Un'isola artificiale fatta di sabbia per fermare l'erosione delle spiagge: il Veneto ci pensa
Ovviamente ogni costa ha le proprie peculiarità e potrebbe anche succedere che, un successo nei Paesi Bassi si riveli un fallimento altrove
Un'idea, una suggestione (al momento) per fronteggiare il fenomeno dell'erosione delle spiagge. In Veneto si ipotizza una soluzione che in Olanda è già realtà, messa in campo per fronteggiare i danni relativi al ben noto fenomeno di erosione delle coste. Nei Paesi Bassi, infatti, si sono inventati una vera e propria isola artificiale capace di indebolire la forza del mare. Mare che si divora via via le spiagge. Sia nei Paesi Bassi che in Veneto. C'è però un'incognita, dato che ogni costa ha le proprie peculiarità, la soluzione olandese sarà funzionale anche per i lidi veneti?
Erosione spiagge in Veneto: si guarda al modello olandese
L'erosione è un fenomeno naturale, aggravato dalle attività umane, che porta all'arretramento delle spiagge, come in Veneto. Le operazioni di ripascimento - ovvero lo spostamento di grandi quantità di sabbia in zone costiere erose - a cura delle Amministrazioni comunali dopo eventi meteo violenti, sono molto costose. Come racconta Prima Venezia, ora sembra che si guardi davvero ai Paesi Bassi per trovare una soluzione duratura. Ed ecco che spunta l'idea "Zandmotor", il motore della sabbia, l'enorme isolotto artificiale (o forse meglio chiamarla penisola) che riduce la forza distruttiva del mare in particolari occasioni. In sostanza un’enorme penisola utilizzata come deposito di sabbia che ha consentito di plasmare la costa e rallentare l’erosione senza dover costruire infrastrutture artificiali. Il primo “motore di sabbia” fu costruito nella località di Ter Heijde: sono stati dragati 21,5 milioni di metri cubi di sabbia al largo e trasportati sulla costa per creare una nuova penisola estesa per 1,3 chilometri quadrati, lunga 2,4 chilometri e larga fino a un chilometro.
Nei Paesi Bassi il progetto sembra davvero dare risultati ottimali: il motore di sabbia ha evitato la costruzione di infrastrutture artificiali e dal 2011, anno di inizio dei lavori, sembra di osservare più benefici che aspetti negativi. Per il Veneto si dovrebbe però pensare in grande: servirebbe un isolotto di almeno 7 chilometri. Una vera e propria isola, non una "penisola". Ora la palla passa all'Università di Padova, ente a cui è stato chiesto da Unionmare con il coinvolgimento di Regione Veneto, di realizzare uno studio puntuale del fenomeno per trovare la soluzione migliore.
Il fenomeno
L'erosione non avviene solo in contesti meteo estremi. E' un fenomeno che procede tutti i giorni. Se poi si aggiunge l'attività umana (la costruzione di case vicino alle spiagge, l'estrazione di acqua dalle falde, la presenza di stabilimenti balneari, l'alterazione degli ecosistemi, della vegetazione...) allora tutto il processo mette il "turbo". Fino a questo momento si è intervenuto in modo parziale, con il già citato ripascimento. Ma con scarsi risultati. Ovviamente ogni costa ha le proprie peculiarità e potrebbe anche succedere che, un successo in Olanda, si riveli un fallimento in Veneto. L’importante è trovare il modo per assecondare il movimento delle onde e favorire la naturale tendenza del mare al ripascimento senza ostacolarla completamente.