Vaiolo delle scimmie: undici casi a Firenze, ma niente allarmismo
Nessuno dei contagiati desta preoccupazione per le sue condizioni di salute poiché il virus ha conseguenze meno gravi rispetto al vaiolo
Sono dieci i casi rilevati a Firenze di persone risultate positive al cosiddetto "vaiolo delle scimmie". Il primo caso del virus è stato segnalato da un medico di base del Mugello, con conseguente conferma dopo delle analisi. Avviate le indagini per risalire ad altri possibili contagi, sono stati individuati altri dieci soggetti.
Vaiolo delle scimmie: undici casi a Firenze
I pazienti provengono da varie zone della Toscana ma 7 di essi avrebbero in comune l'aver frequentato la stessa discoteca nella provincia fiorentina.
Come racconta Prima Firenze, nessuno dei contagiati desta preoccupazione per le sue condizioni di salute poiché il virus ha conseguenze meno gravi rispetto al vaiolo. La Regione ha comunque proceduto a inviare una segnalazione al Ministero della Sanità.
I casi nel 2022
Il primo caso di vaiolo delle scimmie (monkeypox) in Italia è stato segnalato il 20 maggio 2022, da allora il numero dei contagi è andato crescendo stabilmente, tenuto sotto stretto controllo dal sistema di sorveglianza istituito dal Ministero della Salute. Per l'ampio numero di diffusione a livello nazionale, il Ministero della Salute ideò un piano di distribuzione del vaccino antivaiolo Jynneos, fornito dalla Commissione europea. Furono Lombardia e Lazio le Regioni nella quali si registrò il numero più alto di casi di vaiolo delle scimmie. L’età mediana dei contagiati era di 37 anni, quasi tutti di sesso maschile.
Ad oggi, secondo il Ministero della Salute, i casi confermati nel Paese sono 989. L'ultimo bollettino risale al 10 gennaio 2024.
Grazie alla copertura vaccinale la situazione fu tenuta sotto controllo: la prima vittima italiana nell'epidemia del 2022 è stato uomo di 50 anni - Germano Mancini, carabiniere di stanza a Scorzè, in Veneto- che dal 15 agosto 2022 si trovava in viaggio a Cuba, dove è deceduto.
Francesco Vaia, direttore generale dell’istituto Spallanzani di Roma, in quell'occasione, aveva spento l'allarmismo chiarendo che la morte del nostro connazionale, per quanto tragica, fosse un caso eccezionale:
“La malattia decorre in modo benigno, senza complicanze gravi, con la guarigione che sopraggiunge dopo 2-3 settimane".
Cos'è il "vaiolo delle scimmie"?
Il vaiolo delle scimmie è una malattia infettiva che si manifesta con eruzioni cutanee e febbre alta. Questa malattia è conosciuta anche come Monkeypox ed è causata da un virus affine a quello del vaiolo umano. Pur essendo meno grave del vaiolo, la sua comparsa fuori dalle aree tradizionali solleva sempre preoccupazioni.
Il virus del vaiolo delle scimmie, scoperto per la prima volta nel 1958, si pensa abbia origine da piccoli roditori e scoiattoli nelle foreste pluviali africane. Sebbene il contagio all’uomo sia raro, esso può avvenire tramite contatto diretto con animali infetti o i loro fluidi.
I sintomi
I sintomi includono febbre, brividi, dolori muscolari e comparsa di vescicole e pustole. L’OMS indica che la trasmissione tra umani avviene principalmente tramite goccioline respiratorie, ma anche attraverso il contatto diretto con lesioni cutanee o superfici contaminate. Anche indumenti, lenzuola, asciugamani o stoviglie contaminati dal virus di una persona infetta possono contagiare altre persone. Nonostante il vaiolo delle scimmie non sia una malattia sessualmente trasmissibile, la sua trasmissione durante rapporti sessuali è possibile a causa del contatto ravvicinato e scambio di fluidi.
Generalmente, la malattia tende a regredire autonomamente in 1-2 settimane senza terapie specifiche, ma può essere più grave nei bambini. Esistono due ceppi: quello del Congo e quello dell’Africa occidentale, quest’ultimo meno letale. Al fine di proteggere se stessi e gli altri, il Ministero della Salute nella Circolare del 2 agosto 2022 prevede che i casi confermati e sospetti di Mpox si mettano in autoisolamento. Chiunque abbia sintomi riferiti al vaiolo delle scimmie deve contattare immediatamente il proprio medico.
Cura e vaccino
Contro il vaiolo delle scimmie è stato approvato il farmaco antivirale Tecovirimat, efficace anche contro il vaiolo. Inoltre, esiste un vaccino, Jynneos, approvato negli USA, principalmente per persone con compromissioni immunitarie. Le persone vaccinate contro il vaiolo potrebbero avere una parziale protezione anche contro il vaiolo delle scimmie.
Nonostante non esista ancora un trattamento specifico per il vaiolo delle scimmie, è possibile ridurne l’impatto attraverso misure di prevenzione e l’uso di antivirali esistenti. La consapevolezza pubblica e la prevenzione attiva rimangono fondamentali per controllare la diffusione di questa malattia. Per ulteriori informazioni e specifiche è possibile consultare il sito dedicato del Ministero della Salute.