianna Sittoni, 30 anni, è morta il 24 gennaio 2023 mentre stava praticando sci alpinismo sulla catena del Lagorai, nel Trentino orientale. La tragedia sarebbe avvenuta non lontano dal Rifugio Malga Caldenave che si trova a quota 1.792 metri nel Lagorai, nel sottogruppo granitico di Cima d’Asta – Cime di Rava.

Miracolosamente salvo, invece, Guido Trevisan, 46 anni, anche lui esperto in questo sport, con cui era partita verso l'ora di pranzo con l'obiettivo di salire verso la vetta, pochi chilometri più in quota rispetto al rifugio Malga Caldenave sulla Marmolada, gestito proprio dal superstite e distrutto nel 2020 da una slavina. 

Arianna Sittoni, uccisa a 30 anni da una valanga

Fatale la valanga che ha travolto entrambi durante la salita: Arianna, originaria di Viarago di Pergine Valsugana, è stata immediatamente seppellita dalla neve. Il compagno di salita è riuscito, seppure ferito in modo grave, a uscire vivo da quell'incubo. Nel primo pomeriggio è partito l'allarme, Soccorso alpino, carabinieri e vigili del fuoco, oltre agli operatori del 118. I droni hanno battuto il territorio e l’elisoccorso ha scoperto il corpo della 30enne, con le manovre di soccorso difficilissime per colpa della neve fresca e della pioggia, mentre era in arrivo la notte. Per lei non c'era più nulla da fare.

Recupero notturno: salvataggio miracoloso

Il 46enne è stato trovato cosciente: per respirare sotto la neve era riuscito a creare una bolla d'aria che è stata la sua salvezza in quelle ore di angoscia. Solamente alle 22.30 i soccorritori in sci e quad, sono riusciti a portarlo in salvo e caricarlo su un'ambulanza diretta all'ospedale di Trento. Le operazioni di recupero della salma, invece, sono state rimandate alla mattina successiva.

Un immenso amore per la montagna

Il grande amore per la montagna di Arianna è testimoniato dai suoi social, dove condivideva le sue imprese ad alta quota. Lei che, soltanto pochi mesi fa, già aveva visto la furia della natura ed era scampata. Lo scorso luglio, infatti, ha scritto un post intenso, dopo la tragedia in Marmolada, in cui sono morte undici persone, mentre lei stava arrampicando, non distante dal luogo dell'incidente:

"E in una giornata così tragica noi ci trovavamo proprio lì sulla SUD Della MARMOLADA…ignari di tutto scalavamo quell enorme parete, mentre dall altra parte un enorme pezzo di calotta si stava staccando portandosi dietro tutto e tutti, così vicini ma così lontani… alla montagna non si comanda a volte ci si si trova semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato… forza e coraggio a tutti!"

 

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Due persone salvate

Insieme ad Arianna c'era Guido Trevisan, 46enne di Noale ex gestore del rifugio Pian dei Fiacconi, e attuale gestore del rifugio Caldenave, che è stato estratto ferito ma vivo dalla neve.

Guido Trevisan

Trevisan si è salvato per un vero miracolo: nel momento drammatico è riuscito a crearsi una bolla d'aria che gli ha permesso di sopravvivere.

Sul Padon (sempre sulle Dolomiti), invece,  una 52enne di Mestre, è uscita in fuoripista ed è stata travolta da una valanga, finendo sotto oltre un metro di neve.

Il 118 era stato attivato verso mezzogiorno e mezzo per un distacco di piccole dimensioni, finito sulla pista Fedare, sul Nuvolau. Sulla prima valanga il Soccorso piste della Guardia di finanza aveva subito provveduto alla bonifica, escludendo la presenza di persone.

Mentre stava atterrando in supporto alle operazioni l'elicottero dell'Air service center con a bordo equipe medica, tecnico di elisoccorso e unità cinofila, l'equipaggio è stato immediatamente dirottato sulla seconda valanga non distante dalla pista sul Padon.

La sciatrice, individuata ed estratta dalla neve da altri sciatori, è stata subito presa in carico dal personale medico, sbarcato nelle vicinanze, per i possibili traumi riportati e per la probabile ipotermia.

La donna è stata poi recuperata dall'eliambulanza di Trento sopraggiunta nel frattempo con un verricello di 20 metri e trasportata in ospedale.

Le altre vittime

E' finita in tragedia, sempre mercoledì 25 gennaio 2023, un'altra valanga sul   Monte Elmo in Val Pusteria. La massa di neve si è staccata e ha travolto  Hans Happacher, 62 anni, titolare del campeggio a 5 stelle "Caravan Park" a Sesto Pusteria. La slavina è scesa nella zona vicino alla malga Helmhaus sui 2.400 metri di Monte Elmo e non ha lasciato scampo all'uomo, che è stato estratto purtroppo senza vita.

Purtroppo questo drammatico copione, nelle scorse settimane, si è ripetuto anche in altre zone montane d'Italia.

Sabato 14 gennaio 2023, ha perso la vita in Val d'Aosta il 49enne Roberto Agnusdei. Lo scialpinista non ha avuto scampo dopo che una valanga si è distaccata, intorno a mezzogiorno, nella zona di Punta Chaligne, a quota 2.400 metri. Agnusdei, di professione agente assicuratore, è rimasto sepolto sotto la neve: si trovava assieme ad un amico che si è miracolosamente salvato.

E ancora, Giovanni Andriano, 49 anni, che martedì 10 gennaio 2023 era stato travolto da una valanga in Val Gardena, in Alto Adige insieme ad altre due persone. Dopo giorni di ricovero in ospedale è morto. Era una guida alpina di esperienza ed era istruttore presso il Centro Addestramento alpino di Selva Gardena. Gli altri due escursionisti che erano con lui sono sopravvissuti e hanno dato l'allarme. Purtroppo però le ferite riportate nell'incidente erano troppo gravi e il 49enne - marito e padre di un bambino di cinque anni - è deceduto venerdì 13 gennaio 2023.

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