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Anziano uccide la moglie malata di Alzheimer e si consegna spontaneamente alle autorità

L'80enne non aveva precedenti, pare fosse logorato dalla gestione della grave patologia della consorte 72enne

Anziano uccide la moglie malata di Alzheimer e si consegna spontaneamente alle autorità
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Tragedia della disperazione ad Arezzo. Un 80enne ha sparato ed ucciso la moglie, malata da tempo di Alzheimer, di cui da tempo, con fatica, si prendeva cura. Dopo l'omicidio si è consegnato alle autorità.

Foto di repertorio in copertina

Anziano uccide la moglie malata, poi si consegna alle autorità

Ha sparato e ucciso la moglie con un colpo di pistola al culmine di una lite. Successivamente l'anziano è stato arrestato dalla Polizia cui si è consegnato senza opporre nessun tipo di resistenza. E' accaduto poco della mezzanotte di giovedì 20 giugno, ad Arezzo nel quartiere Giotto, una delle zone bene della città toscana.

L'Alzheimer e le difficoltà di curare la moglie

L’uomo, 80 anni, italiano, non aveva precedenti penali. La dinamica del delitto deve essere ancora ricostruita ma l'anziano avrebbe raccontato agli agenti di aver agito in quanto logorato dalla grave malattia della consorte, una 72enne da tempo affetta da Alzheimer e di cui faticava a prendersi cura. Alessandro Sacchi – questo il nome dell'uomo ha così sparato alla moglie, Serenella Mugnai. Per compiere il femminicidio avrebbe usato una vecchia arma appartenuta al padre e poi ereditata.

“Chiamate qualcuno, ho ucciso Serenella"

Chiamate qualcuno, ho ammazzato mia moglie” ha detto ai vicini dopo aver compiuto il gesto. Immediata la telefonata al numero unico dell'emergenza 112, che ha subito inviato sul posto una Volante della Polizia e un'ambulanza. Ma ormai era troppo tardi per tutto, tranne che per arrestare l'anziano, portare via il cadavere e compiere i rilievi.

Sul caso indaga la squadra mobile della Questura di Arezzo guidata da Davide Comito. A coordinare l’inchiesta in procura il Pm Marco Dioni. Gli agenti – cui l'uomo si è subito consegnato quando sono arrivati presso la sua abitazione – lo hanno accompagnato in questura, dove gli è stato notificato il decreto di fermo per omicidio volontario aggravato dal rapporto coniugale. L'80enne era in stato di choc.

Commenti
Anna Della Valle

Per quanto possa essere triste capisco la situazione del marito. Se non lo si vive non si può capire quanto sia difficile assistere un malato di Alzheimer. Qui lo Stato è assente, in questi casi occorrerebbe un supporto esterno per il malato e per chi lo assiste. Infermieri che a turno si recano presso l'abitazione del paziente per somministrare le medicine, un aiuto per garantire l'igiene personale del malato, uno psicologo per sostenere chi gli vive accanto, un assistente che si occupi del paziente dando la possibilità a chi vive con lui di prendersi del tempo libero da dedicare solo a sé stesso. Non tutti hanno una famiglia di sostegno, ed anche chi ce la ha, non sempre trova gli altri disponibili a prendersi cura di un malato di Alzheimer, e non tutti hanno le possibilità economiche per avere un aiuto privato. Ed é qui che lo Stato deve intervenire. Tragedie di questo tipo non mi sconvolgono perché anche se a malincuore le capisco molto bene.

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