Macabro retroscena

Ammazzato di botte in un ascensore perché aveva bussato alla porta sbagliata

Emergono nuovi dettagli sulla morte di Lorenzo Nardelli, 32enne trovato senza vita lo scorso 9 agosto a Mestre (Venezia): sotto indagine due cugini di origini moldave

Ammazzato di botte in un ascensore perché aveva bussato alla porta sbagliata
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Un macabro retroscena è emerso sul caso della morte di Lorenzo Nardelli, 32enne ucciso lo scorso 9 agosto 2023 a Mestre, in provincia di Venezia. Il giovane era stato ritrovato senza vita dentro all'ascensore di un appartamento. Al suo interno c'erano anche due cugini di origini moldave che nell'immediato erano stati fermati con l'accusa di omicidio. Stando alle indagini degli inquirenti, il 32enne sarebbe andato incontro al tragico destino dopo aver bussato alla porta sbagliata.

Ammazzato di botte in un ascensore: aveva bussato alla porta sbagliata

A tre settimane dalla tragedia sono emersi dei dettagli agghiaccianti in merito alla morte di Lorenzo Nardelli, giovane di 32 anni che è stato ammazzato di botte nell'ascensore dell'appartamento di via Cavalcavia 9 a Mestre, provincia di Venezia.

Lorenzo Nardelli

Come raccontato da Prima Venezia, infatti, Lorenzo Nardelli avrebbe perso la vita dopo aver bussato alla porta sbagliata. Il 32enne, quel giorno, si trovava nell'edificio perché doveva incontrare una donna.

Una che abita al terzo piano della stessa palazzina e con la quale aveva un appuntamento, come poi accertato dagli inquirenti. Ma in una scala diversa della palazzina. E quando si è trovato lì, l'uomo, notando una porta aperta, ha commesso l'errore di entrare.

Una volta nell'appartamento, però, si è trovato di fronte due cugini di origini moldave, Radu e Marin Rusu di 32 e 35 anni. Che non l'hanno presa bene. Si sarebbe innescata subito una violenta lite, e dalle parole si è passati alle mani. La vittima, indietreggiando, si è trovata nel vano dell'ascensore, ed è stato a questo punto che si è consumata la tragedia.

La ricostruzione dei fatti

Stando a una ricostruzione dei fatti fornita dal Corriere del Veneto, le telecamere del Comune hanno ripreso l’arrivo di Lorenzo Nardelli in via Rampa Cavalcavia 9 cinque minuti prima delle 23. Lui non perde tempo e sale direttamente al terzo piano. E pochi minuti dopo inizia la lite. O almeno questo è quello che hanno testimoniato i vicini di casa.

Alle 23.04 la prima chiamata al 113, meno di dieci minuti dopo la seconda chiamata alle Forze dell’ordine. Alle 23.20 arriva la pattuglia. La scena è tremenda: la casa al terzo piano è aperta, i tre sono ancora nell’ascensore rimasto bloccato per gli scossoni durante la violenta lite. Dentro c’è il corpo senza vita di Nardelli e dei due cugini. In terra una pozza di sangue. Alle 23.23, con gli agenti di Polizia fuori dall’ascensore, anche uno dei due cugini aggressori ha chiamato il 112 ma rifiuta l’invio di un’ambulanza.

I due vengono portati in questura per un primo interrogatorio e alle 4 di mattina viene disposto l’arresto per omicidio. Nardelli, quando le forze dell'Ordine hanno aperto l'ascensore, era già morto a causa di una frattura cranica. A poco è valso lo sforzo a livello di immaginazione dei due, cugini di 32 e 35 anni di origine moldava entrambi residenti nel condominio: gli inquirenti non hanno creduto alla tesi che il morto fosse un ladro introdottosi nella loro abitazione, poi messo in fuga e inseguito fino in ascensore.

La ricostruzione del Pm incaricato è stata precisa e puntuale. E si è basata su un'indagine durata, in realtà, poche ore: è bastato un controllo sulle ultime chiamate effettuate dalla vittima, indirizzate alla donna poi ascoltata dagli inquirenti che ha confermato la tesi. Era stata lei, infatti, ad aprire il portone del palazzo con il citofono.

Ora la partita aperta è quella tra l'accusa e la difesa e si giocherà nelle prossime settimane. Quello che resta da chiarire, evidentemente, è la natura, per così dire del reato.

Gli avvocati difensori cercheranno di configurarlo come un eccesso colposo di legittima difesa, dato che è "caduta" l'ipotesi di un delitto premeditato. Ma dall'altro lato c'è sicuramente un aspetto non di poco conto: la reazione incredibilmente violenta dei due nei confronti dell'intruso. Come andrà a finire? Impossibile dirlo in questa fase, si dovrà attendere l'otto settembre, data in cui si discuterà il ricorso dei difensori.

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