Vacanze finite e ritorno a lavoro: i consigli degli psicologi per superare la "sindrome da rientro"
Tornare alle fatiche lavorative dopo le ferie può generare un forte stress. Ecco perché è fondamentale seguire alcune piccole regole per ridurre la condizione di malessere fisico e psicologico
La fine dell'estate è ormai vicina e al solo pensiero viene un capogiro. Gli ultimi giorni di agosto, per quasi tutti gli italiani, rappresentano la conclusione delle vacanze e il rientro a lavoro, una circostanza che, dopo le ferie, viene tendenzialmente vissuta con un senso di sconforto. Per alcuni però tale situazione può arrivare a essere motivo di vero e proprio stress, al punto tale che questa condizione di malessere psicologico e fisico viene appunto definita come "sindrome da rientro". Per non lasciarsi abbattere dalla fine dell'estate, tuttavia, ci sono alcune regole consigliate dagli psicologi al fine di rendere meno amaro e "doloroso" il ritorno alle fatiche del lavoro. Ecco quali sono.
Vacanze finite: i consigli degli psicologi per superare la "sindrome da rientro"
Prima di entrare più nel dettaglio dei consigli da seguire per gestire al meglio il ritorno al lavoro dopo le ferie, diamo una definizione chiara a quella che è detta "sindrome da rientro". Questo termine si utilizza per indicare una condizione di malessere psicologico e fisico che si sperimenta a fine estate e deriva dal rientro nella routine: un susseguirsi di impegni e di scadenze da rispettare che si sostituisce a ritmi, luoghi ed attività più leggeri e gratificanti dei periodi di vacanza.
Come raccontato da Prima Firenze, gli Psicologi della Toscana hanno messo nero su bianco tutta una serie di regole da adottare per superare lo stress da rientro.
Come spiegato dal Presidente dell'Ordine degli Psicologi della Toscana, Maria Antonietta Gulino, la parola d'ordine deve essere gradualità.
“Importante è una ripresa graduale del lavoro e della quotidianità - afferma Maria Antonietta Gulino - Fate conto di guidare un’auto: prima si inserisce la prima marcia, poi la seconda, la terza e così via, senza correre. Lo stress da post vacanze colpisce con stanchezza, scarsa concentrazione, facile irritabilità, insonnia. Le alte temperature estive hanno compromesso per tanti il riposo ed il relax di cui avevamo necessità".
Per gli psicologi, quindi, è fondamentale approfittare al massimo del tempo libero disponibile nei prossimi weekend.
"Dobbiamo, allora, approfittare dei prossimi week-end per cercare di recuperare pause prestando attenzione al riposo notturno. Riduciamo l' utilizzo di televisione, tablet e smartphone, che spesso ci fanno stare al chiuso e iper concentrati e teniamoli lontani da noi almeno un’ora prima di andare a dormire, dedichiamoci alla lettura di un libro, di una rivista, aiutando così il sistema corpo-mente a rilassarsi dolcemente".
Ritagliarsi momenti per stare all'aria aperta, poi, è un elemento essenziale per ridurre al minimo lo stress.
“Rientrare nella ‘normalità’ non deve precludere la possibilità di ritagliarsi ancora degli spazi all’aria aperta per fare passeggiate o attività fisica - suggerisce la presidente Gulino - Non dobbiamo aspettare mesi per le prossime ferie e trovare spazio e tempo per attività e hobby che piacciono e gratificano: una passeggiata con amici, un cinema, una giornata fuori porta ad esempio".
Una corretta alimentazione e un'adeguata attività fisica, inoltre, sono aspetti chiave per affrontare con coscienza la "sindrome da rientro". Ma la presidente Gulino sottolinea come cercare di godersi ancora la luce del sole sia importante dato che il nostro corpo, durante le vacanze, si è in qualche modo abituato a essa:
"Godiamoci ancora la luce del sole. Durante le vacanze, in spiaggia o in montagna, il corpo si è abituato alla luce del sole e la luce artificiale dell’ufficio o di casa può causare stress. Passare dalla condizione di leggerezza estiva alla frenesia della quotidianità può nuocere al benessere psicologico. Concediamoci perciò delle pause all’aria aperta, anche pochi minuti oppure l’intera pausa pranzo, così da sgranchirsi le gambe, riattivare la circolazione e far riposare la mente. Il modo migliore per aiutare gradualmente l’organismo al cambiamento”.