Accendono un braciere per scaldarsi: famiglia intossicata, la figlia in condizioni critiche
Tragedia sfiorata in provincia di Mantova: la giovane, priva di conoscenza, è stata trasportata dai soccorritori in ospedale
Tragedia sfiorata nella serata di lunedì 6 gennaio 2025 in una casa del centro di Sustinente, in provincia Mantova a causa di una fuga di monossido di carbonio. Una giovane è stata trasportata in ospedale in gravi condizioni, mentre gli altri tre familiari hanno riportato soltanto sintomi lievi di intossicazione.
Accendono il braciere per scaldarsi: famiglia intossicata
Una tranquilla serata si è trasformata in un incubo per una famiglia di origine marocchina. Intorno alle prime ore della serata di lunedì, i soccorsi del 118 e i Vigili del Fuoco sono intervenuti in un’abitazione dove è stata rilevata una pericolosa fuga di monossido di carbonio.
Come riporta Prima Mantova, il gas tossico sarebbe stato sprigionato da un braciere utilizzato dalla famiglia per riscaldare la casa e scaldarsi. Una pratica che può diventare estremamente pericolosa se non viene garantita una corretta aerazione degli ambienti. All’arrivo dei soccorritori, una ragazza si trovava in condizioni critiche.
La giovane era priva di conoscenza ed è stata trasportata d’urgenza in ospedale. Gli altri tre membri del nucleo familiare hanno accusato sintomi più lievi, ma sono stati comunque sottoposti a controlli medici per precauzione in ospedale a Pieve di Coriano. Oltre al personale sanitario, sul posto sono intervenuti i pompieri di Mantova che hanno messo in sicurezza l'area.
Morto nel centro di Mantova poche ore prima
Soltanto poche ore prima, sempre a Mantova, nel centro della cittadina, un uomo di 60 anni ha perso la vita a causa del fumo sprigionatosi da un incendio scoppiato nella sua abitazione. Anche in questo caso, allo scopo di scaldarsi, ci sarebbe stata la volontà di scaldarsi all'origine del dramma. Pare che, ad originare il cortocircuito fatale, sia stata una stufetta.
Monossido i gravissimi precedenti
Ancora intossicazioni da monossido di carbonio nella notte di Capodanno 2025 a Firenze. Come racconta Prima Firenze, il caso più grave è quello di un bambino di cinque mesi, intossicato insieme ai familiari, quattro persone. Il bimbo è stato soccorso e si trova in camera iperbarica all'ospedale Meyer di Firenze dove la famiglia l'avrebbe portato accusando tutti dei malesseri.
Nel pomeriggio di martedì 31 dicembre 2024, una donna di 85 anni è morta nella sua casa insieme al suo cane e al suo gatto. Come riporta Prima Milano Ovest, ad ucciderli è stato il monossido di carbonio. Salvi, anche se sono stati trasportati al Pronto soccorso per accertamenti, i famigliari che si trovavano al piano superiore dell'edificio, a Milano.
Tragedia soltanto sfiorata, nelle prime ore della serata di martedì 31 dicembre 2024, in un appartamento di via Torino a Rho, sempre in provincia di Milano. Scattato l'allarme, sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco di Rho il nucleo Nbcr (Nucleare, biologico, chimico, batteriologico) di Milano, i Carabinieri di Rho, il personale dell'Ats e i tecnici dell'azienda del gas, oltre a due ambulanze inviate dal 118. Sette le persone ricoverate per intossicazione da monossido, due in modo grave ma non in pericolo di vita sono state trasportate dall'ambulanza del 118 all'ospedale milanese di Niguarda, tre, di cui due bambini sono, invece stati portati al pronto soccorso dell'ospedale di Garbagnate Milanese in codice verde, mentre altre due, una donna incinta e un bambino sono stati accompagnati, in codice verde al pronto soccorso dell'ospedale di Rho.
Ma l'episodio più tragico si è verificato nel pomeriggio di giovedì 19 dicembre 2024: quasi un'intera famiglia ha perso la vita a causa delle esalazioni di monossido di carbonio. E' successo a San Felice a Ema, provincia di Firenze. Una fuga di gas probabilmente proveniente da una caldaia malfunzionante che ha causato la morte di padre, madre e figlio, mentre la piccola sopravvissuta di 6 anni lotta per la vita al Meyer.
Il killer silenzioso
Il monossido di carbonio (CO) è un gas incolore, inodore, insapore, non irritante; l’assenza di caratteristiche organolettiche lo rendono quindi un pericoloso e silenzioso killer. Inoltre, i primi sintomi vengono spesso ignorati in quanto l’esposizione a monossido di carbonio non dà inizialmente segni evidenti: un leggero mal di testa, un po’ di affanno, sensazione di vertigini, uno stato di confusione mentale, generici disturbi alla vista, nausea, vomito. Disturbi tutti che, nel loro complesso, sono anche associabili e riconducibili a diverse e comuni cause, con il risultato che non ci si bada più di tanto.
L’avvelenamento da monossido di carbonio può avvenire per cause accidentali (scaldabagni, stufe, impianti di riscaldamento difettosi, locali con camini e stufe a legna non sufficientemente ventilati) che si producono soprattutto nei mesi invernali perché legate al maggior utilizzo di tali impianti. A questa possono sommarsi cause esterne quali umidità, temperatura e particolari condizioni climatiche che possono esasperare gli effetti.
Anche quando il livello di intossicazione è fortunatamente al di sotto della soglia letale, il monossido di carbonio produce effetti dannosi che di rado vengono riconosciuti e attribuiti ad esso: perdita di memoria, incontinenza urinaria e fecale e sintomi che solitamente si verificano in malattie degenerative neurologiche quali Alzheimer e Parkinson, oltre ad altri gravi effetti neurologici.
Fra le operazioni indispensabili da compiere per ridurre quanto più possibile i rischi:
- L’accurata verifica dell’installazione e funzionamento degli impianti di riscaldamento
- Il rispetto delle norme di sicurezza
- L’ispezione regolare del sistema di areazione e del tiraggio dei camini
- Una buona idea può essere installare dei rilevatori di monossido di carbonio, strumenti generalmente a basso costo che segnalano quando la concentrazione di CO supera i livelli di guardia.