Affari (loschi) di famiglia: i finti tecnici dell'acquedotto erano il babbo e i suoi due figli
Una delle tipologia di truffa più conosciuta che ha permesso loro di colpire in sedici abitazioni tra Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia
Sedici episodi contestati, tra Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia, eseguiti ai danni di persone deboli, per lo più anziani. A mettere a segno i colpi un'associazione a delinquere a carattere familiare. I carabinieri hanno tratto in arresto un papà 60enne insieme ai due figli 30enni. Il loro modus operandi è piuttosto conosciuto in quanto i tre si fingevano tecnici dell'acquedotto.
Papà e due figli eseguivano rapine fingendosi tecnici dell'acquedotto
L'ordinanza di custodia cautelare in carcere, come raccontato da Prima Torino, è stata eseguita nella giornata di ieri, giovedì 11 maggio 2023. A finire in manette un 60enne e due 30enni di Carmagnola, rispettivamente padre e figli.
Il GIP del Tribunale di Asti, su richiesta della locale Procura della Repubblica, li ha ritenuti responsabili di far parte di un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine in abitazione a danno di vittime deboli, soprattutto anziani.
Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, attraverso faticosi servizi di pedinamento e osservazione, l’analisi di numerosi filmati di videosorveglianza, riconoscimenti fotografici e attività tecniche e le testimonianze delle vittime direttamente al proprio domicilio, hanno permesso di identificare i tre presunti autori dei reati commessi con la tecnica del “finto addetto dell’acquedotto”.
Padre e figli, a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta, pesantemente modificata per incrementarne sensibilmente le prestazioni, hanno portato a segno numerosi colpi a partire dal 2022 non solo nel territorio piemontese, ma anche in altre Regioni limitrofe: sedici, in tutto, gli episodi contestati, commessi tra settembre 2022 e gennaio 2023 sul territorio piemontese, lombardo ed emiliano.
Il modus operandi
Le indagini hanno permesso di ricostruire il loro consolidato modus operandi: papà e due figli, infatti, qualificandosi come tecnici dell’acquedotto si introducevano nelle case delle vittime e, dopo averle distratte, agivano sottraendo loro oggetti preziosi e denaro.
In alcuni dei sedici eventi è stato contestato il reato di rapina aggravata, in quanto gli indagati, durante l’azione criminosa, utilizzavano sostanze urticanti (sostanze alla capsaicina o simili) i cui effetti aggravano lo stato di vulnerabilità delle vittime.
Al termine delle operazioni i tre arrestati sono stati condotti presso la Casa di Reclusione di Asti. Naturalmente l’indagine è in corso, anche per valutare ulteriori responsabilità a carico dei soggetti in analoghi episodi avvenuti nei mesi precedenti, e dovrà acquisire gli elementi idonei a superare la attuale presunzione di non colpevolezza degli indagati.