Un'uccisione da brividi

Runner ucciso da un orso nel bosco: è la prima volta in Trentino

Andrea Papi, 26 anni, è stato trovato senza vita a Caldes, in valle del Sole. Mentre indagano le forze dell'Ordine, si scatena la polemica tra politica e ambientalisti

Runner ucciso da un orso nel bosco: è la prima volta in Trentino
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Una tragedia che lascia senza parole. Nella notte tra mercoledì 5 e giovedì 6 aprile 2023, nei boschi di Caldes, Comune in Valle del Sole (Trentino Alto Adige), è stato trovato il corpo senza vita del runner 26enne Andrea Papi. Sulla sua morte, sebbene si saprà molto di più solo dopo l'esito dell'autopsia, si sta facendo sempre più largo una macabra pista: il giovane sarebbe stato ucciso a causa dell'aggressione di un orso. Se ciò fosse confermato, sarebbe la prima volta in Trentino.

Caldes, 26enne morto nei boschi: forse attaccato da un orso

Era uscito nel pomeriggio di ieri, mercoledì 5 aprile 2023, per fare una corsa verso il monte Peller. Un po' di jogging nei boschi vicino casa, a Caldes, Comune del Trentino in Valle del Sole.

Una consuetudine per lui essendo uno sportivo e abituato all'allenamento. Laureato in scienze motorie, era stato preparatore atletico della Rotaliana calcio juniores. Frequentava spesso i boschi della zona, soprattutto per allenarsi. Nessuno mai però avrebbe immaginato che quella corsa, per Andrea Papi, runner 26enne, sarebbe stata l'ultima.

Andrea Papi, 26 anni

Essendosi fatto tardi e non vedendolo rientrare a casa la compagna ha subito chiamato i soccorsi. Le ricerche sono iniziate nella serata di ieri da parte dei carabinieri della compagnia di Cles, con le unità cinofile, e i vigili del fuoco volontari della zona.

Alle tre di questa notte, giovedì 6 aprile 2023, il drammatico ritrovamento grazie all'ausilio dei cani molecolari: Andrea Papi è stato rinvenuto senza vita sotto il ciglio di una strada forestale in località Contre, ai piedi di malga Grum.

Il bosco dove è stato trovato il corpo del runner 26enne

Immediatamente sono state disposte indagini, sotto la direzione della Procura di Trento, per cercare di individuare più elementi possibili per chiarire il motivo della morte di Andrea Papi. Sul posto, oltre all'intervento del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, è stato lasciato spazio al personale della scientifica. Sul corpo del 26enne sono state rinvenute moltissime lesioni che subito hanno fatto pensare all'attacco di un animale selvatico.

Il cartello posto all'inizio del sentiero che porta nei boschi di Caldes

Solo l'autopsia sulla salma di Andrea Papi, tuttavia, potrà stabilire con esattezza la causa del decesso e cioè se il giovane è morto a causa delle ferite o prima di venire attaccato. Fatto sta che in merito alle lesioni riportate, gli investigatori stanno sondando la pista della brutale aggressione di un orso. Una circostanza che si sta facendo sempre più realistica considerando che, proprio in quell'area, un mese fa un uomo era stato proprio attaccato da un orso.

Un mese fa un episodio analogo

Come detto, esattamente un mese fa, lo scorso 5 marzo, non molto distante da Caldes, Alessandro Cicolini, 39 anni e fratello del sindaco di Rabbi (Lorenzo Cicolini), era stato anch'egli aggredito da un orso in Val di Rabbi.

Il 39enne era nei pressi di malga Mandriole, a circa 2.000 metri, col cane quando all'improvviso, verso le 8 del mattino, è stato preso d'assalto dal grosso mammifero che gli ha ferito un braccio e la testa. Nonostante l'attacco, Alessandro Cicolini era riuscito a salvarsi e a chiedere immediato aiuto.

"Era in montagna con il cane, da solo", ha detto il primo cittadino ai microfoni della Rai. "Mio fratello stava camminando sul sentiero, mi ha raccontato che teneva il cane al guinzaglio. L'orso lo ha aggredito alle spalle, lo ha morso alla testa e a un braccio, in serata sarà operato, è pieno di lividi ma è sempre stato cosciente. Sicuramente sotto choc per lo spavento. Lui e l'orso sono rotolati insieme nel bosco. Il cane nel frattempo è scappato ma l'orso non lo ha nemmeno degnato di uno sguardo".

L'animale, denominato MJ5, un maschio di 18 anni, è stato poi identificato grazie alle tracce organiche e il 10 marzo il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti ha ordinato la sua cattura e l'abbattimento che però, per il momento, non è ancora avvenuto. Le associazioni animaliste hanno protestato contro il provvedimento.

A Caldes ne sono certi: Andrea Papi ucciso da un orso

Tutta la comunità di Caldes è rimasta particolarmente scioccata dalla notizia della morte di Andrea Papi. Il runner 26enne, come detto, forse sarebbe stato ucciso dall'attacco di un orso. Un'ipotesi molto accreditata, ma su cui ovviamente c'è da fare chiarezza.

Gli abitanti del Comune della Valle del Sole, tuttavia, interpellati dai cronisti, sono sicuri che sia stato un orso a uccidere il 26enne perché da tempo si parla di avvistamenti in zona:

"Vi sono state aggressioni ad animali di allevamento nell'ultimo mese, tra cui una pecora sbranata a margine dell'abitato di Caldes lo scorso 19 marzo".

"Ci sono state diverse aggressioni nella zona. Bisognava solo attendere la morte di una persona".

Anche il sindaco di Caldes, Antonio Maini, intervistato ai microfoni della Tgr Trento ha manifestato tutto il suo shock:

"Perdere un ragazzo di 25 anni in un modo tragico è sconvolgente. Il nostro pensiero è solo per la famiglia, a cui siamo tutti molto vicini. Dobbiamo cercare di tenere anche compatta la comunità".

E' scontro tra politica e ambientalisti

Nelle ore successive alla tragedia di Caldes, tra politica e ambientalisti è esplosa un'accesa polemica.

La deputata Alessia Ambrosi (FdI) su Twitter ha scritto così:

"Ragazzo ucciso in Trentino da un orso mentre faceva jogging? Sarebbe - purtroppo - l’inevitabile risultato di decenni di ottusità e demagogia degli estremisti animalisti e dei loro complici politici che non hanno cultura della montagna, non hanno rispetto della vita umana, non hanno cuore. Tanto lo sappiamo: per loro l’orso è sacro e non si tocca, mentre un ragazzo può pure crepare. Che vergogna!".

Dello stesso avviso anche il consigliere provinciale Claudio Cia:

"Dispiace, in queste occasioni - scrive il consigliere di Fdi -  ribadire come il sottoscritto sia stato facile premonitore di un avvenimento condizionato dall’impossibilità – dovuta al bisticcio di competenze tra Stato e Provincia autonoma di Trento – di gestire il problema della convivenza dell’uomo con i grandi carnivori in un piccolo territorio di montagna come il nostro".

Per la frangia ambientalista, invece, si è espresso Massimo Vitturi, responsabile Lav, Animali Selvatici:

"No a semplicistiche scorciatoie che vogliono mettere sul banco degli imputati gli animali selvatici, lanciando magari qualche nuova crociata anti orso. Le ferite ritrovate sul corpo dell’uomo potrebbero benissimo essere successive alla sua morte avvenuta per altre cause, per questo motivo chiediamo che la Provincia di Trento coinvolga immediatamente il Centro di referenza nazionale del Ministero della Salute per la medicina forense veterinaria, centro di eccellenza nazionale che può contribuire a valutare l’origine delle ferite anche ricorrendo all’analisi del Dna".

Oltre cento orsi liberi

Per Coldiretti Trentino, però, sono necessarie misure di contenimento contro gli orsi perché la situazione è ora fuori controllo. Anche perché sarebbero un centinaio gli orsi liberi:

“Con il forte incremento della popolazione che ha portato al monitoraggio della presenza di circa 100 orsi in Trentino occorre garantire la sicurezza dei cittadini, dei turisti e degli allevamenti”.

“Negli ultimi anni si è registrato un incremento della presenza dell’orso con un aumento anche dell’areale occupato con singoli giovani maschi che sono stati segnalati fino in Piemonte, nelle zone di confine tra Tirolo e Baviera e in Friuli Venezia Giulia, secondo l’ultimo rapporto elaborato dal settore grandi carnivori del Servizio faunistico della Provincia autonoma di Trento”

"Sono necessarie misure di contenimento. Per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le montagne ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per tutelare la biodiversità con il recupero delle storiche razze italiane. Serve dunque responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare i territori e a garantire la bellezza del paesaggio, contro degrado, frane e alluvioni che minacciano anche le città".

Il carabiniere sopravvissuto al corpo a corpo con un orso

Relativamente agli attacchi degli orsi contro le persone, poi, ricordiamo che tre anni fa, il 22 agosto 2020, sempre in Trentino Alto Adige, un carabiniere di 24 anni era stato colto di sorpresa da un orso, riuscendo per miracolo a sopravvivere nel corpo a corpo.

Diego Balasso, di Recoaro Terme, in provincia di Venezia, è stato aggredito dal grosso mammifero verso sera mentre si trovava con un'amica sulle sponde del lago di Andalo. L'immagine della sua schiena martoriata dai graffi del plantigrado parla già da sola, ma la ricostruzione di quei terribili minuti impressiona se possibile ancora di più.

I due ragazzi stavano passeggiando tranquillamente, quando hanno sentito il rumore di un ramo spezzato, vedendo poi una figura scura risalire dalla riva verso il sentiero. E' stato a quel punto che si sono resi conti di avere di fronte un orso.

L'amica del militare si allontana, lui invece entra nel mirino dell'orso, che lo punta, gli si avvicina e comincia ad annusarlo: impossibile immaginare la paura, nonostante il sangue freddo che lo fa mantenere immobile, con quel bestione a due centimetri.

Ma a un tratto l'orso tenta di azzannare il ginocchio del carabiniere, che istintivamente si ritrae: è un attimo, l'animale gli si avventa contro e lo butta a terra. Ma non solo, poi lo afferra e comincia a trascinarlo via, forse verso la sua tana.

Mentre viene trascinato per metri, trova la forza di accendere musica a tutto volume col telefonino per tentare di spaventare la bestia, poi esasperato gli tira anche il cellulare contro, poi il portafogli, ma quello non molla la presa... A un certo punto l'orso lo infila sotto a una staccionata fra sentiero e lago ed è la fortuna del 24enne, che si aggrappa ai legni con tutta la sua forza e riesce a divincolarsi.

A quel punto, quasi da non credere l'epilogo: finalmente libero il carabiniere affronta l'animale frontalmente, gli prende le orecchie con le mani e riesce a bloccargli la testa spingendo verso il basso. Un coraggio davvero da leone. Poi il plantigrado si ribella e lo artiglia a una spalla, ma a quel punto sono arrivati in soccorso il fratello dell'amica del militare e altre persone: è il baccano a far desistere l'animale, che finalmente si allontana.

Il video del ragazzo trovatosi a tu per tu con un orso

Qualche mese prima dell'aggressione dell'orso al carabiniere 24enne, sulla Rete era divenuto virale il filmato che mostrava un ragazzino di soli 10 anni che si era ritrovato improvvisamente a tu per tu con un orso.


La vicenda si era verificata a Nova di Sporminore, a soli 30 minuti dal Lago di Andalo, sempre in Trentino Alto Adige. Come si può vedere dalle immagini, Alessandro, 10 anni, stava scendendo da un pendio quando di punto in bianco alle sue spalle è comparso un orso. Il padre, che nel mentre stava facendo un filmato, lo ha avvertito del pericolo, ma è riuscito a mantenere la calma in modo tale che il figlio riuscisse a camminare tranquillo verso di lui per salvarsi e mettersi a distanza di sicurezza.

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