Vasco Rossi "supervissuto" come D'Annunzio: premiato dalla Fondazione del Vittoriale
L’artista ha poi letto ai 1.500 spettatori dell’Anfiteatro alcuni versi da “La Pioggia nel Pineto”, capolavoro del vate
Ingresso gremito al Vittoriale, mercoledì 17 aprile 2024: 1.500 fan in coda fuori dalla storica residenza bresciana del poeta Gabriele D'Annunzio, per incontrare dal vivo il loro idolo Vasco Rossi.
Il rocker di Zocca ha ricevuto dalle mani del presidente della Fondazione, Giordano Bruno Guerri, in accordo con il Consiglio di amministrazione, il XV prestigioso premio del Vittoriale.
Vasco Rossi premiato dalla Fondazione del Vittoriale
"Al komandante che per il suo viaggio nella vita e nella musica ha inventato la definizione di 'supervissuto', ha costruito un genere, quello del rock italiano, adattando metrica, linguaggio e temi e rompendo ogni schema, ha sempre avuto il coraggio di osare e sfidare il tempo restando fedele a se stesso. Un ribelle gentile capace di mantenere intatta la passione, di incantare generazioni, specchiarsi nelle proprie ombre e tornare alla luce usando la bussola dell'audacia".
Come spiega Prima Brescia, si tratta di un premio prestigioso che, negli anni, la Fondazione ha assegnato una personalità di spicco nei vari ambiti culturali. Il Premio del Vittoriale è finora andato a: Ermanno Olmi, Paolo Conte, Umberto Veronesi, Giorgio Albertazzi, Alberto Arbasino, Ida Magli, Riccardo Muti, Piero Angela, Samantha Cristoforetti, Marco Bellocchio, Sergio Castellitto, Ernesto Galli della Loggia, Mario Botta, Nicola Crocetti.
Un parterre di altissimo livello a cui si aggiunge, ora, il Blasco.
Rossi: "D'Annunzio vero comandante"
Il rocker ha accettato con gioia e sorpresa il premio:
"Non sono abituato a ricevere riconoscimenti per la cultura. Sono un cantautore… un autore di musica rock. Noi musicanti, nella mentalità popolare, siamo più apparentati col mondo circense". Citando il "padrone di casa" Gabriele d'Annunzio, che nel 1921 eresse il Vittoriale per farne un regno della memoria della sua vita e di quella degli italiani nella Prima Guerra Mondiale, ha aggiunto: "D'Annunzio era un comandante vero. Io sono comandante con la k, ma in verità faccio fatica a comandare anche me stesso, però tutte le cose che ho fatto le ho fatte coinvolgendo altre persone".
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L’artista ha poi letto ai 1.500 spettatori dell’Anfiteatro alcuni versi da “La Pioggia nel Pineto”, capolavoro del vate.