Una signora ruba gli addobbi per il giro d'Italia: il sindaco diffonde le immagini sui social
Succede Nel Bresciano, a Manerba: "Ho già attivato la Polizia locale che controllerà le telecamere". Ci si augura che non si sconfini nel linciaggio mediatico
Nel Bresciano, a Manerba, una signora ha ben pensato di rubare, in pieno giorno, uno degli addobbi del Giro d'Italia, preparati in occasione della tappa del 19 maggio 2024 nel Comune gardesano. Ma le videocamere di sorveglianza hanno catturato le immagini del furto e il sindaco ha deciso di postarle sui social, invitando la donna a restituire il maltolto. In caso contrario scatterà una denuncia per furto...
Ruba decorazioni per il Giro d'Italia: il sindaco posta le immagini sui social
Una vicenda surreale.
"Per evitare una denuncia per furto, chiedo a questa signora di riconsegnare quello che ha rubato".
Così ha tuonato Flaviano Mattiotti, sindaco di Manerba del Garda, in provincia di Brescia, sul gruppo Facebook del paesino da lui amministrato. A corredo anche la foto, con l'immagine censurata, della signora catturata nell'atto di portarsi via le decorazioni.
La donna, non ancora identificata, si sarebbe portata a casa la decorazione il giorno di Pasqua. In pieno giorno. A denunciare l'accaduto un cittadino, che si è rivolto al sindaco, il quale - come mostra la sua mossa a favore di social - avrebbe deciso di non lasciar cadere la cosa.
"La mia è una provocazione - spiega Mattiotti - ma spero che la signora restituisca di sua spontanea volontà quanto rubato, altrimenti saremo costretti a denunciarla. Ho già attivato la Polizia locale che controllerà le telecamere. Un gesto deprecabile - conclude il primo cittadino - che danneggia il Comune, che si sta impegnando tantissimo per l’organizzazione della tappa, oltre che tutta la comunità".
Ci si augura soltanto che, come spesso accade in questi casi - soprattutto in piccoli comuni - la mossa a favore di social del primo cittadino non si riveli un boomerang: il rischio del linciaggio mediatico, del resto, è dietro l'angolo.