vicenda incredibile

Vincono 500mila euro alle macchinette, dopo 10 anni devono restituire i soldi

Un malfunzionamento del sistema premiò i fortunati giocatori. Ma ora il Tribunale intima loro di ridare indietro il malloppo.

Vincono 500mila euro alle macchinette, dopo 10 anni devono restituire i soldi
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Hanno vinto mezzo milione di euro alle videolottery, ma ora - a distanza di dieci anni - dovranno restituire il tutto. Una vicenda paradossale quella di tre amici - tutti residenti in Toscana - che nel 2012 avevano vinto 494mila euro in una sala giochi. Ma più che un colpo di fortuna si è trattato... di un problema tecnico. E ora il Tribunale li ha condannati a restituire il malloppo.

Vincono mezzo milione di euro alle macchinette, ma...

Quella sera, era il 16 aprile 2012, i tre amici - uno di Pisa, uno di Lucca e uno di Fucecchio - stavano giocando alle  alle macchinette videolottery della Snaitech in una sala giochi di via Nuova per Pisa. Una serata particolarmente fortunata, almeno in apparenza, perché i ragazzi se ne erano andati con quasi mezzo milione di euro in tasca.

Ma non sapevano che quella che sembrava una gigantesca "botta" di fortuna, in realtà si sarebbe trasformata nell'inizio di una lunghissima battaglia legale.

L'anomalia del sistema

Snaitech aveva subito contestato la vincita. Un'anomalia del sistema, infatti, in 17 minuti aveva erogato  ticket vincenti, riferiti al jackpot nazionale con un massimale di 500mila euro. E così la società già da allora aveva spiegato che le vincite in teoria non erano dovute. Apriti cielo, perché il caso aveva riguardato moltissimi giocatori.

La lunga battaglia legale

Tutti coloro che però avevano vinto fecero causa all'azienda reclamando le proprie vincite. Nessuno aveva però ottenuto nulla, ad eccezione dei tre toscani, che grazie a un decreto ingiuntivo del Tribunale di Pisa avevano ricevuto quanto dovuto.

Ma la vicenda non si è chiusa qui. Snaitech   era ricorsa in Appello e ora è arrivata la sentenza dei giudici di Firenze, che hanno ribaltato il pronunciamento di primo grado, condannando il trio a restituire la somma, con tanto di interessi.

"Il malfunzionamento del sistema avvenuto il giorno 16 aprile 2012 può considerarsi fatto accertato e non più contestabile. Del resto, elementi indiziari, che confermano ulteriormente la superiore conclusione, sono stati forniti dalla stessa difesa di parte appellata con la produzione delle dichiarazioni del responsabile del punto Snai, dove l’uomo giocò, raccolte nell’immediatezza del fatto dalla guardia di finanza, già sopra richiamate. Si ribadisce infatti che l’anomalia era resa del tutto evidente e percepibile dallo stesso giocatore in ragione del fatto – sottolineato dal responsabile, e non specificatamente contestato dall’uomo -  che la vincita riportata nel ticket emesso dalla macchinetta, in possesso dell’uomo, indicava un importo superiore al jackpot fino ad allora accumulato e ben visibile su display dell’apparecchio che era di 401mila euro”.

Come andrà a finire?

E adesso cosa succederà? Quei soldi ci sono ancora o sono stati spesi? E nel caso, come faranno i tre a restituire una somma così cospicua? Difficile saperlo. Quello che invece è ampiamente prevedibile che i giocatori facciano ricorso in Cassazione, sperando in un nuovo "ribaltone" della vicenda.

 

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