Calcio giovanile

Allenatore chiama "negretto" un avversario: i giocatori abbandonano il campo per solidarietà

Grave episodio di razzismo durante la partita Cas Sacconago-Gallarate, valevole per il campionato Allievi provinciali.

Allenatore chiama "negretto" un avversario: i giocatori abbandonano il campo per solidarietà
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Ancora razzismo nel mondo del calcio giovanile di provincia. L'ultimo grave episodio si è verificato durante il match tra Gallarate e Cas Sacconago, valevole per il campionato Allievi: allenatore chiama "negretto" un avversario, i suoi compagni di squadra, per solidarietà, decidono di abbandonare il campo.

Razzismo nel calcio giovanile: allenatore chiama "negretto" un avversario

Un commento, veramente fuori luogo, che ha interrotto improvvisamente una partita svolta in totale regolarità fino a quel momento. Ieri, domenica 16 ottobre 2022, durante il match tra Cas Sacconago e Gallarate, nel Varesotto, valevole per il campionato giovanile della categoria Allievi, si è verificato uno spiacevole episodio di razzismo.

Poco prima del triplice fischio finale, infatti, sul risultato di 3-1 per i suoi, l'allenatore del Gallarate si è lasciato sfuggire un appellativo inopportuno nei confronti di un avversario, un 16enne di origine marocchina, chiamandolo "negretto". Il giovane, sentendosi dire quella parola, si è particolarmente offeso, chiedendo subito delle spiegazioni al mister del Gallarate.

A quel punto, tra i due è nato un battibecco che ha portato l'arbitro ad espellere l'allenatore ospite. A pochi minuti dalla fine della partita, tuttavia, i giocatori del Cas Sacconago hanno deciso di abbandonare il campo di gioco.

"A quel punto la partita è passata decisamente in secondo piano - ha spiegato Massimo Di Cello, tecnico del Cas - Tutta la nostra squadra, per solidarizzare col nostro ragazzo, ha deciso di uscire dal campo. Abbiamo voluto dare un segnale perché reputiamo molto brutto ciò che è successo. Speriamo che la Federazione prenda provvedimenti".

"Ci interessano solo le scuse del tecnico"

Interpellato sull'argomento, è intervenuto anche il presidente del Gallarate:

"Se qualcuno ha sbagliato pagherà,  ma questo verrà stabilito solo dal referto dell’arbitro e dai comunicati federali. Per noi conta questo. Il resto lascia il tempo che trova".

Per la società Cas Sacconago non interessano aspetti legali, ma serviranno però le scuse da parte dell'allenatore avversario:

"Ci interessa solo che il loro mister si scusi col nostro giocatore - conclude De Cello, tecnico del Cas - Per ora non abbiamo ricevuto scuse da parte di nessuno. Non ci interessa avere eventualmente la vittoria a tavolino, anzi se ci assegnassero i tre punti preferiremmo non accettarli".

I precedenti

Non è la prima volta che durante una partita di calcio giovanile di provincia si verificano episodi del genere. Lo scorso 13 novembre 2021, ad esempio, i calciatori della Polisportiva Tribano, squadra padovana di Seconda Categoria, avevano abbandonato il campo dopo che dalle tribune erano "piovuti" insulti razzisti verso il 22enne di origine nigeriana Dhiedhiou Moussa.

Una decisione di grande umanità che però, stando al regolamento, è costata loro la sconfitta a tavolino.

"Siamo fieri ed orgogliosi che a rappresentare i nostri colori siano questi ragazzi - affermava una nota della società - che non sono certo perfetti, ma incarnano in pieno lo spirito che da sempre contraddistingue la Polisportiva Tribano. Uno spirito che premia l’inclusione, la condivisione e la partecipazione ben prima del risultato sportivo. Oggi francamente tutto questo passa in secondo piano, oggi è giusto porre l’attenzione sull’ennesimo episodio di razzismo. Passa anche in secondo piano la probabile sconfitta a tavolino che subiremo, perché il regolamento è chiaro ed i nostri ragazzi lo sapevano bene, nessuno può abbandonare il terreno di gioco se non è il direttore di gara a decretare la fine della competizione o la sospensione della stessa".

Una vicenda che era accaduta un mese prima, con le stesse dinamiche, a pochi chilometri di distanza, in territorio Trevigiano: il capitano della San Michele Salsa, squadra di Prima categoria, ha fatto uscire dal campo i suoi compagni dopo un insulto razzista arrivato dagli spalti nei confronti del calciatore Ouseynou Deidhiou, 24enne italiano di colore.

Si stava giocando il 25esimo minuto del primo tempo tra la San Michele Salsa e la Cisonese, quando il gravissimo insulto, arrivato in un momento di silenzio generale, è stato avvertito indistintamente da tutti. Miki Sansoni, capitano della San Michele, ha risposto per le rime allo spettatore, dandogli dell'ignorante. Risultato? Cartellino rosso nei suoi confronti. Un epilogo paradossale, insomma.

E' a quel punto che accade qualcosa di "diverso" dal solito: Sansoni non ci sta e chiede a tutti i compagni di squadra di uscire dal campo. Formazione ospite ritirata e partita sospesa con beffa della sconfitta a tavolino. Ma non importa, perché il capitano coraggioso l'aveva messo in conto: ripagare un'ingiustizia val bene una partita persa.

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