800 chilometri da Torino a Caserta per uccidere la madre malata terminale di cancro
L'ha uccisa con un colpo di pistola, probabilmente nella convinzione di mettere fine alle sue sofferenze, poi ha rivolto l'arma verso se stesso.
Da tempo viveva a Torino: è ritornato a Caserta proprio per accudire la madre malata di cancro, ma poi qualcosa è scattato nella sua mente. L'ha uccisa con un colpo di pistola, probabilmente nella convinzione di mettere fine alle sue sofferenze, poi ha rivolto l'arma verso se stesso.
800 chilometri da Torino a Caserta per uccidere la madre
Come racconta Prima Torino, più di 800 chilometri da Torino a Caserta per uccidere la madre gravemente malata: il dramma si è consumato a Vairano-Patenora, al confine tra il casertano e il Lazio, nella giornata di ieri, martedì 22 novembre 2022.
Antonio di Muccio, 48 anni, ha ucciso la madre 69enne Florinda Cappelli, con un colpo di pistola al torace. Poi si è tolto la vita puntando l'arma alla tempia, anche se il decesso è avvenuto mentre lo stavano cercando di rianimare i sanitari giunti sul posto mentre era ancora agonizzante.
Il dramma si è consumato intorno alle 6.30. L'uomo, che viveva da tempo a Torino era ritornato a Caserta proprio per accudire la madre gravemente malata da tempo.
L'anziana era malata terminale di cancro
A trovare i corpi è stata una parente: la donna si trovava in camera da letto ormai senza vita, mentre il 44enne si trovava a terra agonizzante. Allertato il 118, per l'uomo non c'è stato nulla da fare ed è deceduto poco dopo.
Sulla vicenda stanno indagano i carabinieri. Da quanto è stato ricostruito l'uomo ha ucciso la madre con un colpo di pistola al petto mentre dormiva. Poi ha rivolto l'arma verso sè stesso e si è sparato un colpo alla tempia. La semiautomatica non risulta denunciata, resta solo da capire come il 48enne se la sia procurata.
Alla base del gesto proprio la malattia della madre, cui il figlio era molto legato. La 69enne era malata terminale di cancro ed era talmente grave che negli ultimi giorni era stata sottoposta alla terapia del dolore a base di morfina. Un dolore che aveva sconvolto anche il figlio.
Il dramma di chi soffre accanto a chi sta già soffrendo
E' un dramma ricorrente, quello di chi non riesce a sopportare con impotenza le condizioni di sofferenza di una persona amata
Tra gli ultimi episodi sotto i riflettori della cronaca nazionale quanto accaduto a Merate, in provincia di Lecco, Lombardia. Qui era stato un papà a metter fine alla vita della figlia disabile con un coltello. Poi anche lui ha deciso di farla finita.