"sottostimato"

Virus sinciziale: rischi, prevenzione e vaccini. La circolare del Ministero

In Italia si stima che l'Rsv provochi "28mila ricoveri e 3.500 decessi, di cui 1.800 tra over 60"

Virus sinciziale: rischi, prevenzione e vaccini. La circolare del Ministero
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Diramata dalla Direzione generale della Prevenzione una circolare con le misure di Misure di prevenzione e immunizzazione contro il virus respiratorio sinciziale che rappresenta la prima causa di bronchiolite e quindi di ospedalizzazione nei bambini sotto l’anno di vita.

Spesso sottovalutato, nonostante se ne parli da decenni. Ogni anno in Italia si stima che l'Rsv provochi "28mila ricoveri e 3.500 decessi, di cui 1.800 tra over 60". A rivelarlo sono gli esperti intervenuti all'evento "Non è come sembra".

"Tuttavia, i dati rischiano di essere sottostimati – hanno evidenziato gli specialisti – a causa di segni e sintomi simili a quelli dell'influenza, che portano a una diagnosi non corretta oppure a non riconoscere tempestivamente un'infezione da Rsv".

Clicca qui per leggere e scaricare la circolare del Ministero della Salute sul virus sinciziale

Virus Respiratorio Sinciziale: troppo spesso sottostimato, e non è un problema solo per i piccoli

Si tratta di una patologia molto comune, tanto che circa il 90% dei bambini la contrae entro i due anni di vita. Nei più piccoli (o nei bambini più deboli strutturalmente) può dare origine a forme più severe come brionchioliti o polmoniti, che talvolta necessitano di un'ospedalizzazione. Nel mondo ogni anno si verificano all'incirca 33 milioni di casi, con tre milioni di ricoveri ospedalieri.

"Il carico di malattia sulla popolazione adulta è sicuramente sottostimato rispetto a quella pediatrica per cui abbiamo dei dati consolidati – ha puntualizzato Emanuele Nicastri, segretario della Società italiana di malattie infettive e tropicali –. Parliamo in Europa di circa 3milioni di sindromi respiratorie acute attribuibili all'Rsv, poco meno di mezzo milioni di ricoveri e circa 30mila decessi legati a questa patologia. Dallo scorso anno abbiamo a disposizione almeno due vaccini per la popolazione adulta e con comorbidità. Ci auguriamo che possano essere utilizzati insieme alle altre vaccinazioni del paziente adulto, con o senza comorbidità".

Il virus respiratorio sinciziale – hanno ricordato gli esperti – rappresenta una delle principali cause di ospedalizzazione per neonati e bambini sotto i 12 mesi, ai quali può causare infezione acuta delle basse vie respiratorie e lo sviluppo di bronchiolite o polmonite. Un virus che mette a dura prova diversi ospedali pediatrici. L'infezione da Rsv è relativamente frequente in ogni fascia di età, ma mentre negli adulti sani si risolve spesso con un semplice raffreddore, può rivelarsi particolarmente pericolosa per i bambini, specialmente durante il primo anno di vita: ogni anno questo virus causa globalmente oltre 118mila decessi in età pediatrica.

"Un recente studio retrospettivo del professor Pierachille Santus, condotto su 717 pazienti curati al pronto soccorso dell'ospedale universitario Sacco di Milano nell'autunno-inverno 2022-2023, con sintomi simil-influenzali o insufficienza respiratoria acuta – ha spiegato Simona Barbaglia, presidente di Respiriamo Insieme – ha evidenziato come i pazienti con Rsv avevano la più alta incidenza di insufficienza respiratoria acuta (62,7%) e di malattia grave (70,5%)".

La circolare

E' in questo quadro che si inscrive la circolare, emanata il 27 marzo 2024, di Francesco Vaia, direttore generale Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, per le Regioni:

"Per sottolineare quali sono le azioni per prevenire il virus Rsv, comprese quelle di immunizzazione. È fondamentale – ha ribadito – che nella nostra vita, accanto ad una sana alimentazione e all'attività sportiva, entri anche il Calendario della salute, che inizia dall'allattamento al seno e prosegue per tutta la vita, includendo anche gli screening e le vaccinazioni. La prevenzione, a partire dagli stili di vita, è centrale e strategica per il ministero della Salute."

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Nel documento si chiarisce:

"Il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS- Respiratory Sincytial Virus) è un virus altamente trasmissibile che causa epidemie annuali durante l'autunno e l'inverno nei climi temperati. L’infezione da VRS rappresenta la prima causa di bronchiolite e quindi di ospedalizzazione nei bambini sotto l’anno di vita, di infezioni respiratorie acute (ARI), di bronchite asmatica/asma nei bambini, adolescenti e giovani adulti, di riacutizzazione di BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) negli adulti e anziani e di polmonite interstiziale con Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) nell’anziano, soprattutto se in presenza di co-morbidità (patologie polmonari croniche, cardiache croniche, cerebrovascolari, renali croniche e altre condizioni immunocompromettenti)”.

E ancora:

"L’organizzazione Mondiale della sanità (OMS) stima che a livello globale il carico di infezioni acute delle vie respiratorie basse sia di 33 milioni l’anno, con oltre 3 milioni di ricoveri e 59.600 decessi nei bambini di età inferiore ai 5 anni. Nei bambini di età inferiore a 6 mesi, le infezioni acute delle vie respiratorie inferiori associate a VRS rappresentano circa 1,4 milioni di ricoveri e 27.300 decessi. L’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) riporta che ogni anno nell’Unione Europea, in Norvegia e nel Regno Unito, il VRS è responsabile del ricovero ospedaliero di circa 213.000 bambini sotto i cinque anni, alcuni dei quali necessitano di terapia intensiva, e di circa 158.000 adulti. Le popolazioni più a rischio sono i neonati prematuri e i bambini di età inferiore ai sei mesi, gli ultra65enni e le persone con un sistema immunitario indebolito o con patologie preesistenti".

Trasmissione e prevenzione

Tutti i bambini sono a rischio di sviluppare una forma grave di infezione delle basse vie aeree da VRS, come bronchiolite e polmonite, tale da richiedere cure mediche, ambulatoriali o ospedaliere. Il rischio di infezione grave da VRS dipende da più fattori, tra cui in particolare:

  • stagionalità, in Italia solitamente nel periodo autunno-primavera (ottobre – aprile);
  • età inferiore ad 1 anno, specialmente in età inferiore ai 3 mesi.

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Vi sono fattori di rischio aggiuntivi per una prognosi più grave, quali nascita pretermine, displasia bronco-polmonare, cardiopatie congenite emodinamicamente significative e altre malattie che implicano deficit immunitari o neuromuscolari.

Il virus provoca anche frequenti reinfezioni in soggetti di età più avanzata. Le infezioni da VRS in età adulta e anziana possono portare a gravi complicazioni respiratorie. Nei pazienti adulti (≥60 anni) con condizioni di rischio e ospedalizzati, l’infezione da VRS si manifesta spesso come grave malattia delle vie respiratorie inferiori, polmonite, con necessità di ventilazione meccanica, ricovero in terapia intensiva e letalità a breve e lungo termine.

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Attualmente, per la cura delle gravi forme di malattia delle basse vie respiratorie sia nel neonato che nell’adulto non esistono opzioni terapeutiche specifiche e sono limitate a terapie sintomatiche e misure di supporto (idratazione e ossigeno).

L’ECDC raccomanda le seguenti misure di protezione personali (misure non farmacologiche), valide per la maggior parte dei virus respiratori e utili per ridurre la trasmissione del virus:

  • evitare il contatto ravvicinato con persone malate;
  • lavare frequentemente le mani;
  • evitare di toccarsi gli occhi, il naso o la bocca;
  • seguire una buona igiene respiratoria e il galateo della tosse.

Anticorpi monoclonali e vaccini

Oltre alle misure non farmacologiche, sono oggi disponibili anche vaccini ed anticorpi monoclonali.

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Risultano al momento autorizzati, in Italia, due anticorpi monoclonali, palivizumab (SYNAGIS) destinato a nati pretermine e bambini ad alto rischio e nirsevimab (BEYFORTUS) destinato neonati e bambini nella prima infanzia durante la loro prima stagione di VRS, e due vaccini, di cui uno ricombinante adiuvato, destinato agli adulti (AREXVY), e uno ricombinante bivalente, destinato sia agli adulti che alle donne in gravidanza (ABRYSVO).

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