Altro incidente sul lavoro fatale alla vigilia del I Maggio: 35enne muore colpito dall'escavatore
Nel 2024, 590mila denunce di infortuni e 1090 morti bianche, nei soli primi due mesi di quest'anno se ne sono registrate ben 138

L'ennesimo incidente sul lavoro con esito mortale (immagine di copertina), proprio alla vigilia del Primo Maggio e nel giorno in cui il presidente Mattarella evoca sicurezza e stipendi più alti.
I dati anche nel 2025 sono drammatici, e il Governo prepara lo stanziamento di fondi per la sicurezza nel Cdm di oggi, mercoledì 30 aprile 2025.
Colpito alla testa dalla benna dell'escavatore, muore operaio 35enne
L'ultima tragedia è avvenuta a Soresina, in provincia di Cremona, Lombardia, dove Moamen Khairy Salim Osman, 35eenne operaio egiziano che abitava presso alcuni conoscenti a Coccaglio (Brescia), dipendente di una ditta milanese, è morto martedì 29 aprile 2025, durante i lavori di rifacimento del parcheggio di un supermercato.
Come racconta Prima Cremona, Osman stava manovrando un bobcat, è sceso lasciando il motore acceso, poi è tornato sui suoi passi per recuperare qualcosa e in quel momento è stato colpito alla testa dalla benna della macchina, forse per aver toccato inavvertitamente qualche comando. Un colpo devastante, che ne ha provocato la morte immediata.
Nel 2025 già 138 morti sul lavoro
I dati del 2025 sono già drammatici. Secondo i dati diffusi da Anmil (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) in occasione della Giornata per la sicurezza sul lavoro (lunedì 28 aprile 2025) sono già 138 le denunce di incidenti mortali nei primi due mesi del 2025. Di questi, 101 si riferiscono a decessi in occasione di lavoro e a 37 incidenti mortali in itinere, ovvero nel percorso tra l'abitazione e il luogo di lavoro.
Nel complesso gli incidenti sul lavoro denunciati nei primi due mesi dell'anno sono stati 89.556, in calo del 3,4% rispetto ai 92.711 dei primi due mesi del 2024.
Dati non ufficiali e riferiti ai primi quattro mesi dell'anno parlano poi di ben 333 morti (sul lavoro 274; in itinere 59; con una media di 2,8 vittime al giorno). La regione che conta più morti è la Lombardia (48, di cui 37 sul lavoro e 11 in itinere), anche per la maggiore presenza di popolazione lavorativa.
Nel 2024, erano invece state 590mila le denunce di infortuni, con 1090 morti.
L'appello di Mattarella
Proprio nelle ore precedenti il tragico incidente di Soresina, del tema aveva parlato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
In visita a Latina nella sede della BSP Pharmaceuticals, azienda leader nella fornitura di servizi all’industria farmaceutica, specializzata nella produzione di biofarmaci innovativi per l’oncologia e l’immunoterapia, il capo dello Stato ha parlato di lavoro come fondamento della Repubblica, strumento di realizzazione personale e veicolo di progresso sociale.
"Il lavoro non può essere ciò che consegna alla morte, ma dev’essere motore di sviluppo, coesione e dignità", ha affermato con forza.
Mattarella ha denunciato la piaga delle morti sul lavoro, definendola “inaccettabile”, e ha sottolineato la necessità di rafforzare l’impegno condiviso per la sicurezza, coinvolgendo istituzioni, imprese e lavoratori. Ha poi richiamato l’attenzione sulle trasformazioni in corso, ricordando come l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione rappresentino sfide da governare con responsabilità per tutelare i diritti dei lavoratori.
Sul piano economico, ha evidenziato le criticità relative ai livelli salariali: “L’Italia registra salari reali ancora inferiori a quelli del 2008, nonostante la crescita della produttività. È un grande problema per l’equità sociale e il futuro del Paese”.

(foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
Sicurezza sul lavoro, oggi misure in Cdm
Intanto, il tema potrebbe approdare anche in Consiglio dei Ministri. Nella seduta programmata per la mattinata di mercoledì 30 aprile 2025 potrebbe arrivare lo stanziamento di risorse economiche da destinare alla sicurezza.
Non si tratterebbe di un provvedimento o di un decreto specifico, ma di risorse da impiegare in iniziative sull'argomento, la cui destinazione dovrebbe essere decisa in seguito dopo un confronto con le parti sociali. Si parla di alcune centinaia di milioni di euro.
“Stiamo lavorando a qualcosa di estremamente importante per i lavoratori, cioè la loro sicurezza", ha anticipato la premier Giorgia Meloni in un'intervista al Corriere della Sera.