Un vaccino ci proteggerà dal tumore al fegato: 7 anni di ricerca spesi bene
Un risultato importante: l'armamentario terapeutico è ancora molto limitato per questa patologia che rappresenta la terza causa di mortalità per tumore al mondo.
Ci sono voluti sette anni di sperimentazione: oggi arrivano i risultati (e sono incoraggianti) sul primo vaccino contro il tumore al fegato pubblicati sulla rivista americana Clinical Cancer Research.
Un'ottima notizia quella giunta ieri, 19 aprile 2022, in occasione della Giornata mondiale del fegato.
Tumore al fegato: i risultati sul primo vaccino al mondo sono incoraggianti
Nell'ottobre 2018 al Pascale di Napoli fu vaccinato il primo paziente con Hepavac, primo vaccino attualmente sperimentato contro il cancro al fegato scoperto da un team internazionale di ricercatori, coordinato dall'immunologo Luigi Buonaguro.
Dopo 4 anni da quel giorno e, prima ancora, 3 anni di studi, che hanno visto coinvolti, oltre all'Italia con l'Istituto dei tumori di Napoli e il Sacro Cuore di Verona, altri quattro Paesi europei, la Germania, la Spagna, il Belgio e il Regno Unito i pazienti vaccinati sono 20 su 80 persone arruolate. Gli effetti collaterali osservati nei pazienti vaccinati sono stati di minima entità. I risultati emersi dalla sperimentazione si possono definire, secondo l'istituto "estremamente interessanti e promettenti e pongono le basi successive per continuare nello studio clinico su un numero maggiore di pazienti".
"Questi dati - sottolinea Luigi Buonaguro, direttore del laboratorio di Modelli Immunologici Innovativi del Pascale - aprono un possibile nuovo orizzonte terapeutico per il tumore del fegato, per il quale l'armamentario terapeutico è ancora molto limitato e che rappresenta la terza causa di mortalità per tumore al mondo. I risultati hanno dimostrato la totale sicurezza del vaccino con effetti avversi di basso grado a rapida risoluzione. La risposta immunologica dei pazienti è stata significativa con induzione di cellule T specifiche per gli antigeni vaccinali. Inoltre, dati preliminari mostrano un aumento del periodo libero da malattia nei pazienti vaccinati".
Come funziona Hepavac
Composto da 16 peptidi identificati nel corso del progetto, che rappresentano nuovi antigeni tumorali espressi specificamente da cellule tumorali del fegato, l’obiettivo finale del vaccino Hepavac è quello di indurre una risposta immunitaria nei pazienti nei confronti del tumore epatico per contenere lo sviluppo e la progressione della patologia. Con l’intento di ritardare la ricomparsa del tumore o, nella migliore delle ipotesi, evitarne la ricomparsa.
I prossimi obiettivi del gruppo di Buonaguro ora saranno “potenziare la risposta immunogenica della formulazione vaccinale, disegnando schemi di combinazione con checkpoint inhibitor”. Obiettivi attualmente perseguiti grazie ai finanziamenti regionali RIS3 nell’ambito del progetto Campania Oncoterapie coordinato dall’Istituto Pascale.
I tempi
Siamo ancora nell'ambito della messa a punto del siero, quindi non c'è da aspettarsi un accesso in tempi rapidi. La speranza, però, di avere un'arma terapeutica efficace nel futuro prossimo per questa forma tumorale per la quale il campo di cura è ancora molto limitato è ora tangibile.
Chi rischia e quanto è diffuso
Come spiega Airc è il sesto tumore più frequente a livello mondiale: nel 2012 oltre 700.000 persone nel mondo sono morte di cancro al fegato. In Italia si stima che ogni anno siano diagnosticati circa 8.900 tumori primari del fegato negli uomini e 4.000 nelle donne (Registro tumori italiano 2017), con un rapporto di circa 2 a 1 tra uomini e donne.
Negli uomini l'incidenza cresce rapidamente con l'età: si passa da 3 per 100.000 casi sotto i 45 anni, a 32 per 100.000 nelle persone con età compresa tra 60 e 64 anni, fino a 62 per 100.000 oltre i 75 anni. Sono invece più frequenti i tumori secondari, ovvero le metastasi che colonizzano il fegato provenendo da altri organi.
Il fegato, infatti, proprio per la sua funzione di filtro dell'organismo, riceve il sangue da quasi tutti i distretti corporei e quindi è facilmente sede di metastasi di altri tumori che trovano nel fegato una sede favorevole al loro sviluppo.
Non è ancora noto l'esatto meccanismo con il quale si sviluppa il tumore del fegato e restano molti punti da chiarire. Alcuni elementi, tuttavia, sono dei sicuri fattori di rischio: infezioni croniche, Cirrosi, Aflatossine, Genere, Età, Obesità e alterazioni del metabolismo, Fumo, Malattie a genesi autoimmune.