Vive in Italia, ha mamma ucraina e papà russo, l'esercito la richiama: "A chi devo sparare?"
Oksana, 47 anni, vive a Sanremo dal 2002, ed è stata chiamata alle armi.
Oksana è ucraina e nel suo Paese è stata poliziotta. Ma dal 2002 si è trasferita in Italia. Ora l'esercito ucraino l'ha richiamata e la rivorrebbe per combattere la guerra con la Russia. E lei che ha mamma ucraina e papà russo non sa che fare. Una storia emblematica, che viene dalla Liguria.
Vive in Italia dal 2002, l'esercito ucraino la richiama
Oksana Rainisio (cognome da sposata) ha 47 anni, è originaria di Kremenciuk, regione Poltava e dal 2002 vive a Sanremo, dove attualmente è impiegata per un ufficio che si occupa di pratiche per stranieri. Come racconta Prima La Riviera, nel suo Paese d'origine era una poliziotta, e ora l'Ucraina l'ha richiamata per combattere la guerra. Ma per lei la questione è molto più complicata: sua mamma è ucraina e suo papà russo. Una situazione che fotografa molto bene la situazione dei popoli di quelle zone: si stima infatti che un russo su tre abbia un parente o un caro amico in Ucraina.
“I russi chiamano questa una missione di pace e dicono che sono costretti ad agire con la forza, ma la pace non funziona così. Come poliziotta in Ucraina, fino al 2001, ho ricevuto una lettera di convocazione nell'esercito ucraino, ma vorrei sapere contro chi dovrei sparare, io che tra l'altro ho la mamma ucraina e il papà russo”.
Ma Oksana non ha alcuna intenzione di rispondere alla chiamata alle armi:
“Da Sanremo, quindi, non mi sposto. Si tratta di lettere che stanno arrivando sia a chi ha prestato servizio in polizia, ma anche a infermieri e altre categorie".
Code lunghissime di gente che cerca di scappare dalle città con l’auto
Oksana ha ancora contatti con i suoi compaesani, e racconta la situazione drammatica di queste ore, con la gente in fuga da Kiev:
“Ho un’ex compagna di scuola alla quale ho fatto avere le chiavi di una mia casetta in campagna, dove può rifugiarsi per un po’ con la famiglia. Almeno laggiù potrà scaldarsi con la legna, c’è la stufa ed è lontana dalla città. La paura è che da un momento all’altro chiudano la luce e il gas. Nei supermercati fanno incetta di cibo, acqua, fiammiferi e altri generi di prima necessità”.
"Non sparano solo alla frontiera, ma su tutta l’Ucraina. Ho amici che sentono spari, forti esplosioni. A dicembre, in tempi non ancora sospetti, è anche venuta mia madre a trovarmi e le ho detto di restare qui con me, perché l’Ucraina, oggi, è troppo a rischio”.
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