Annoiati tirano una bici su uno studente e lo rendono paraplegico: condanna più alta per la ragazza che ha assistito, rispetto agli amici che hanno compiuto il gesto
Sembra un paradosso, ma c'è un perché
Sembra un paradosso. Cinque amici, tre maschi e due femmine, per vincere la "noia" di un venerdì sera hanno la bella pensata di prendere una bicicletta e lanciarla dall'alto su un gruppo di ragazzi in coda per entrare in una discoteca. Così, tanto per "fare qualcosa di diverso". Ma in realtà il loro diventa un tentato omicidio: ad essere colpito è uno studente di soli 21 anni, Mauro Glorioso (immagine di copertina) che rimane paraplegico.
I tre principali responsabili vengono condannati uno a 10 anni, uno a 9 anni e 9 mesi, uno a 9 anni e 4 mesi.
Come racconta il nostro quotidiano online Prima Torino, una delle due ragazze che hanno assistito alla scena è stata condannata invece a 16 anni (mentre l'altra a 6 anni e 8 mesi).
Sembra un paradosso, appunto. Ma c'è un perché.
Condanna più alta per la ragazza che ha assistito, rispetto agli amici
Il fatto è che dei tre principali responsabili, uno solo, Victor Ulinici, era maggiorenne e ha scelto il rito abbreviato, che dà diritto a uno sconto di un terzo della pena.
Gli altri due all'epoca dei fatti avevano 17 e 15 anni, e considerando che erano minorenni, hanno ricevuto una pena comunque pesante, stesso discorso per l'altra ragazza anche lei minorenne che ha assistito alla scena.
Sara Cherici, l'altra componente del gruppo che quella maledetta sera del 21 gennaio 2023 era maggiorenne, invece non ha chiesto di ricorrere al rito abbreviato: ha scelto di andare a processo per dimostrare che non c'entrava nulla (o quanto meno che al massimo aveva omesso di denunciare i propri amici).
Ma la terza sezione penale del Tribunale di Torino (presidente Immacolata Iadeluca) non l'ha pensata così. Ed è per questo che la giovane ha ricevuto una condanna più pesante anche rispetto allo stesso trio che aveva sollevato e scagliato materialmente la bici.
Tirano una bici su uno studente e lo rendono paraplegico
Non solo, una condanna ancor più pesante rispetto alla stessa richiesta del pubblico ministero Livia Locci, per la quale sarebbero "bastati" 12 anni.
16 anni invece, ovvero il massimo previsto dal codice considerate le aggravanti dei futili e abietti motivi e della minorata difesa.
Il perché lo si può ritrovare anche nelle parole della pm durante la sua requisitoria. Secondo Locci, le ragazze potevano allontanarsi, dire “non fatelo” e invece sono rimaste lì, rafforzando l’intento criminoso dei maschi.
Di più, per la Procura, la Cherici è incapace di provare compassione, di riconoscere l’inaudita gravità del gesto, addirittura le sue giustificazioni "sembrano il temino di un bambino".
Considerando che la vittima, Mauro Glorioso, versa in condizioni che non gli permettono neppure di assistere all'udienza finale, il pubblico ministero parla di un tentato omicidio peggiore della consumazione di un omicidio.
La crisi di panico al momento del verdetto
Al momento del Verdetto, Sara Cherici ha una crisi di panico, le manca l'ossigeno, trema, deve uscire dall'aula, finisce a terra in lacrime.
Di sentenza sproporzionata rispetto al ruolo dell’imputata parlano invece i difensori Enzo Pellegrini e Federico Milano.
In un'intervista al Corriere, Tiziana, la mamma di Sara Cherici, parla della figlia come di una bambina (o poco più) che deve affrontare una realtà più grande di lei, pur ammettendo che ha sbagliato ed è giusto che sia punita.
"È anche colpa mia se è successo tutto ciò, sono una pessima madre, ho fallito come genitore, non sono riuscita a trasmettere a mia figlia determinati valori - dice - Potessi sedere io su quella maledetta sedia a rotella, più volte l’ho chiesto a Dio. Prego tanto per Mauro, Dio deve aiutarlo, deve ridargli una vita. Darei la mia per lui".
Quella maledetta sera
La noia, il branco, l'incoscienza, il menefreghismo e l'alcool: sono questi gli ingredienti del cocktail che spingono tre ragazzini a buttare la bici dalla balconata di Lungo Po Cadorna sul tendone della discoteca The Beach nella notte tra il 20 e il 21 gennaio 2023 colpendo lo studente di medicina Mauro Glorioso.
Prima gli sputi, poi quella bici lanciata sul tendone messo a protezione della fila di ragazzini in attesa di entrare in discoteca. Infine, la fuga tra risate e baci come testimonia la videosorveglianza.
Nel frattempo Mauro è per terra: un crudele destino scelto per lui da altri. Giovani come lui, anzi ancora più giovani.
Dopo le indagini dei carabinieri e dopo aver visionato le telecamere di video sorveglianza, il gruppo dietro la balaustra viene finalmente scoperto. Uno a uno vengono fuori nomi ed età. Si scava nelle psicologie di questi giovanissimi alla ricerca di spiegazioni e poi di un pentimento che non arriverà mai.
Aleno una madre è sincera ad ammettere di non essere un bravo genitore. Perchè dietro a questi fatti c'è SEMPRE una mancanza di educazione, che deve venire dai genitori. Non aspettatevi questo dalla scuola. Che la ragazza sia stata condannata con una pena esemplare è giusto. Cosi dovrebbe essere per tutti quelli che assistono ad un fatto criminoso e non intervengono e magari stanno pure a filmare, a questi il doppio della galera.
Penso che questa ragazza abbia trovato un magistrato cosciente che ci vogliono pene esemplari. La condanna sembrerà eccessiva rispetto agli altri della combriccola che a mio avviso avrebbero dovuto ricevere la stessa condanna. Un terzo di pena in carcere e il resto ai lavori socialmente utili, magari verso altri giovani che hanno commesso reati simili.